La mostra numismatica “Le monete dei Savoia. Dal nido savoiardo al regno d’Italia” che si è svolta, dal 17 marzo al 10 aprile 2011 presso il Salone d’Onore del Palazzo della Prefettura in Novara, in occasione del 150° anniversario dell’Unità d’Italia, ha offerto, mediante l’esposizione di 379 monete coniate dall’XI al XX secolo, una preziosa occasione per meglio conoscere gli avvenimenti della dinasta dei Savoia. La storia della nostra penisola è infatti strettamente collegata a quella di questa famiglia, una fra le più antiche d’Europa, quasi mille anni. L’unità nazionale nasce, il 17 marzo 1861, sotto l’egida della monarchia sabauda. L’importante iniziativa culturale è stata realizzata grazie alla collaborazione fra la Prefettura di Novara, la Sovrintendenza per i Beni Archeologici della Toscana, la Provincia e il Comune di Novara, la Circoscrizione Centro di Novara, l’Associazione Culturale Phalantos, la delegazione F.A.I. di Novara ed anche grazie alla collaborazione e ai contributi di altri enti, associazioni, ma anche di privati cittadini. Questa lodevole iniziativa, oltre a mostrare che attraverso le monete si possono studiare aspetti culturali, storici, sociali ed economici di una nazione, ha anche il merito di aver dato alla stampa un interessante catalogo di ben 168 pagine con quattro contributi, scritti da diversi autori, e le immagini delle monete in esposizione.
Nel primo intervento, Carlo Alberto, il Re liberale e riformista che favorì l’ideale di Italia unita, Antonio Poggi Steffanina illustra brevemente la vita di Carlo Alberto che venne incoronato re il 27 aprile 1831 e prese parte alla prima Guerra d’Indipendenza, scoppiata all’indomani delle cinque giornate di Milano (marzo 1848). Dopo la sconfitta Sabauda a Custosa e la definitiva disfatta nella battaglia della Bicocca a Novara (23 marzo 1849), decise di abdicare a favore del figlio Vittorio Emanuele II e andare in esilio volontario in Portogallo.
Il contributo di Francesco Giannoccaro (La monetazione metallica dei Governi Provvisori nella prima e nella seconda guerra d’indipendenza) è invece incentrato sulla monetazione emessa dai governi provvisori durante la prima guerra d’indipendenza (1848-1849). In particolare vengono illustrate legislazione, descrizione, prove e progetti, delle monete coniate dal governo provvisorio di Lombardia (1848), dal governo provvisorio di Venezia (1848-1849), dalla Repubblica Romana (1849), comprese quelle prodotte nella zecca di Ancona. Segue poi un’analoga trattazione per la monetazione dei governi provvisori nella seconda guerra d’indipendenza (1859-1860). Vengono quindi descritte le monete battute dal governo delle regie province dell’Emilia e dal governo provvisorio della Toscana.
Elio Balossini nello scritto Il Piemonte e la “questione d’Oriente” ricorda che Cavour inviò, nel 1855, un contingente piemontese, al comando del generale Alfonso La Marmora, per partecipare alla guerra di Crimea (1854-1856) al fianco di Francia, Inghilterra, Turchia, con l’appoggio esterno dell’Austria e della Prussia, impegnate contro la Russia. Il corpo di spedizione era formato da 17.676 soldati cui furono aggregati 3.496 cavalli, 36 cannoni oltre al materiale di vettovagliamento. L’intervento in questa guerra lontana fu la prima mossa strategica per l’unificazione dell’Italia e porre fine al dominio austriaco.
Infine Fiorenzo Catalli in Le monete dei Savoia: dai conti ai re d’Italia, in 24 pagine, ci racconta della dinastia dei Savoia che può vantare una lunga continuità di regno. Allo stato attuale delle conoscenze si risale alla figura di Umberto I il Biancamano, primo conte di Savoia (975 ca.-1047), i suoi antenati restano, almeno per ora, avvolti nel mistero. Con il terzo conte di Savoia Oddone (1051-1057) ha inizio la secolare produzione monetaria con denari in argento coniati nella zecca di Aiguebelle. Proprio attraverso le monete si possono riscoprire i protagonisti della dinastia dei Savoia dal conte Umberto II il Rinforzato (soprannome derivato dalla massiccia corporatura) a Umberto III il Beato (annoverato tra i Beati dell’Ordine cistercense, religiosissimo e amante del celibato, si sposò tuttavia quattro volte). Fu Amedeo VIII il Pacifico che ricevette, il 19 febbraio 1416, dall’imperatore Sigismondo il titolo ducale da trasmettere ai propri discendenti; nel 1434 prese la decisione di ritirarsi a vita eremitica nell’Eremo di Rigaglia (lago di Ginevra), il 25 giugno 1439 il Concilio di Basilea che si trovava in forte contrasto con Roma lo elesse papa con il nome di Felice V, dieci anni dopo fu trovato un accordo, Amedeo rinunciò alla tiara ponendo fine allo scisma.
Ed ancora, nel 1713, Vittorio Amedeo II si vide riconoscere finalmente la sovranità di tutto il Piemonte, del Monferrato, della Savoia e Nizza, ma soprattutto il sospirato titolo regale, re di Sicilia (1713-1718); Sicilia che, nel 1718, venne baratta con la Spagna per la Sardegna (re di Sardegna 1718-1730). Ma questi non sono che pochi esempi fra i tanti. Tra denari deboli e forti, grossi, parpaiole, mezzi grossi, quarti di grosso, scudi, doppi grossi, ducati, testoni, talleri, doppie, lire, cavallotti, soldi, ducatoni, fiorini, reali, pezzi coniati in oro, argento, rame, si compie un viaggio nel tempo dal XI al XX secolo che permette di arrivare sino a Vittorio Emanuele III re d’Italia.
Il bel catalogo, ampiamente illustrato con figure a colori, riporta 379 immagini di monete che, per migliorare la leggibilità e la visione, sono state leggermente ingrandite rispetto al formato originale. Tutti i pezzi riprodotti sono corredati dalle relative descrizioni. Una pubblicazione interessante per chi si occupa di numismatica, in particolare sabauda, ma che può riservare gradite sorprese a tutti gli appassionati di storia del risorgimento e, più in generale, di storia d’Italia. Un volume capace di far ricordare e rivivere gli ideali ed i sentimenti che sono alla base del senso di unità nazionale, ideali per i quali molte persone hanno donato il loro sangue. Ancora una volta è dimostrato che, con passione e collaborazione fra enti e privati cittadini, anche attraverso la numismatica sia possibile fare cultura.
AA.VV.
LE MONETE DEI SAVOIA.
DAL NIDO SAVOIARDO AL REGNO D’ITALIA
NOVARA 17 MARZO – 10 APRILE 2011
SALONE D’ONORE – PREFETTURA DI NOVARA
Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana
168 pp., 21 x 29,7 cm
s.i.p.