Ovvero: tramonto di un collezionista di monete antiche
Proviamo a fare un gioco. Chiedete ai vostri amici nome e descrizione di alcune monete del passato, naturalmente escludete i numismatici. Probabilmente ne emergerà un quadro abbastanza semplice, non più di cinque o sei tondelli, quasi tutti riferibili a vecchie lire repubblicane. Sorprendente vero? In effetti sì, considerando che le monete ci accompagnano da almeno 2.500 anni e, nel bene e nel male, hanno notevolmente contribuito alla storia e all’economia dell’umanità. Aurei, sesterzi, denari repubblicani e imperiali, zecchini veneziani, genovini di Genova, oppure la quadrupla della lupa di Piacenza, con il ritratto di Odoardo Farnese, la sovrana di Francesco Giuseppe, i franchi d’argento di Napoleone I, le civette di Atene, il Pegaso di Corinto, l’augustale di Federico II, lo statere di Egina con la superba immagine, ad altissimo rilevo, della tartaruga, gli ongari di Mattia Corvino, sono qualche esempio fra i tanti che si potrebbero fare. Sono proprio le monete l’elemento ricorrente, il filo conduttore, di tutta la vicenda, una sorta di filo rosso che unisce passioni e curiosità, ma anche divergenze.
Il volume, firmato da Demian Planitzer, ci accompagna nel mondo delle monete e della numismatica. Ovviamente non c’è da aspettarsi né un manuale per collezionisti, né un saggio di numismatica ma, semplicemente, uno strumento che, attraverso richiami colti, fantasie oniriche, ricordi personali, funge da stimolo a interrogarsi sulla propria passione. Volume da leggere e assaporare per la grande umanità che filtra dalle sue pagine, per le emozioni che trasudano dalle monete, per il fascino della numismatica. Le monete possiedono storie che raccontano a chi è capace di ascoltarle o che, viceversa, tengono gelosamente nascoste.
Attraverso diciassette brevi capitoli assistiamo ai dolori di un collezionista di monete che viene travolto, quasi senza scampo, dalla sua passione, scopre di essere schiavo della sua collezione e capisce di non essere il padrone dei nummi che gelosamente conserva. Questa consapevolezza lo porta, attraverso un susseguirsi di vicende e fantasie oniriche, a riflettere sulla sua vita passata e lo conduce fino alla liberazione dalle catene della sua passione. L’erudito collezionista alla fine, per sottrarsi ai suoi tormenti, compie un vero eccidio, una vera propria bestemmia per un nummomane, fonde i suoi tesori. Questo gesto demoralizzante e disperato lo trasforma, lo fa rinascere, e si accorge di come la vita possa nascere dalla libertà. Ma sarà poi così?
Demian Planitzer
MEMORIE DI UN NUMMOMANE
Ovvero: tramonto di un collezionista di monete antiche
Edizioni Albo Versorio
Milano 2017
pp. 128
15 x 21 cm
9,50 euro