Il volume, firmato da Ezio e Daniel Zadra, è il terzo libro dato alle stampe dai due autori di Merano dopo quello dedicato all’ultimo Kaiser dell’impero austriaco, Karl I (IV) 1916-1918, e quello sulla monetazione del Regno Lombardo Veneto. Anche in questo caso di tratta di una pubblicazione bilingue italiano e tedesco, e certamente non poteva essere altrimenti. Questo lavoro è dedicato alla monetazione emessa dagli ultimi tre imperatori di Germania, riguarda quindi Giuseppe II (1765-1790), Leopoldo II (1790-1792) e Francesco II (1792-1806), sia come imperatori che come re, duchi o principi dei territori della famiglia Asburgo-Lorena, e copre un intervallo temporale che va dal 1780 al 1806. La prima data si riferisce al momento in cui Giuseppe II diventa unico sovrano, l’altra al momento dello scioglimento del Sacro Romano Impero di Germania dopo una storia millenaria.
Il Sacro Romano Impero nacque formalmente con l’incoronazione, nella notte di natale dell’800, di Carlo Magno ad opera di papa Leone III nella basilica di San Pietro a Roma. L’impero, che molti storici definiscono Carolingio, all’atto della nascita comprendeva Francia, Germania, Catalogna, Boemia, Italia centro settentrionale; ne era capitale la città di Aquisgrana. Con l’incoronazione di Ottone I, nel 952, si ridusse di estensione, comprendendo solamente Germania e la parte settentrionale dell’Italia, ma ebbe inizio il dominio degli imperatori tedeschi. Sotto Massimiliano I (1493-1519) sarà definito Sacro Romano Impero della Nazione Germanica. Con il successore Carlo V (1519-1556) l’impero divenne così vasto che si affermava che su di esso non tramontasse mai il sole. Tutto questo grazie ai territori soggetti a Carlo, essendo investito dei titoli di re d’Italia, di Spagna e delle Indie, arciduca d’Austria, re di Napoli, di Sicilia e di Sardegna, duca di Borgogna e ovviamente, essendo un Asburgo, imperatore del S.R.I., con l’abdicazione volontaria di Francesco II, nel 1806 e la rinuncia per sempre al titolo di imperatore dei romani.
La grande Maria Teresa d’Austria, il cui regno durò dal 1740 al 1780, diede origine alla dinasta che resse le sorti dei domini austriaci fino alla prima guerra mondiale. Tre dei suoi figli divennero sovrani: Maria Antonietta come regina di Francia e Navarra, Giuseppe II e Leopoldo II come imperatori del Sacro Romano Impero. Il primo, associato al trono con la madre (dal 1765 al 1780) e quindi come unico regnante, è noto soprattutto per essere stato un sovrano illuminato: «tutto per il popolo, ma niente attraverso il popolo». Egli non ebbe figli quindi designò come suo successore il fratello Leopoldo che, dal 1765 al 1790, visse a Firenze e resse il granducato di Toscana, incarico a cui si era dedicato con grande passione per riformare e modernizzare lo stato. Molti furono i traguardi raggiunti come, ad esempio, la bonifica delle terre paludose della Maremma, il potenziamento dell’accademia dei georgofili, l’abolizione delle vecchie corporazioni, l’abolizione del reato di lesa maestà, la confisca dei beni, la tortura e la pena di morte. Nei confronti della Chiesa abolì la manomorta e stabilì che i frati dei conventi dovessero partecipare al lavoro dei contadini. Costretto a rientrare a Vienna per assumere il titolo di imperatore, lasciò il Granducato a Ferdinando III di Lorena. Leopoldo morì dopo appena due anni, al suo posto venne insediato suo figlio Francesco II che dal 1804 assunse il titolo ereditario di imperatore d’Austria e ingrandì il regno annettendo Ungheria, Croazia e Boemia. Si può ricordare che, dal 1792 al 1796, fu anche l’ultimo duca di Milano. Con un suo proclama il 6 agosto del 1806 dichiarò estinto il S.R.I. di Germania e ufficialmente decaduti il governo imperiale, i Grandi Elettori e le alte cariche dell’impero.
Il catalogo è impostato a schede con la descrizione di ciascuna moneta raffigurata a colori nelle dimensioni originali, spesso anche con un ingrandimento, il quale è quasi sempre presente per pezzi con diametro inferiore a 2 centimetri. Oltre alle caratteristiche tecniche, è indicato il grado di rarità di ciascun millesimo per ciascuna zecca. La presenza, in alto a destra, nelle schede di ogni singola moneta, di una corona imperiale indica, in modo rapido, a colpo d’occhio, che il pezzo è stato emesso come imperatore del S.R.I. Per scelta volontaria degli autori non sono invece riportate le quotazioni di mercato suscettibili di rapide variazioni, anche notevoli, in funzione della situazione dell’economia reale di ogni singola nazione, ma anche di quella continentale e mondiale. Non bisogna infine dimenticare la partecipazione alle aste numismatiche dei paesi così detti emergenti, prima non presenti, che ha fatto oscillare il valore delle monete. Quindi, secondo gli estensori del volume, il prezzo teorico di ogni pezzo non è un dato certo e pertanto non ha senso riportarlo. Chiunque può consultare online i prezzi realizzati.
Spesso le schede terminano con un aneddoto, una curiosità, una precisazione sulla storia della moneta illustrata, poche righe che rendono particolarmente interessante il testo. Considerato che le monete sono strettamente collegate con il periodo storico durante il quale circolarono, nel volume sono quindi inserite alcune semplici pagine storiche. Tra le notizie riportate si può leggere, ad esempio, che l’origine del termine “kreuzer” è fatta risalire a un soldo coniato nel 1271 a Merano, che per la coniazione a Milano dello scudo e del ½ scudo delle corone di Leopoldo II furono usati punzoni leggermente variati rispetto alle altre zecche. E, ancora, che la moneta da 3 kreuzer 1799 ha la caratteristica di essere particolarmente spessa, oltre 3 mm. Su certe monete, come sui 6 e i 12 kreuzer 1795 di Francesco II, si trova la scritta KAI·KÖN che sta per kaiser und köning, cioè imperatore e re; le legende sulle monete sono in genere in latino mentre, in questo caso, sono in tedesco perché incise su spiccioli per il popolo e quindi riportate nella lingua parlata.
Tra le monete descritte sono state anche considerate le emissioni del giuramento, doppio zecchino, zecchino, lira e ½ lira per Giuseppe II e per Francesco II. L’usanza delle monete del giuramento fu introdotta a Milano da Maria Teresa nel 1741, ogni nuovo imperatore, al momento della sua nomina a duca di Milano le faceva coniare e le donava al popolo durante la cerimonia del giuramento. Resta ancora aperta la questione se queste emissioni fossero effettivamente monete o medaglie. Gli autori propendono per considerare monete le coniazioni che rispettavano i pesi ufficiali delle monete in corso. Sono state considerate e descritte anche le monete emesse durante l’insurrezione belga (1789): gli insorti misero sul dritto la figura di un leone in piedi con lancia, sulla punta il cappello della libertà, sull’altro lato la dicitura AD USUM FOEDERATI BELGII.
Il risultato finale è un volume dalla grafica piacevole che offre una panoramica della monetazione trattata. Chiaramente è uno strumento utile per chi si occupa di monete degli Asburgo, ma può interessare pure al collezionista di monete italiane in quanto sono illustrate monete coniate a Vienna e a Hall per Gorizia, a Mantova, a Milano, a Venezia e a tutti i cultori di numismatica. Nella prefazione gli autori indicano che è stato scritto con passione da collezionisti per altri collezionisti e questo la dice lunga sulla sua utilità.
Ezio & Daniel Zadra
LE MONETE DEGLI ULTIMI TRE IMPERATORI DEL SACRO ROMANO IMPERO DI GERMANIA
Frühwald
Salisburgo 2017
pp. 244
21 x 29,7 cm
49 euro