Liste di zecche italiane in alcuni autori post CNI. Appunti per un indice di zecche italiane – di Antonio Maria Bianchimani
Questo libro raccoglie gli inserti pubblicati in Panorama Numismatico dal giugno 2004 a luglio 2009, in tutto 15 fascicoli. L’argomento potrebbe, a prima vita, sembrare noioso e banale: un elenco, volendo anche arido, delle zecche italiane.
E invece no: l’argomento si dimostra quanto mai fecondo di spunti, ripensamenti, annotazioni e riprese, il tutto con un “batti e ribatti” tra autori di numismatica antichi e moderni.
L’autore per prima cosa si chiede che cosa si debba intendere per zecca e fa questo esempio. Consideriamo il Patriarcato di Aquileia: se al termine zecca diamo una valenza giuridica istituzionale allora abbiamo un’unica zecca generalmente indicata con “Aquileia” che coniò in diverse offi cine (Aquileia, Udine, Cividale). Se invece al termine zecca diamo il signifi cato di offi cina monetaria allora vengono considerate come singole zecche tutte le offi cine precedenti.
Nella seconda metà dell’Ottocento, nel fi orire degli studi sulle monete italiane, ci sono stati diversi autori che hanno compilato elenchi di zecche per meglio inquadrare i futuri studi. Sono così nate ipotesi ed attribuzioni che hanno avuto bisogno di verifi che ed approfondimenti su questa o quella zecca, con il CNI a fare da spartiacque e da giudice ultimo riguardo le citate attribuzioni anche in mancanza di prove evidenti.
Trattandosi di un lavoro basato essenzialmente sulla ricerca bibliografica al fine di individuare le fonti che hanno portato all’individuazione di una zecca, l’autore ha per prima cosa elencato le opere di riferimento. Queste opere sono il CNI, la bibliografi a dei fratelli Gnecchi (1916), il Fascio numismatico di Rolla (1927), il Repertorio del Ciferri (1963) ed il Manuale del Simonetti (1965 anche se rimasto incompleto). A questi si aggiungono i lavori del Promis (1869) e di Bazzi e Santoni (1886).
Il lavoro è strutturato a schede elencate in ordine alfabetico. Per ogni zecca viene fornito il riferimento alle opere di cui sopra e per quelle degne di nota, cioè incerte o comunque da approfondire, l’autore propone un ampio commento riferendosi sia alla letteratura d’epoca (spesso imprecisa e “facilona” nell’individuare una zecca anche là dove non c’era, e questo spesso per amor di patria ed eccesso di zelo) sia a quella più recente per confutare o rettifi care la prima. In questo elenco anche il numismatico più esperto troverà citate attribuzioni di zecca che non aveva mai neppure sentito nominare. Ad esempio, Metauro (per le monete in realtà coniate a Roma con la scritta AVCTA AD METAVRVM DITIONE), Montecchio (in Emilia, solo una pura invenzione) o Molfetta (dal titolo MELFICTI PRINCEPS che si trova sulle monete di Guastalla).
E’ stato davvero un lavoro da certosino quello di Bianchimani, fatto spulciando antichi lavori e trovando il contraddittorio in quelli contemporanei.
Tanti particolari, tante curiosità quindi si trovano in questo libro che vede anche l’illustrazione di tante monete controverse (per esempio il famoso quattrino di Beccaria).
Insomma, c’è davvero tanto da leggere in un viaggio attraverso la letteratura numismatica.
A. M. Bianchimani
LISTE DI ZECCHE ITALIANE IN ALCUNI AUTORI POST CNI. APPUNTI PER UN INDICE DI ZECCHE ITALIANE
Libro pubblicato dall’autore tramite il sito www.ilmiolibro.it
21 x 30 cm, 230 pp.
60 euro in carta patinata e cartonato – 30 euro in brossura
Per informazioni www.numismaticaitaliana.org