di Pier Luigi Barabotti
DOPO UN LUNGO PERIODO DI “SONNO” TORNA ALLA LUCE IL LUIGINO DI FILIPPO SPINOLA DELL’ALLORA COLLEZIONE DEL CONTE MONTENUOVO RIPORTATO SOLO IN DISEGNO DALL’OLIVIERI E DAL CAMMARANO.
Quando mi è stata offerta in acquisto questa moneta, bucata, non ho avuto alcuna esitazione a dichiararla mentalmente “cosa mia” e, salvo la solita “melina” sul prezzo tipo: “ma è bucata, non è in conservazione eccellente” e dopo il solito, classico “sconticino”, la moneta in questione è rimasta “saldamente appiccicata” alle mie mani.
Dunque, di che cosa stiamo parlando…
Di un luigino della zecca di Tassarolo: è vero che al solo pronunciare il nome Tassarolo a proposito di luigini viene subito in mente l’ormai più che svalutato luigino datato 1666 di Livia Centurioni Oltremarini. Ma è al marito di Livia che in questo caso dobbiamo fare riferimento: infatti il luigino di cui vogliamo parlare reca il busto a destra di Filippo Spinola (1616-1688).
Esso, proprio per la sua particolarità di essere bucato, ha fatto arrovellare non poco il cervello del sottoscritto, nonché del carissimo amico Maurice Cammarano.
E questo perché il “famigerato” buco è collocato esattamente sull’ultima cifra della data che, pertanto, risulta essere 166…
Consultando il Corpus Luiginorum (e subito sentito il suo autore, Cammarano) mi è apparso immediatamente evidente che il disegno riportato al n° 354 di pag. 300 riproduceva la stessa moneta che stavo tenendo in mano: non intendo dire una moneta analoga, bensì proprio la stessa.
Buco esattamente sull’ultima cifra della data del rovescio, in corrispondenza al buco tra la O e M di COMES del dritto (nel disegno il buco del dritto è poco evidente).
Frattura di conio tra H ed I di PHILIPPVS del dritto che corrisponde, nel rovescio, alla frattura tra la D e la I di CIRCVMDEDISTI
Tratto simile ad una I prima della scritta PHILIPPVS e doppia T non allineata tale che la parte finale della scritta appaia essere COMES TTASS (entrambe sul dritto).
Il punto di congiunzione in basso, nel “tortello” dello scudo, tra le due rosette ed il “fiordaliso” è mancante del trattino verso destra ( invece di ).
La scomparsa della perlinatura dopo la E di COMES e la sua ricomparsa su TAS al dritto e la perlinatura visibile su VMDEDIS al rovescio.
Diametro della moneta pari a mm 24.
Le identiche leggere irregolarità di contorno del tondello…
Il disegno riportato sul Corpus Luiginorum è tratto dalla tav. VIII al n° V dell’Olivieri (Agostino Olivieri 1860): “Monete e Medaglie degli Spinola di Tassarolo, Arquata, Ronco, Roccaforte e Vergagni co’ tipi del R. I. de’ sordo-muti”, Genova, 1860.
Il testo citato, a pag. 110, riporta:
“N. XLIII. Io non dubito che il luigino impresso al num. 5 della tavola VIII non sia lo stesso del già descritto al numero XLI, ma mancando l’anno perché bucata è la moneta, e recando questa autenticità al disegno, perché posseduta dal sig. Conte Montenuovo, ho creduto bene di qui aggiungerlo. Ha il diametro di millimetri 24. Nel diritto offre il mezzo busto del Conte colla leggenda philippvs . d . g . c-mes . tass. L’o di comes manca perché la moneta è bucata in quel luogo. Al rovescio, scudo coronato con fiori, e l’epigrafe circvmdedisti me lætitia 166- Manca il 5 altresì per il buco”.
(N. XLI. II più volte lodato signor Avvocato Avignone mi favorì il disegno ch’è al numero 3 della stessa tavola, e la moneta che ritrae deve aver 24 millimetri di diametro. II conio è simile a quello del numero XXXIX. Nel diritto, mezzo busto di Filippo con philippvs . d . g . comes . tass. Nel rovescio scudo coronato con fiori e circvmdedisti me lætitia 1665.)
Segue: articolo completo in formato pdf (0,4 MB) da Panorama Numismatico nr.264 Luglio/Agosto 2011