Ancora più marcato fu, probabilmente, l’aumento delle spese per la pubblica aministrazione, riorganizzata da Antonino in modo da far partecipare il maggior numero di persone ai benefici di un reddito fisso garantito dallo stato.
Cionostante, come detto, Antonino lasciò le casse dello stato in ottime condizioni, anche perché le pur molte iniziative dell’imperatore avvennero all’insegna del risparmio.
Sotto Antonino non ci fu certamente un inasprimento della pressione fiscale, che probabilmente anzi diminuì in Italia ma le province non beneneficiarono di questa felice situazione e, di fatto, vennero penalizzate, divenendo così focolai di potenziali rivolte contro l’impero centrale.
L’epoca di Antonino potè certamente essere definita una età dell’oro, ma qualche smagliatura cominciò a verificarsi, data la tendenza dell’imperatore a controllare tutto dal centro e a privilegiare l’Italia rispetto al resto dell’impero. Il risultato, come accennato, fu un progressivo impoverimento di parecchie province in quanto molti amministratori locali dovettero provvedere a proprie spese a lavori pubblici di ordinaria amministrazione (riparazione strade, ecc).
Sul piano squistamente politico-sociale vi è un altro aspetto che merita di essere sottolineato: la divisione della cittadinanza in Honestiores ed Humiliores.Alla prima classe appartenevano coloro che possedevano un patrimonio di almeno 25.000 denari, alla seconda tutti gli altri. Gli Honestiores non potevano essere condannati a morte, o ai lavori forzati, né sottoposti a tortura, se non per delitti di lesa maestà. Questa era una chiara divisione di casta tra potenti e gente comune: non tra ricchi e poveri come qualcuno ha sostenuto, perché anche avere un censo di soli 10.000 denari non significava certo essere poveri a quei tempi. Ma questa balorda iniziativa, pesantemente discriminatoria, la dice lunga sulle inclinazioni censo-aristocratiche del “Pius”.
Questa distinzione accrebbe la speranza di un futuro diverso e migliore da parte degli Humiliores. Fiorirono le attese messianiche, non solo cristiane ma anche di altre religioni, spesso orientali, portate nell’impero ed in Roma dalle legioni di stanza appunto in Oriente.
Spenti i sogni di una Roma in espansione nel mondo, la società ai tempi di Antonino doveva fare i conti con un futuro incerto anche se economicamente nessuno a Roma o in Italia versasse in condizioni economiche disagiate, ma la discussa distinzione tra Honestiores e Humiliores ingenerava il sospetto che le classi privilegiate fossero mantenute da questi ultimi.
L’imperatore non poteva non avvertire questo disagio, visti i provvedimenti con i quali cercò di attenuare il malcontento: il diritto divenne sempre più umano per plasmare una giustizia che non subisse l’influssso del censo, stemperando il vecchio concetto ciceroniano summus ius, summa iniuria.
D’altro lato si cercò di rimediare agli effetti negativi della divisione sociale e politica incoraggiando ogni forma di associazione di mutua assistenza. Antonino Pio incoraggiò la creazione di grandi compagnie di mercanti e di associazioni di operai ed artigiani per meglio provvedere ai bisogni ed alle esigenze della società.
In definitiva, si può quindi confermare che all’interno dell’impero non esistesse alcuna indigenza di massa. Anzi, nelle tre più grandi città dell’impero, Roma, Antiochia e Alessandria, l’epoca di Antonino poteva senza dubbio, come detto, essere ancora definita un’epoca d’oro. E’ stato osservato a quei tempi (Encomio di Roma, scritto dal letterato e filosofo greco Elio Aristide, vissuto appunto nel II secolo d.C.), che tutti gli appartenenti all’impero sono come distribuiti in due ordini: tutti i più istruiti e nobili e potenti d’ogni luogo sono cittadini romani; tutti gli altri stanno nella condizione di sudditi.
Anziché essere una amara constatazione (la realtà era questa e non solo ai tempi di Antonino, anche se il Pio aveva indubbiamente aggravato la situazione con la sua discriminazione sociale) questa divisione della società era, per Elio Aristide, fonte di grande ammirazione per Roma e la sua organizzazione. Ma anche molto più recentemente il Gibbon nella sua famosa opera Storia della decadenza e della caduta dell’impero romano (1776) aveva affermato che il regno di Antonino Pio può essere preso ad esempio di un periodo veramente felice per tutti gli abitanti dell’impero. Studiosi più vicini a noi e più attenti alla realtà delle cose non hanno però dimostrato tanto entusiasmo.
L’appellativo di Pius Antonino se lo era probabilmente meritato agli inizi del suo principato, per i motivi ben precisi già illustrati e nella accezione più antica del termine. Tuttavia nessuno ha mai messo in dubbio l’animo elevato e le buone intenzioni dell’imperatore durante tutto il suo principato
Comunque sia, al di là delle diverse opinioni è storicamente provato che il lungo regno di Antonino fu un periodo nel complesso decisamente buono per l’impero. Non vi furono guerre importanti, la pace durò ininterotta per oltre venti anni, come ai tempi di Adriano, ed il tenore di vita fu, in genere, più che soddisfacente. Non va però sottaciuto il fatto che, nonostante tutto, aumentavano i rancori contro la discriminazione tra i potenti e gli altri, certamente voluta dall’imperatore, forse senza rendersi ben conto delle conseguenze future di questa netta distinzione fondata sul censo.
Antonino non lasciò memoria di sé in grandiosi monumenti, come avevano fatto prima di lui Traiano e Adriano: va però ricordato il completamento del mausoleo di Adriano, nel 139, anche se il progetto e l’inizio dei lavori si debbono attribuire al suo predecessore e padre adottivo.
La Colonna Antonina, che si può ammirare ancora oggi a Roma in piazza Colonna, non venne eretta da Antonino Pio come molti credono, ma da Commodo nel 180, alla morte del padre, l’imperatore Marco Aurelio, per celebrarne le vittoriose campagne militari, su modello della assai più nota Colonna Traiana. Il nome “antonina” deriva dal fatto che sia Marco Aurelio che Commodo erano anch’essi degli Antonini, il primo per adozione da parte del Pio, il secondo per sangue essendo figlio di Marco.
8 Comments
alessandro gandolfi
sono in possesso di una moneta mai vista di antonino pio davanti c”e il volto di antonino e dietro e raffigurata una donna che sulla mano destra sorregge una palla mentre ai suoi piedi vi sono due bambini e un terzo sembra sorregerlo con il braccio sinistro.ai lati ci sono due lettere s/c la moneta sembra d”oro.cerco una valutazione da chi ne capisce.
Stefano
Bella sintesi di elementi prettamente numismatici e di analisi storica e della situazione politica.
admin
Per questo tipo di informazioni è preferibile contattare direttamente Nomisma allo 0549 904012 in orari di ufficio.
italo marino sansonetti
Conoscere le monete antiche vuol dire soprattutto avviarsi ad un sicuro arricchimento delle nostre conoscenze storiche.
con stima
Sansonetti Italo M.
Indignato speciale
Sono capitato in questo sito per puro caso cercando di capirci qualcosa sulla moneta di Antonino Pio, un argomento molto importante che dovrò inserire nella mia ricerca per la scuola. L’unico problema è che in questo sito della moneta non se ne parla proprio, oltre alle immagini io non saprei cosa inserire!
In ogni caso ho apprezzato questa sintesi sul regno di Antonino.
salvatore
ciao a tutti io possiedo una moneta di antoninus pius davanti ce la sua immagine e dietro ce una donna con il volto rivolto sulla destra e appoggia la gamba destra su qualcosa mentre nella mano sinistra mantiene un alancia dritta
Fabio
sono in possesso di una moneta con Antonino Pio, ma non ne ritrovo riscontro, se riconoscete inviatemi qualche dato, grazie. Descrizione: davanti viso di Antonino Pio e la scritta ANTONIVS AVC PIVS PP e dietro, due alberi con in mezzo la scritta COSV.
giuseppe
sembra che di queste monete di antonino pio ce ne siano parecche che nn si trova riscontro
ne possiedo una io che dalla parte opposta del volto ce un soldato che si appoggia a una
lancia..saprete dirmi all incirca il valore??
in attesa di una vostra risposta in merito, ringrazio.
cordiali saluti