Le monete celebrative per l’arrivo e l’incoronazione di Carlo V a Bologna e la cronaca coeva dell’avvenimento redatta da Ugo Boncompagni, Futuro papa Gregorio XIlI
Nel 1530 Bologna conia alcune monete in occasione di un avvenimento di risonanza mondiale: l’arrivo in città, alla fine di febbraio, di Carlo V d’Asburgo, allora trentenne, imperatore del Sacro Romano Impero, re di Spagna e dei Paesi Bassi, e la sua solenne incoronazione in San Petronio da parte di Clemente VII de’ Medici. Furono emesse monete d’oro e d’argento in numero limitato, sì che questi pezzi sono di estrema rarità o addirittura unici oggi, oltreché molto particolari per tipi e denominazione, che si discostano totalmente da quelli precedenti e successivi della zecca bolognese.
Sono infatti monete che pur non conseguenti a una conquista territoriale (ma non si dimentichi il sacco di Roma di poco precedente), sono state coniate a nome di un sovrano straniero in un territorio pontificio. Per Bologna una sorta di enclave numismatica.
Prima di passare alla descrizione delle monete. credo opportuno inquadrare schematicamente la figura di Carlo V, con particolare riferimento al preciso momento storico. e ai suoi rapporti col Papa: erano appena passati due anni da quando i Lanzichenecchi luterani al soldo dell’imperatore avevano messo a sacco Roma,Vaticano compreso, devastando, rubando e dileggiando la Chiesa.
Lo stesso Papa fatto prigioniero e segregato in Castel Sant’Angelo con promessa di liberazione dietro pagamento di un riscatto di 400 mila ducati che furono ricavati dal metallo dei preziosi arredi dell’appartamento e della cappella papale e fusi da Benvenuto Cellini, archibugiere pontificio in Castel Sant’Angelo. Clemente VII, umiliato e sdegnato, fece voto di non radersi più la barba finché non fosse stato liberato.
Continuando la prigionia, riuscì a fuggire a Orvieto su una muta, travestito da semplice prete. Venne poi la rappacificazione con Carlo V, dopo il trattato di Cambrai, ma Clemente non si tagliò più la barba; questo particolare curioso consente, nella ritrattistica e nella monetazione coeva, di distinguere le produzioni ante e post sacco di Roma. La moda di conservare l’onor del mento durerà poi per i pontefici per ben due secoli. Lo schema riportato sintetizza la cronologia relativa a Carlo V e gli eventi che lo resero padrone d’Europa.
Segue: articolo completo in formato pdf da scansione dell’articolo originale da Panorama Numismatico nr.77 / luglio 1994 (articolo richiesto da un ns. lettore)