Scopo di questo nuovo e ponderoso volume è quello di fornire, per quanto possibile, un quadro aggiornato delle emissioni monetali – certe o probabili – effettuate in Sicilia dai Bizantini e dagli Arabi durante la loro dominazione (rispettivamente, secoli VI-X e X-XII). L’ottima iniziativa editoriale consente di avvicinare a queste monetazioni, troppo spesso trattate da testi divenuti ormai, oltre che datati, anche costosi ed introvabili, una cerchia più ampia di collezionisti ed appassionati, i quali possono disporre di uno strumento pratico ed attuale ad un costo contenuto.
L’opera, introdotta da una prefazione di Vincenzo Tarascio (noto studioso di monetazione islamica, già autore del volume Siciliae nummi cuphici, edito ad Acireale nel 1986), si apre con un capitolo in cui vengono forniti puntuali ragguagli sui metodi di datazione delle monete bizantine (con dettagliati grafici riguardanti i periodi di regno di ciascun imperatore e i relativi anni di indizione) e sulla scrittura cufica usata nelle emissioni arabe (con relativo schema dell’alfabeto cufico), oltre ad alcune note di metodo sulle trascrizioni delle legende presenti sulle monete arabe.
Inizia dunque il catalogo delle monete bizantine, preceduto da opportuni cenni storici sulla conquista bizantina della Sicilia, avvenuta nell’anno 535 per mano del generale Belisario su ordine dell’imperatore Giustiniano; gli approfondimenti storici si estendono altresì a ciascuno dei regnanti succedutisi al trono fino al termine della dominazione bizantina in Sicilia (le ultime piazzeforti, Taormina e Rometta, caddero sotto i colpi delle armate arabe tra il 902 e il 965). L’isola assunse particolare importanza all’interno dell’Impero sotto il regno di Costante II quando, per fronteggiare da vicino le minacce arabe e longobarde sulla penisola italica e sulle isole adiacenti, l’imperatore decise di trasferire la sua sede da Costantinopoli a Siracusa (663), città in cui si trattenne fino alla morte (668).
Agli approfondimenti introduttivi storici seguono quelli strettamente numismatici: il lettore viene così opportunamente introdotto all’interno della monetazione bizantina in generale (nominali, sistemi di equivalenza, contenuto di fino), per proseguire poi con gli aspetti riguardanti in maniera specifica le emissioni siciliane (Zecche ed emissioni monetali). Le città siciliane che batterono moneta sotto la dominazione bizantina furono Catania e Siracusa. A proposito delle ultime emissioni bizantine, viene ripresa la teoria avanzata da alcuni studiosi, secondo cui dopo la caduta di Siracusa in mano araba (878) la zecca aretusea avrebbe continuato la sua attività spostando la propria sede a Reggio Calabria, ove avrebbe continuato ad operare sotto i regni di Basilio I (867-886) e Leone VI (886-912) coniando monete d’oro e di bronzo di “provinciale”.
Il catalogo tipologico delle monete fornisce tutte le informazioni fondamentali su ciascun esemplare: illustrazione (disegno o foto), zecca, anno, descrizione dettagliata dei due lati, dati metrico-ponderali, rarità aggiornate e riferimenti ai testi fondamentali; numerose le note di approfondimento numismatico.
Per quanto riguarda il primo periodo della monetazione di Michele II (820-821), mi permetto di fare una piccola aggiunta ad integrazione di quanto già esposto nel volume. Oltre al solido, si conosce infatti un ulteriore nominale aureo battuto a nome del solo Michele: si tratta di un tremisse, illustrato da chi scrive su Cronaca Numismatica, n. 194, marzo 2007, p. 42 (Un semisse e un tremisse mai visti prima).
Alla monetazione bizantina segue la trattazione delle emissioni arabe. Anche questa seconda parte del volume si apre con ampi cenni storici sulla conquista araba della Sicilia (iniziata con lo sbarco di Asad bin al-Furat a Mazara del Vallo nell’anno 827 e proseguita per oltre un secolo fino alla definitiva caduta di tutte le roccaforti bizantine nell’isola) e sui singoli emiri e califfi che governarono la Sicilia fino alla conquista normanna, ultimata nell’anno 1091 con la caduta di Noto. Dopo gli approfondimenti storici è la volta degli approfondimenti numismatici di carattere generale: dai vari nominali ai sistemi di equivalenza ai contenuti di fino; non mancano cenni sul successivo passaggio al sistema monetario normanno, che sarà oggetto nello specifico di una successiva trattazione. Le zecche siciliane finora documentate in periodo arabo sono Palermo, Taormina, Messina, Agrigento e Siracusa; incerto rimane il luogo di coniazione di un dirhem, attribuito da alcuni all’assedio di Enna.
Il catalogo tipologico delle emissioni arabe in Sicilia, completo di tutte le informazioni fondamentali e di ampie note numismatiche, riporta per esteso le varie legende arabe presenti sulle monete con relativa traduzione in italiano, al fine di facilitare il collezionista nella lettura di una monetazione apparentemente ripetitiva e priva di immagini.
Non mancano cenni ai cosiddetti “exagia”, esemplari monetiformi prodotti in vetro, che in Sicilia e in Egitto assunsero probabilmente il ruolo di moneta fiduciaria durante la dominazione araba.
La bibliografia e le tavole a colori chiudono il volume, integrato da un prezzario con quotazioni per esemplari in conservazione BB ed SPL.
Alberto D’Andrea, Gaetano Faranda, Elena Vichi
LE MONETE SICILIANE DAI BIZANTINI AGLI ARABI
Edizioni d’Andrea
Castellalto 2012
pp. 848, 40 tavole a colori
illustrazioni in b/n
Allegato prezzario
45,00 Euro