di Roberto Diegi – da Panorama Numismatico nr.253 – Luglio/Agosto 2010
Marcus Aurelius Probus
Marco Aurelio Probo nacque a Sirmium sulla frontiera danubiana, in Pannonia (l’attuale Ungheria), probabilmente nel 232. La sua famiglia era di umili origini e la sua carriera si svolse nell’esercito.
Fu uno dei più importanti generali sotto Aureliano, per conto del quale si distinse nel respingere gli attacchi degli Alamanni alla frontiera germanica e, alla morte di Tacito, era comandante delle armate romane in Oriente.
Probo si rifiutò di accettare l’elevazione al trono di Floriano e fu presto acclamato imperatore dalle sue truppe muovendo contro il fratellastro di Tacito. Ma, come già visto nel precedente articolo, battaglia non ci fu, perché le truppe di Floriano si ribellarono, uccisero il loro imperatore e passarono dalla parte di Probo: ciò avvenne a Tarso nel luglio o agosto del 276.
Probo ottenne la conferma della sua investitura da parte del Senato, che rispettò sempre formalmente, anche se è difficile credere, come alcuni hanno sostenuto, che il Senato prese parte effettiva nella gestione degli affari di governo.
Il nuovo imperatore ebbe poco tempo per trattenersi a Roma, in quanto chiamato in più riprese a fronteggiare tentativi dei Germani di invadere l’Impero: Franchi, Lugi, Burgundi, Vandali e Sciti furono vinti e sottomessi uno dopo l’altro. Probo però non si limitò a sconfiggere militarmente i Germani, ricacciandoli nelle loro terre, ma molte migliaia di essi, appartenenti a diverse nazioni, furono immessi nell’esercito romano, distribuiti nelle diverse unità, allo scopo di evitare nuove tentazioni di sedizione.
La ribellione più pericolosa venne peraltro dall’interno: in Gallia e Germania i comandanti di quelle regioni, Proculo e Bonoso, si ribellarono al potere centrale, ma furono presto sottomessi, perdendoci anche la vita, come allora si usava sbrigativamente. Un altro focolaio di rivolta si verificò in Britannia dove un governatore locale si ribellò a Probo ma venne anch’esso ben presto ridotto al silenzio.
In Egitto Probo dovette affrontare anche la ribellione di Caio Giulio Saturnino, che aveva il comando della regione e che fu acclamato imperatore in Alessandria. Ma anche per costui le cose finirono male. Probo lo attese in Palestina e costrinse Saturnino a rifugiarsi nella città di Apamea, dove venne ucciso dai suoi stessi soldati, timorosi di una pesante vendetta di Probo.
Probo riuscì a tornare a Roma solo nel 281, dove ottenne un magnifico trionfo, rimasto celebre per il numero dei nemici vinti che facevano da ornamento al corteo.
A questo punto l’imperatore si dedicò ad una impresa cheaveva sempre dovuto rimandare: l’attacco alla Persia. Ma, mentre mobilitava l’esercito per questa iniziativa bellica, scoppiò una nuova insurrezione interna. Il prefetto del pretorio Caro era stato proclamato imperatore dalle armate della Rezia e del Norico. Il contingente mandato da Probo per sedare la rivolta però disertò e lo stesso imperatore fu ucciso dai ribelli.
Era il mese di settembre o di ottobre del 282.
Marco Aurelio Probo, come molti imperatori di quegli anni convulsi per Roma, era un militare di professione, che ebbe peraltro una visione molto chiara della politica e dei rapporti con il Senato, spesso ignorato o messo da parte da altri imperatori che lo avevano preceduto. Come già anticipato riconfermò l’autonomia della antica istituzione, venendone ricambiato con privilegi che erano da tempo immemorabile raramente concessi ad un principe.
Probo fu certamente un ottimo generale, anche prima di essere imperatore: che fine avrebbe fatto il grande Impero romano, se non avessero duramente combattuto per difenderlo personaggi come Claudio II e Probo? Se il primo non avesse battuto rovinosamente i Goti ed il secondo non avesse fermato le orde germaniche di Alamanni, Franchi, Burgundi, Vandali, Sarmati, e altri? Quale Impero avrebbe ereditato la Tetrarchia? Va beh, poi tutto è andato ugualmente a catafascio, ma dovevano passare ancora due secoli!
Forse fu troppo rigido nel pretendere dall’esercito una disciplina cui questo non era più abituato (non va dimenticato che, a quell’epoca, i ranghi delle legioni erano già formati prevalentemente da soldati non italici per nascita) e pretendendo anche dai legionari che si dedicassero a lavori civili, quali bonifiche, irrigazioni, viticoltura. La dura disciplina da lui imposta, oltre ad alcune sue idee delle quali dirò, gli costò la vita quando dovette affrontare il nuovo imperatore, Caro, proclamato tale dalle truppe della Rezia.
4 Comments
luisa
vorrei sapere qualcosa su una moneta trovata in mare nella località s. lucido calabria raffigura un imperatore e dall’altra parte una biga trainata da 4 cavalli che vanno verso sinistra (potrei mandarvi le foto ma non so dove farlo )è di colore oro ma non lo è l’imperatore ha la barba , e sotto la biga c’è una scritta c o b II S C VI RINGRAZIO ANTICIPATAMENTE
Massimo Bosi
E’ sicuramente un sesterzio che senza patina sembra oro (è ottone) probabilmente è di Marco Aurelio.
Cesare Tonini
Moneta di Probo in Electro da gr. 8,6 ma non trovo riscontri
Maria Chiara Monaldi
Anche noi non conosciamo monete simili in electro, può inviare una immagine della moneta su info@panorama-numismatico.com ? La sottoporremo ai nostri esperti