La politica economica di Commodo
Non appena assunto al trono Commodo abbandonò la politica militare del padre, affrettandosi a stipulare un oneroso trattato di pace con i Marcomanni e altre tribù germaniche da sempre ostili all’impero. Lasciata la frontiera danubiana dove Marco Aurelio era morto e dove lui stesso era stato proclamato imperatore, Commodo tornò a Roma nel 182 giusto in tempo per denunciare un complotto contro di lui e sbarazzarsi di avversari scomodi, anche amici, tra i quali pure la sorella Lucilla, esiliata a Capri e poi fatta uccidere.
Il ritorno di Commodo a Roma e l’abbandono del disegno del padre di spostare i confini dell’impero più a nord, segnarono l’inizio di un lungo periodo di pace, che durò per tutto il periodo di regno del figlio di Marco Aurelio.
Ma presto il giovane imperatore dovette affrontare grossi problemi di liquidità di cassa, non avendogli il padre lasciato quasi nulla. Per risolvere questa difficile situazione, oltre, come vedremo, alla riduzione del titolo di fino del denario per ottenere più monete da una libbra d’argento, Commodo sottopose i cittadini più abbienti ad un tributum capitis: 5 aurei all’anno per i senatori e per ciascun componente la loro famiglia (si ricorda che della famiglia facevano parte anche i servi); i decurioni delle città italiche dovettero pagare 5 denari all’anno per ogni componente la famiglia. In pratica Commodo sottopose al tributum capitis tutti i cittadini dell’impero appartenenti alla categoria degli honestiores, voluta dal suo predecessore Antonino Pio.
Foto 8. Denario di 2,86 grammi coniato a Roma nel 189. Al diritto testa barbuta in età matura con legenda M COMM ANT P FEL AUG BRIT P P. Al rovescio Minerva stante con dietro un trofeo e scritta MIN VICT P M TR P XIIII COS V DES VI. Cohen 366, R.I.C. 189. (h) |
I cittadini appartenenti alle classi meno agiate furono indubbiamente soddisfatti da questo provvedimento, che anzi aumentò la sua popolarità, già notevole per i decisi interventi dell’imperatore per aiutare i più deboli in occasione di una non meglio specificata epidemia che colpì Roma nel 187 e di un violento incendio che, nel 189, distrusse diversi quartieri della capitale, peraltro immediatamente fatti ricostruire da Commodo. Altrettanto non si può certo dire per gli honestiores, colpiti duramente dai provvedimenti fiscali dell’imperatore.
Ma Commodo dimostrò anche una particolare attenzione per lo sviluppo della economia, favorendo la nascita di piccole e medie imprese nei più diversi settori produttivi e particolarmente in quello del trasporto, sia per via di terra che per via di mare. Una delle maggiori preoccupazioni di Commodo fu quella di assicurare il regolare rifornimento di derrate alimentari a Roma ed alle altre importanti città dell’impero, che dipendevano, come la capitale, dalle importazioni.
Sotto il regno del figlio di Marco Aurelio ebbero un grande sviluppo anche le banche, particolarmente medio-piccole, in genere amministrate da un liberto, che si avvaleva di servi fidati che ne assumevano la gestione per conto del liberto stesso. Molte di queste piccole banche erano gestite da cristiani che poterono operare con molta libertà, data la politica di grande tolleranza di Commodo verso le altre religioni. Una delle più note fu quella gestita da Callisto, un servo cristiano del liberto Carpoforo. Ma la notorietà di questa banca è probabilmente dovuta al fatto che fallì clamorosamente, probabilmente per incapacità nella sua gestione da parte di Callisto, poi divenuto però vescovo di Roma.
3 Comments
F
dato che solo a seguito dell’ascesa al trono Commodo prese nome “Augustus”, è possibile trovare sue monete antecedenti al 180 con la sigla AVG sul retro?
Angelo
Un sesterzio di commodo ha riportato sul retro la scritta SPQR, di che periodo è, non riesco a catalogarlo
elisa
moneta raffigurante uomo barbuto c’è una doppia m e un numero 92 dietro si vede un’ape o vespa, di metallo verde rame, che moneta è risale a commodo?