Salvatore Quasimodo vinse il premio Nobel per la Letteratura nel 1959, «per la poetica liricità con cui ha saputo esprimere le tragiche esperienze umane dei nostri tempi».
La medaglia che gli venne attribuita in quell’occasione è stata messa all’incanto da Bolaffi a Torino il 2 dicembre scorso, che l’ha battuta per conto del figlio del poeta, Alessandro Quasimodo, attore e regista. Partita da una base d’asta di 50.000 euro, è stata aggiudicata a un collezionista fiorentino, Matteo Cavedoni, per 125.000 euro, diritti inclusi.
È la prima volta che la medaglia di un premio Nobel italiano viene messa in asta ma sono 16, escluso questo, gli esemplari dello stesso genere trattati finora sul mercato internazionale. Il lotto è sottoposto a procedura di interesse nazionale da parte del Ministero dei Beni Culturali, quindi non può essere esportato. Per questo motivo, ha affermato Filippo Bolaffi, presidente e amministratore delegato della Casa d’asta, lo stesso Ministero ha bloccato le offerte di compratori stranieri che, ancor prima dell’asta, superavano più del doppio la cifra a cui la medaglia è stata aggiudicata.
Parte delle commissioni di vendita, pari a 20 mila euro è stata devoluta da Bolaffi al finanziamento di una borsa di studio per un corso di laurea triennale a Milano, a vantaggio dello studente più meritevole dell’Istituto Tecnico “A.M. Jaci” di Messina, scuola che Quasimodo frequentò prima di stabilirsi nel capoluogo lombardo, dove insegnò letteratura italiana presso il Conservatorio “Giuseppe Verdi”.
L’asta era stata annunciata a fine novembre dal figlio del letterato che, in un primo momento, aveva confessato di essere in difficoltà economiche, negando in un secondo tempo questa affermazione.
Il diritto della medaglia raffigura il busto di Alfred Nobel rivolto a sinistra, il nome e il cognome sulla sinistra, le date di nascita e di morte sulla destra. In basso, in piccole lettere incise, compaiono il nome dell’incisore e la data 1902, quella di completamento dell’opera artistica. Il rovescio della medaglia è quello previsto per i premi Nobel per la Letteratura: un giovinetto seduto verso sinistra con la testa laureata e un mantello morbidamente cadente dalla gamba destra, e una fanciulla stante di fronte a lui, con i capelli raccolti da una ghirlanda di fiori e con la lyra in mano, attributi tipici della Musa Tersicore; completano la scena un arbusto di alloro sulla destra e il sorgere di un sole dardeggiante su un paesaggio collinare. Al centro in basso compare una targa che riporta in due righe il nome del premiato e l’anno del conferimento: S. QUASIMODO e MCMLIX, accompagnata ai lati dalla scritta ACAD SUEC, abbreviazione di Academia Suecica, denominazione latina della Svenska Akademien, l’Accademia di Svezia, che ha il compito di individuare i premiati per la Letteratura.
La parte epigrafica del rovescio comprende una leggenda circolare che recita: INVENTAS VITAM IUVAT EXCOLUISSE PER ARTES, tratta dal verso 663 Libro VI dell’Eneide, ossia “coloro che inciviliscono la vita con le invenzioni artistiche”.
La medaglia è contenuta in un astuccio quadrato di 137 mm in pelle marrone ed è accompagnata dalla Laurea, due fogli manoscritti miniati su pergamena che riportano la motivazione ufficiale del premio, ovvero il “fuoco classico”, affiancato dalle personificazioni della poesia lirica e tragica, e dalla data, Stockholm den 10 december 1959. In alto, nel secondo foglio, è riportata l’ultima terzina della poesia I morti di Quasimodo.
Insieme alla medaglia, il lotto di Bolaffi ha incluso il ritratto del poeta in uno scatto della fotografa Anna Riwkin, che venne utilizzato come ritratto ufficiale dall’Accademia di Svezia; infine il video del 1959 della cerimonia di consegna del premio Nobel a Quasimodo tratto dalle riprese originali dell’epoca della Radio Televisione Svedese.