Le Terre del Tallero, di Giuseppe Carucci è un libro affascinante che esplora la storia e l’importanza del tallero, una popolare moneta d’argento che ha avuto origine durante il Rinascimento per diffondersi in tutta Europa e, soprattutto, negli stati di lingua tedesca per più di quattro secoli con una grande varietà di tipologie.
Il libro si apre con un’approfondita introduzione che traccia l’evoluzione della coniazione di monete dai primordi all’epoca moderna, e mette in evidenza alcune delle monete più importanti per il commercio, tra cui il tetradramma, l’aureo romano e il solido bizantino. Il tallero, infatti, fu molto importante per gli scambi commerciali, in particolare con l’Oriente.
Il Rinascimento, come è noto, fu un periodo di grande fermento anche sul versante monetario: l’economia europea cercava nuove valute forti e furono fatti vari esperimenti politici e monetari. Leopoldo d’Asburgo, anche conosciuto come Tascavuota, fu tra i primi a coniare, nel 1486 in Tirolo, una moneta di grosso calibro del peso di 31,83 grammi (29,23 in argento). La moneta aveva un valore pari a un fiorino (in tedesco gulden) d’oro, per cui fu chiamato guldiner o guldengroschen. Già nel 1493 questo tipo di moneta venne adottato a Berna e, poco dopo, anche in Sassonia. Inizialmente destinato solo a scopi di rappresentanza, presto riscosse notevole successo: tra la fine del XV e l’inizio del XVI secolo,
l’esplosione del commercio portò alla necessità di coniare monete di buona qualità e di grandi dimensioni in argento. In particolare i Conti di Schlick, in Boemia (odierna Repubblica Ceca), nella prima metà del Cinquecento, usarono l’argento di certi loro giacimenti appena scoperti nella valle di Gioacchino per coniare una nuova moneta che chiamarono Joachimstaler guldengroschen, letteralmente il “grosso aureo della valle di San Gioacchino”. Da quelle prime coniazioni derivò anche il nome thaler, abbreviazione di Joachimsthaler.
Con nomi diversi e alcune variazioni, quella del tallero è diventata la tipologia preferita per le monete di scambio di vari regni, ducati e altre entità territoriali, e successivamente si diffuse specialmente all’interno dell’Impero Asburgico. L’argento per la loro coniazione era estratto prevalentemente dalle miniere di Boemia e Tirolo, dove si perfezionarono anche le tecniche di coniazione.
Il tallero assunse maggiore importanza con la decisione presa dall’Impero, nel XVI secolo, di affiancare al gulden il reichstaler (letteralmente “tallero dell’Impero”) come valuta imperiale. Il reichstaler divenne dunque il tallero standard del Sacro Romano Impero, fissato nel 1566 dalla convenzione di Lipsia. In Germania, esso rimase la principale moneta di scambio in argento sino all’introduzione del marco nella seconda metà del XIX secolo.
Ogni tipo di tallero è legato a una storia peculiare, come il tallero della Lega di Smalcalda, coniato tra 1542 e 1547 in onore di Giovanni Federico II di Sassonia e Filippo d’Assia, promotori dell’unione di principi protestanti; i curiosi talleri dei quattro e degli otto fratelli, principi minorenni ai quali fu concesso di battere moneta; il “tallero del prete”, fatto coniare da Cristiano di Brunswick-Wolfenbüttel nel 1622 con le ricchezze confiscate ai cattolici durante la Guerra dei Trent’anni o, ancora, il famoso “tallero del selvaggio”, nato nei monti dell’Harz nel 1587, con la particolare rappresentazione della figura mitologica e allegorica del “gigante selvaggio”.
Il volume traccia anche collegamenti con la storia e la cultura di altri paesi, a partire dalle derivazioni del nome, che altrove ha assunto forme simili: in svedese e norvegese daler, in olandese daalder, in portoghese dolera, in inglese dollar, in ceco tolar. Inoltre, il leu rumeno prende il nome dal leone (in olandese leeuw) raffigurato sul tallero olandese diffuso in Romania nel XVII secolo. Carucci riporta numerosi racconti e aneddoti che circondano questa affascinante moneta, arrivando fino al XX secolo e dedicando l’ultimo capitolo ai talleri sul suolo italiano.
Le Terre del Tallero è un must-read per chiunque sia interessato non solo alla numismatica ma anche alla storia dell’economia e del commercio. Il libro offre una prospettiva unica sul ruolo delle monete negli scambi commerciali e sui modi in cui comunicano il potere, così come i volti di coloro che lo esercitano. È una risorsa preziosa per storici, collezionisti e chiunque apprezzi l’arte e la storia delle coniazioni. La ricerca accurata, lo stile coinvolgente, le splendide illustrazioni rendono il libro una lettura piacevole e stimolante.
Giuseppe Carucci, Le terre del tallero
Artebaria Edizioni, 2023
24,5 x 33 cm, pp. 152
45 euro
Cartonato con illustrazioni a colori
ISBN 9791280809100
Info: pinocarucci@libero.it – tel. 338 7003449