di Roberto Diegi – da Panorama Numismatico nr.247/Gennaio 2010
Caius Vibius Trebonianus Gallus
Caius Valens Hostilianus Messius Quintus
Caius Vibius Afinius Gallus Vendumnianus Volusianus
Treboniano Gallo nacque attorno al 206 a Perusia (Perugia) da una antica famiglia etrusca.
Fu console già nel 245; nel 250, come governatore della Moesia Superiore ed Inferiore, comandava una parte delle armate romane agli ordini dello stesso imperatore Traiano Decio, che fronteggiarono i Goti, in diverse battaglie e con alterne fortune.
Quando Traiano Decio trovò la morte in battaglia ad Abritto, assieme al figlio Herennio Etrusco, Gallo era dislocato con le sue truppe abbastanza lontano dal luogo dello scontro nel quale trovò la morte Decio. Le sue truppe a quella tragica notizia si affrettarono ad acclamare Treboniano imperatore sul campo.
Alcuni sostengono che Gallo non accorse volutamente in aiuto all’imperatore in difficoltà ma molto probabilmente questa accusa non è assolutamente fondata.
Il fatto che le sue truppe lo abbiano acclamato imperatore sul campo, nel giugno 251, trova una sua logica giustificazione nel fatto che Roma, con la morte di Decio ed Herennio, si trovava priva di un principe.
Ma Treboniano Gallo, nonostante che le sorti della campagna non fossero affatto compromesse per Roma, anziché attaccare come gli era stato ordinato da Decio, stipulò una affrettata pace con i Goti, del tutto favorevole a questi, giudicata una ignominia quando si conobbero i contenuti dell’accordo, ma il nuovo imperatore aveva fretta di raggiungere la capitale per rafforzare la sua non certo solida posizione ed ottenere il riconoscimento del Senato.
In questo quadro si inserisce benissimo l’adozione da parte di Treboniano del figlio minore di Decio, Hostiliano, che venne subito elevato al rango di Augusto, con poteri pari, almeno formalmente, a quelli dell’imperatore. Per rafforzare ulteriormente la sua posizione Treboniano Gallo fece sposare suo figlio Gaio Vibio Avinio Gallo Vendumniano Volusiano ad una figlia di Decio, e lo nominò Cesare e successivamente Augusto.
La vedova di Decio, Etruscilla, fu invitata a mettersi in disparte ma Gallo, con un indubbio tatto politico, evitò di elevare sua moglie Barbiana alla dignità di Augusta.
Il breve regno di Treboniano Gallo, 23 mesi, fu contraddistinto da innumerevoli disastri. Il peggiore di tutti fu certamente una spaventosa epidemia di peste che decimò la popolazione e l’esercito e, tra l’altro, provocò la morte di Hostiliano.
Alla frontiera danubiana masse di Goti e di altre tribù germaniche invasero i confini dell’impero; in Oriente i Persiani, guidati dal re Shapur scatenarono una offensiva in grande stile, invadendo la Mesopotamia e la Syria ed occupando Antiochia.
Forse per distogliere l’attenzione dei cittadini da tante sciagure, Treboniano riprese le persecuzioni contro i Cristiani, arrivando persino ad imprigionare il Papa Cornelio.
Da punto di vista militare l’unico successo fu quello conseguito da Marco Emilio Emiliano, governatore della Moesia Inferiore, che respinse i Goti nuovamente al di là del Danubio. Ma le truppe al comando di Emiliano, galvanizzate dalla vittoria, acclamarono imperatore lo stesso loro comandante. Gallo e Volusiano, colti di sorpresa, mandarono a chiamare, in rinforzo, Publio Licinio Valeriano che si trovava sul Reno.
Nel frattempo anche le truppe alle dirette dipendenze di Treboniano, valutata la loro manifesta inferiorità, si ribellarono, uccisero lo stesso Gallo nonchè Volusiano e giurarono fedeltà ad Emiliano. Era il mese di luglio del 253.