La moneta di Roma è il titolo del catalogo della mostra numismatica allestita in Novara, dal 18 al 26 settembre 2010, presso il Salone d’Onore del Palazzo della Prefettura. L’esposizione è stata possibile grazie alla collaborazione fra il direttore del Monetiere del Museo Archeologico Nazionale di Firenze, Prof. Fiorenzo Catalli, la Sovrintendenza per i Beni Archeologici della Toscana, la Prefettura di Novara, l’Associazione Culturale Phalantos, la delegazione F.A.I. di Novara, la Circoscrizione Centro di Novara, la Provincia e il Comune di Novara.
Innanzitutto bisogna precisare che la pubblicazione non è un semplice elenco dei pezzi esposti, selezionati per la loro rappresentatività tipologica, importanza storica ed anche per rarità e stato di conservazione, ma è un perfetto complemento al saggio scritto da Fiorenzo Catalli. Il testo è una felice sintesi sulla storia della moneta romana che viene trattata in modo fluido ed accattivante, si legge tutto d’un fiato come fosse un romanzo; in 38 pagine si passano in rassegna otto secoli della storia di Roma. Si possono leggere nomi noti e poco noti, richiami sull’economia e la politica monetaria che, soprattutto nel periodo imperiale, hanno determinato la storia, la fortuna, la gloria del mondo romano, ma anche eccidi e ribellioni. Le monete sono usate per illustrare eventi sociali ed economici, i miti, i monumenti, i trionfi, le personificazioni, pure per ricordare la celebrazione del millennio della fondazione di Roma svolta nel 247 d.C. con Filippo l’Arabo. Si parte dai primi rudimentali Aes Rude per passare poi alle antiche serie fuse in bronzo, alle coniazioni repubblicane, sino ad arrivare alla caduta dell’impero romano d’Occidente, nel 476 d.C., con l’ultimo imperatore che, ironia della sorte, si chiamava Romolo Augusto. Numerose le tematiche trattate, ad esempio: il sistema denariale; i denari della guerra sociale; i denari dentellati, suberati, incusi; le monete contromarcate e dimezzate; i medaglioni e i contorniati. Tra i numerosi pezzi si possono segnalare i nominali in oro appartenuti alle collezioni Estensi, facilmente riconoscibili per il sigillo, un aquilotto, impresso a caldo, come l’aureo di Commodo (fig. 237). Sicuramente degni di attenzione il medaglione di Gordiano III, con la veduta del Colosseo a volo d’uccello con scena di combattimento (fig. 189) nell’arena, il medaglione in oro (53,19 g) con i busti affrontati di Diocleziano e Massimiano (fig. 360) e al rovescio una quadriga trionfale trainata da quattro elefanti. Ed ancora, lo statere aureo a leggenda ROMA recante la testa gianiforme dei Dioscuri e la figurazione di due guerrieri che pronunciano un giuramento (fig. 39), l’asse della serie prora di nave con la testa di Giano bifronte (fig. 19). Ma sono tanti i pezzi che si possono contemplare, sesterzi, dupondi, denari, aurei, tondelli che portano impressi i volti degli imperatori, delle consorti, dei figli, ma anche le divinità, i monumenti realizzati, le vittorie conseguite dagli eserciti. La moneta, bisogna ricordarlo, oltre ad essere lo strumento principe delle transizioni economiche, aveva anche un’importante funzione di comunicazione sociale, infatti veicolava i messaggi governativi che dovevano giungere a tutta la popolazione sparsa nelle varie province dell’Impero.
Le 368 monete esposte, tutte illustrate nel catalogo, sono solo una piccola parte del ricco patrimonio custodito a Firenze, al Monetiere del Museo Archeologico Nazionale, che deriva dal Medagliere Granducale il quale si è preservato intatto grazie all’azione lungimirante di Anna Maria Luisa, ultima discendente della famiglia Medici. Ella, nel 1737, firmava, assieme al nuovo sovrano Francesco Stefano di Lorena, un accordo che obbligava i nuovi Granduchi di Toscana a mantenere intatto, e a Firenze, il patrimonio artistico dei Medici, “[…] Gallerie, Quadri, Statue, Biblioteche, Gioie ed altre cose preziose in modo che rimanessero per ornamento dello Stato, per utilità del pubblico e per attirare la curiosità dei Forestieri”. Sicuramente un provvedimento lungimirante che ha reso un grande servigio alla salvaguardia del nostro patrimonio culturale. Tutti i pezzi sono riprodotti nel volume con immagini a colori e sono corredati dalle relative descrizioni. In conclusione un buon libro da collocare in libreria.
F. Catalli
LA MONETA DI ROMA
Novara, 18-26 settembre 2010
Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana
154 pp., 21 x 30 cm – S.i.p.