di Roberto Diegi – da Panorama Numismatico nr.222 / ottobre 2007
Gaius Julius Caesar Germanicus
Biografia
Gaio nacque ad Antium il 31 agosto del 12 d.C. Era il terzogenito maschio di Germanico e di Agrippina Maggiore, scampato alla condanna all’esilio della madre e dei fratelli, Nerone Cesare e Druso Cesare, comminata dal Prefetto del Pretorio Seiano per una presunta congiura degli stessi, assieme ad altri personaggi illustri condannati a morte, diretta ad eliminare l’Imperatore Tiberio.
Le sue origini trovano importanti radici nell’albero genealogico della Gens Julia: Marco Vipsanio Agrippa, genero di Augusto e padre di Agrippina Maggiore, era infatti suo nonno in linea materna, anche se Gaio non amava questa ascendenza, considerata di poco nobile lignaggio.
Da piccolo Gaio era stato praticamente allevato tra i legionari comandati dal padre Germanico alla frontiera del Reno ed aveva portato dei sandali militari (caligae) come quelli dei soldati: da qui il soprannome Caligola (piccolo sandalo) datogli dai legionari, che lo accompagnò poi per tutta la vita.
Gaio visse anche in Oriente, sempre al seguito del padre. Quando Germanico morì, nel 19 d.C., ritornò a Roma dove visse sotto la protezione di Livia, la moglie di Augusto. Dopo l’esilio della madre Agrippina Maggiore, fu praticamente allevato dalla nonna paterna Antonia, fino a che Tiberio non lo chiamò a Capri accanto a se. Era l’anno 32 d.C.
Tiberio aveva designato come suoi eredi il giovane Gaio e Tiberio Gemello, figlio di Druso il Giovane e quindi suo nipote in linea diretta.
Il vecchio Imperatore aveva lasciato un enorme patrimonio, valutato ad oltre 175 milioni di denari, che in teoria avrebbe dovuto essere diviso in parti uguali tra Gaio e Tiberio Gemello.
Ma, alla morte di Tiberio, il Prefetto del Pretorio Macrone fece salutare come unico Imperatore dai pretoriani di stanza a Miseno il giovane Gaio, che allora aveva 24 anni; il Senato ratificò l’elezione di Gaio ed invalidò anche il testamento di Tiberio, di modo che tutto il patrimonio del defunto Imperatore passò nelle mani di Caligola. Fu però soprattutto l’Esercito che amava la stirpe di Germanico, a favorire la sua elezione. Era il 37 d.C.
Secondo alcune fonti, Gaio soffocò Tiberio con un cuscino per affrettarne la fine: personalmente ritengo che questa sia una delle tante maldicenze su Caligola. Non vi sarebbe stato alcun bisogno di aiutare il vecchio Imperatore a morire: era praticamente già morto per cause naturali!
Gaio aveva molti motivi, abbastanza giustificati, per nutrire rancori profondi nei confronti del suo predecessore e di coloro che avevano di fatto provocato prima l’esilio e poi la morte di sua madre e dei suoi due fratelli maggiori: Tiberio non fu divinizzato ed anzi il nuovo Imperatore non perse occasione per criticare Tiberio e la sua politica.
Tra i primi atti del suo governo vi fu quello di una amnistia generale nei confronti di tutti coloro che erano stati condannati per motivi politici: si accattivò anche il Senato restituendogli alcuni dei poteri che il prozio Tiberio aveva accentrato nella sua persona.
Il 1° luglio del 37 Gaio assunse il Consolato ed associò il cugino Tiberio Gemello nel comando dell’Impero.
Nel mese di ottobre del suo primo anno di regno, il 37 d.C., Gaio cadde però gravemente ammalato e le fonti storiche, concordi, raccontano che la notizia della sua malattia provocò una profonda, sincera, costernazione nei sudditi di ogni estrazione sociale. I primi mesi del suo Impero furono infatti caratterizzati da atti pubblici che facevano bene sperare per il futuro: restituì ai magistrati il pieno potere giudiziario, distinse nettamente le funzioni senatorie da quelle imperiali, ripristinò il sistema elettorale repubblicano, che consentiva alle tribù urbane e rurali di esprimere il loro voto attraverso i “Comitia”.
Ma probabilmente la malattia, dalla quale guarì fisicamente a novembre, lasciò su Gaio, già instabile per natura, effetti devastanti per quanto riguardava la sua psiche. La nonna paterna Antonia che aveva avuto un grande ascendente sul nipote, da lei allevato per anni, era morta in maggio e la sua influenza moderatrice era quindi venuta meno.
Gaio cominciò a vedere complotti dappertutto: il Prefetto del Pretorio Macrone, che pure aveva avuto una parte determinante nella sua elezione, fu condannato a morte nel 38 e si uccise; anche Tiberio Gemello, visto come suo potenziale rivale, ebbe il medesimo destino. Non si contano i personaggi, anche a lui legati da vincoli di parentela, che furono condannati a morte o “invitati” a suicidarsi.
Nel gennaio del 39 annunciò l’intenzione di ripristinare i processi per tradimento del tempo di Seiano e Tiberio ed il malumore unito ad una buona dose di terrore iniziò a diffondersi tra i Senatori ed alcuni importanti personaggi.
In breve tempo furono organizzati ben tre complotti contro l’Imperatore ed il terzo ebbe successo. Il 24 gennaio del 41 infatti, un pretoriano, Cassio Cherea, probabilmente su istigazione del Prefetto del Pretorio Marco Arrecino Clemente, pugnalò a morte Gaio nel suo palazzo del Palatino. Con Gaio trovarono la morte anche la moglie Cesonia e la figlioletta dell’Imperatore.
Gaius Julius Caesar Germanicus, detto Caligola, aveva regnato per quattro anni e ne aveva solo 28.