Da molto tempo era atteso da collezionisti ed operatori commerciali il volume del MIR (Monete Italiane Regionali) dedicato alle monete papali. Come sempre scriviamo ad ogni nuova uscita di un volume del MIR, quest’opera voluta da Alberto Varesi ormai vent’anni fa è diventata sempre di più un punto di riferimento e di classificazione per la numismatica italiana tant’è che la sigla MIR compare quasi ovunque nei cataloghi d’asta non solo italiani ma anche esteri. Del resto la sua praticità e l’indicazione del grado di rarità e di una valutazione commerciale costituivano già gli elementi di successo dell’opera. Mano a mano che il MIR andava completando il quadro della numismatica italiana, venivano tralasciate le monete emesse a nome del papato nelle diverse città che furono soggette all’autorità dei successori di Pietro. Queste monete sarebbero state oggetto di volumi appositi insieme ovviamente alle emissioni di Roma.
La redazione di questo primo volume sulla monetazione papale è stata affidata ad Alessandro Toffanin, che ricordiamo già autore del volume su Milano. In realtà questo primo volume contempla non solo le emissioni papali ma anche quelle dell’età bizantina fino al pontificato di Leone X, compreso un buon gruppo di monete anonime attribuibili al periodo. Il volume si apre con quella che viene definita serie pontificio-bizantina, che viene datata tra il 651 e il 772 e che fonda le sue basi su un dibattuto ripostiglio venuto alla luce negli anni Ottanta formato da monete d’argento di tipo bizantino ma con il monogramma RM e alcune lettere riconducibili al nome di qualche papa dell’epoca. In realtà, la zecca di Roma batteva a nome dell’imperatore d’Oriente. Così fu per Costanzo II e Costantino IV. È una monetina attribuita a Giustiniano II che si crede sia l’inizio della monetazione papale perché di fianco al monogramma di Roma vi compare una S che si fa ritenere l’iniziale del papa Sergio I, sul soglio di Pietro dal 687 al 701. Non ci sarebbero altri riferimenti ai pontefici sulle successive emissioni a nome (o meglio, attribuite a, visto che non vi è leggenda nel diritto e si procede solo ad attribuzioni stilistiche sulla base di confronti con i ritratti su ben note emissioni bizantine) di Leonzio, Tiberio III e Anastasio II. Altri papi citati in questo genere di emissioni sarebbero Stefano II (per via di un monogramma a lui riconducibile, MIR, p. 32), di Paolo I e Stefano III. Sono comprese anche le cosiddette tessere a nome di papa Zaccaria (741-752) che sono di dubbia autenticità.
Il volume prosegue con i famosi e affascinanti denari cosiddetti antiquiores emessi a partire da Adriano I (772-795). Seguono le emissioni del Senato Romano e tutte le produzioni pontificie raggruppate sotto ciascun papa per ogni zecca attiva a suo nome, esattamente come è organizzata l’opera classica sulla monetazione papale, quella di Francesco Muntoni.
La struttura di questo volume del MIR si differenzia dal resto dei volumi per adattarsi alle particolarità della monetazione pontificia medievale. All’inizio di ogni capitolo dedicato ad un pontefice troviamo i segni di zecca che si riscontrano nelle monete e di seguito, per ogni moneta, viene specificato il segno o i segni di zecca che vi si possono riscontrare. La presenza, in ogni scheda, della relativa illustrazione (il volume è interamente a colori) rende l’utilizzo del MIR assai più rapido ai fini della classificazione di quanto poteva essere un tempo il CNI, che comunque è largamente in disuso al momento attuale, ed ora l’opera di Muntoni, la quale, tra tavole in fondo al volume, rimandi a monete precedenti, abbinamenti tra diritti e rovesci di monete diverse, è stata sempre piuttosto impegnativa e dispersiva. Per di più ora il MIR presenta rimandi bibliografici proprio al CNI e a Muntoni nonché ad un altro testo, molto sintetico ma non per questo meno usato, quello di Berman del 1991 in lingua inglese, assai utilizzato negli Stati Uniti. Talvolta si aggiunge anche il riferimento al catalogo delle monete papali del Medagliere Vaticano compilato da Camillo Serafini.
Punto di forza del MIR, come sempre, è l’indicazione di un grado di rarità e di una valutazione di riferimento per una conservazione MB e una SPL. Prudentemente, per monete di estrema rarità non è stata indicata alcuna stima.
È facile prevedere una grande richiesta per questo volume e attendiamo con impazienza le prossime uscite (probabilmente due volumi ancora, considerando la mole di monete da censire). Dopo di che, ancora qualche regione da coprire (vengono alla mente Venezia e il Veneto e le Marche) il MIR coprirà integralmente l’intera monetazione italiana e il collezionismo numismatico avrà a sua disposizione uno strumento completo e davvero importante.
A. Toffanin
MONETE ITALIANE REGIONALI. STATO PONTIFICIO. I
Edizioni Numismatica Varesi, Pavia, 2017
463 pp. – 120 Euro
Disponibile sullo shop di Nomisma (a 120 euro) e anche in promozione assieme al prezzario il Nomisma (127 euro). Costi di spedizione esclusi.