di Roberto Diegi – da Panorama Numismatico nr.259 / febbraio 2011
Flavius Valerius Constantius
Marcus Galerius Valerius Maximianus
Flavius Valerius Severus
Caius Galerius Valerius Maximinus Daia
Marcus Aurelius Valerius Maxentius
Licinius Valerius Licinianus
Flavius Valerius Constantinus
Con l’abdicazione del vecchio augusto senior, Diocleziano, avvenuta nel 305, contemporaneamente a quella dell’altro augusto Massimiano (assai poco convinto per la verità), si aprì un periodo di forte crisi della Tetrarchia, che in poco tempo portò al disfacimento di questo sistema di governo, ottimo sulla carta ma che non aveva tenuto conto delle ambizioni umane.
A mio parere, come ho già sostenuto, l’abdicazione dei due primi augusti aveva segnato il declino del sistema tetrarchico, anche se, storicamente, vi sono state, come vedremo, diverse altre tetrarchie (termine peraltro abbastanza improprio) fondate però sulla confusione e sulla apertura di una guerra civile tra i diversi pretendenti al trono, che doveva culminare nella assunzione del potere assoluto da parte di Costantino.
Prima di arrivare a questo totale disfacimento del sistema, debbo riconoscere che anche la terza Tetrarchia avrebbe avuto i numeri necessari per affermarsi, se il vecchio Diocleziano, chiamato a dirimere la questione della successione, alla morte prematura dell’augusto Costanzo e del cesare Severo II, non avesse combinato un bel pasticcio, confermando nella massima carica Galerio, che era già augusto dai tempi della seconda Tetrarchia, affiancato però da Licinio, un oscuro generale; cesari venivano nominati Costantino e Massimino Daia, che peraltro già lo era.
Ma Costantino ambiva al rango di augusto che era già stato di suo padre Costanzo, mentre Massenzio, figlio di Massimiano, restava totalmente escluso da ogni carica. Il vecchio augusto Massimiano poi, rimangiandosi il pensionamento, si rimise in lizza mettendosi prima con il figlio Massenzio e poi con il genero Costantino, alla cui corte finì però tragicamente i suoi giorni nel 310.
A questo punto della confusa vicenda vi erano in lizza due augusti ufficiali, Galerio e Licinio, e ben tre augusti di fatto: Costantino, Massenzio e Massimino Daia.
Ma conviene andare con ordine.
Quando Diocleziano e Massimiano Erculeo si dimisero, nel maggio del 305, Galerio Massimiano e Costanzo assunsero la dignità di augusti, secondo le regole della Tetrarchia, e accettarono la designazione a cesari nelle persone di Massimino Daia, cui fu affidato il governo dell’Egitto e delle province orientali, e di Flavio Valerio Severo, che fu destinato all’Italia e all’Africa. Costanzo divenne senior augustus. Era la seconda Tetrarchia.
I due nuovi cesari erano personalità militari ben note alle armate danubiane ed orientali in genere, avendo servito assai bene sotto Galerio. Ma nella parte occidentale dell’Impero l’opinione pubblica e i diretti interessati si aspettavano che divenissero cesari Costantino, figlio di Costanzo I e Massenzio, figlio di Massimiano Erculeo.
Il vecchio e dispotico tetrarca Diocleziano, designando Massimino e Severo, aveva scontentato tutti, salvo Galerio.Ma l’augusto Costanzo morì prematuramente a York nel luglio del 306 e suo figlio Costantino venne acclamato augusto dal popolo che aveva amato Costanzo e che molto si attendeva dal figlio. L’altro augusto Galerio la prese molto male, ma, dopo aver minacciato guerra e distruzioni, trovò più opportuno scendere ad un compromesso: a Costantino venne riconosciuta la dignità di Cesare ma sottoposto a Severo, divenuto augusto al posto del defunto Costanzo.
Segue ……