di Roberto Diegi – da Panorama Numismatico nr.232/Settembre 2008
Lucius Aurelius Commodus
Commodo nacque a Lanuvium nel 161 d.C., primogenito di Marco Aurelio, lo stesso anno in cui il padre aveva assunto il Principato, ricevendone l’investitura da Antonino Pio sul letto di morte. A cinque anni, nel 166, era già Cesare e a sedici, nel 175, veniva associato all’Impero.
Marco Aurelio aveva avuto altri due figli maschi, morti però in giovanissima età: Antonino a quattro anni ed Annio Vero a sette. La sorella minore di Commodo, Annia Aurelia Galeria Lucilla, aveva sposato il coimperatore Lucio Vero e, alla sua morte, un senatore di nobile stirpe.
Nel 180 d.C., alla morte di Marco Aurelio, Commodo diventò così unico imperatore. Aveva solo diciannove anni Commodo ed il suo regno era destinato a durarne dodici, fino al suo assassinio avvenuto l’ultimo giorno del 192 d.C. Lo stesso giorno della sua ascesa al trono assunse il nome di Marcus Aurelius Commodus Antoninus Augustus.
Commodo viene generalmente dipinto, evidenziando solo certe caratteristiche del suo carattere, come un tiranno megalomane, narcisista e crudele: certo non aveva le doti di equilibrio, saggezza e tolleranza del padre, ma il fango che per secoli è stato gettato sul suo nome è veramente tutto meritato?
Cerchiamo di capirne di più.
Normalmente si suddivide il principato di Commodo in quattro periodi, ognuno dei quali segna una particolare svolta nella politica di Roma, ma tutti, più o meno, caratterizzati dal grande sforzo per il mantenimento della pace ai vasti confini dell’Impero.
Il primo periodo durò circa due anni e va dalla morte di Marco Aurelio al 182: il giovane imperatore dimostrò subito di voler governare a modo suo e di non essere un fantoccio nelle mani dei vari potenti di Palazzo. Una congiura mirante ad uccidere il giovane principe, nella quale era pesantemente coinvolta la sorella Lucilla, vedova di Lucio Vero, fallì ed i congiurati fecero una brutta fine. La stessa Lucilla venne esiliata a Capri e, quasi certamente, fatta uccidere nel 183.
Note iconografiche: Le monete fotografate sono state tratte, per scansione al PC, dai seguenti cataloghi d’asta: NAC 25/2003, 29/2005, 38/2007, 40/2007, 45/2008, 46/2008; Hess Divo asta n° 309/2008; Kunker asta n° 136/2008; Varesi aste 50/2007 e 51/2008; Nomisma asta n° 36/2008. Nella loro scelta ho, soprattutto anche se non solo, perseguito l’obiettivo di presentare una galleria di ritratti, tutti particolarmente belli, che vanno dal periodo adolescenziale a quello della età matura. |
Il secondo periodo va dal 182 al 185 ed è caratterizzato dalla figura del prefetto del pretorio Tigidio Perenne, che divenne il personaggio più importante e potente dell’impero, in quanto Commodo aveva lasciato volentieri le redini del governo nelle sue mani. Finché, come spesso accade, anche Perenne fece il passo più lungo della gamba attribuendo a due dei suoi figli importanti comandi militari in Pannonia. L’esercito non vide di buon occhio queste manovre ed una deputazione delle armate di Britannia fece pervenire all’imperatore la voce che Perenne avesse ambizioni sul trono di Roma. Ci voleva poco a quei tempi per far cadere in disgrazia anche un potente personaggio come il prefetto del pretorio così Perenne e la sua famiglia furono messi a morte dagli stessi pretoriani per ordine dell’imperatore.
Sempre in questi anni era scoppiata una violenta rivolta di Caledoni che avevano sopraffatto le guarnigioni romane in Britannia invadendo le regioni dell’odierna Scozia meridionale.
Erano state necessarie tre campagne, sotto il comando di Ulpio Marcello, per aver ragione dei bellicosi Caledoni e riportare, temporaneamente, la pace in Britannia.
Il terzo periodo va dal 185 al 189 e anche questo, come il precedente, è contrassegnato dalla figura di un altro potente, M. Aurelio Cleandro, un liberto che prese il posto del defunto Perenne come principale consigliere del’imperatore, arrivando presto ad essere quasi più potente dello stesso principe, arricchendosi anche illecitamente, speculando sull’Annona della quale aveva assunto il pieno controllo. Ma una rivolta popolare, manovrata ad arte dai molti nemici che si era fatto, portò alla condanna a morte di Cleandro, senza che Commodo facesse nulla per difenderlo. Anzi, molto probabilmente dietro la condanna vi era proprio lui. L’imperatore aveva apparentemente lasciato fare, quasi che non gli interessasse più di tanto il governo dell’impero. Ma era proprio così? Lo vedremo tra poco.
Il quarto ed ultimo periodo va dal 189 al 192, anno della uccisione di Commodo. In questi anni il principe riprese in mano personalmente e con pugno di ferro le redini dell’impero, svelando anche il suo piano per la instaurazione di un nuovo regime teocratico che vedeva nell’imperatore, nuovo Ercole in terra, la sola autorità.
Iniziò così un periodo molto difficile per l’impero, nel quale Commodo diede segni manifesti di quella sua personalissima concezione della monarchia che vedeva nel principe un sovrano assoluto, semidio tra gli uomini. L’imperatore cambiò anche il suo nome: non volle più essere chiamato Commodo figlio di Marco, bensì Ercole figlio di Giove; la stessa Città di Roma venne chiamata Nova Commodiana. Anche le monete di questo periodo portano sempre più spesso l’effige dell’imperatore insignita degli attributi di Ercole (la clava e la pelle di leone) e nelle legende il riferimento al Semidio compare anche spesso come camerata dell’Imperatore (Herculi Comiti).
3 Comments
F
dato che solo a seguito dell’ascesa al trono Commodo prese nome “Augustus”, è possibile trovare sue monete antecedenti al 180 con la sigla AVG sul retro?
Angelo
Un sesterzio di commodo ha riportato sul retro la scritta SPQR, di che periodo è, non riesco a catalogarlo
elisa
moneta raffigurante uomo barbuto c’è una doppia m e un numero 92 dietro si vede un’ape o vespa, di metallo verde rame, che moneta è risale a commodo?