Quando Giuseppe Carucci iniziò a collaborare con «Panorama Numismatico» parlando della Russia e delle sue emissioni, la monetazione russa in Italia era pressoché sconosciuta e scarsi erano sia la bibliografia sull’argomento che l’interesse collezionistico. Eppure essa ha radici antiche e una storia complessa e varia che riflette la complessità del suo popolo e la vastità del suo territorio, il più grande al mondo come estensione. La riunificazione di tutte le terre russe intorno al Granducato della Moscovia iniziò nel 1547, quando il granduca Ivan IV, detto il Terribile, assunse il titolo di zar, ovvero di re, dal termine romano e bizantino caesar. Il periodo zarista durò 370 anni, fino al 1917, quando lo zar Nicola II abdicò ed ebbe inizio l’era sovietica.
Prima del periodo zarista, però, esisteva già una monetazione autonoma russa i cui albori si possono fissare probabilmente agli inizi XIV secolo, quando la moneta di uso corrente era il denga (a dire il vero le prime monete russe furono coniate tra il X e l’XI secolo, ma per pochi anni e in quantità così limitata che se ne perse addirittura la memoria storica). Con il termine “rublo” si indicava invece, all’epoca, un lingottino d’argento di 200 grammi circa usato in vario modo: per grandi pagamenti, come moneta di conto per misurare i valori e come piede monetario dal quale ritagliare monete effettive come il denga, l’altyn e il copeco. Fu nel XVII secolo, sotto il regno di Aleksej Mikhailovich Romanov, che apparve il primo rublo in moneta, battuto a imitazione dei talleri europei. Pietro il Grande, un secolo più tardi, nel tentativo di modernizzare il paese, volle attuare alcune importanti riforme monetarie grazie alle quali il rublo diventò una moneta a pieno titolo e, al tempo stesso, la base del sistema monetario del Paese. È all’interno di questo processo che nel 1704 nacque il primo rublo in argento, che raffigura il busto di profilo di Pietro I al diritto e l’aquila bicipite dei Romanov al rovescio. L’emissione di monete in oro era invece molto irregolare e avrebbe trovato maggiore stabilità e continuità solo con il regno di Elisabetta (1741-1762), che fece realizzare esemplari in oro anche di grandi tagli, come i ricercatissimi 10 rubli coniati sia a Mosca che a San Pietroburgo.
Nel 1769 Caterina la Grande introdusse la cartamoneta, un’operazione che servì a coprire il deficit nelle casse statali dovuto alle grandi spese per la Guerra Russo-Turca (1768-1774). L’ultimo rublo in moneta coniato durante l’Impero risale al 1915, dopo di che venne emesso sotto forma di banconota durante il Governo Provvisorio, nel 1917, anno in cui la cartamoneta prese definitivamente il posto della moneta metallica ma fu svalutata al punto tale che, all’inizio del 1920, la quantità di banconote di carta non garantite presenti sul mercato era così alta che risultava più conveniente bruciarle per scaldarsi anziché comprare legname.
Di tutto ciò tratta il volume di Giuseppe Carucci La Russia degli Zar. Storia & Monete, pubblicato con grande perizia da Artebaria Edizioni, attraverso la narrazione delle vite dei sovrani succedutisi al trono e dei fatti storici, economici e militari che hanno caratterizzato lo sviluppo del paese. Grazie alla conoscenza approfondita della lingua e della cultura locali, infatti, Giuseppe Carucci ha potuto conoscere a fondo la storia delle emissioni russe: con intelligenza e impegno, per primo ne ha voluto diffondere la conoscenza anche in Italia, in veste di divulgatore ed esperto. I suoi testi non sono mai di stretto argomento numismatico prendendo invece spunto da fatti storici, di cronaca o da eventi particolari, ed hanno il pregio di raccontare e far conoscere non solo le monete ma anche la storia e le vicende legate ad ogni coniazione. Ogni capitolo è arricchito di annotazioni e curiosità e tratta anche di esemplari insoliti e ricercati dal mercato collezionistico, come le coniazioni celebrative ottocentesche in oro e in platino, e i soldi di pelle usati in Alaska quando questa faceva parte dell’Impero russo.
Oltre ai capitoli – alcuni comparsi sulle pagine di «Panorama Numismatico» più vari inediti – il libro presenta un’appendice dedicata ai rapporti culturali intercorsi tra Italia e Mosca.
Al giorno d’oggi, con l’interesse collezionistico sulla monetazione russa in continua crescita e la comparsa di molti esemplari, anche con pedigree prestigiosi, nelle aste internazionali, la comparsa di questo libro è quanto mai importante. La chiarezza della scrittura, l’elegante veste grafica con ingrandimenti che rendono visibili anche i più piccoli dettagli delle immagini riprodotte e l’indice cronologico degli zar ne fanno un testo fondamentale per la consultazione; il grande formato e le bellissime illustrazioni lo rendono un libro estremamente piacevole da sfogliare e conservare.
Giuseppe Carucci nasce a Martina Franca nel 1948. Dopo il conseguimento della maturità classica frequenta la facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Bari laureandosi nel 1972. Nel 1969 collabora come commentatore radiofonico nelle trasmissioni in lingua italiana della nota emittente Radio Praga in Cecoslovacchia. Nel 1973 ottiene una borsa di studio come ricercatore presso l’Ipres (Istituto Pugliese di Ricerche Economiche e Sociali) con sede a Bari, ed è assistente alla cattedra di Sociologia dell’Università di Bari. Nel 1975 vince un concorso indetto dall’Ambasciata dell’Unione Sovietica a Roma e parte per Mosca per un master annuale conseguendo, nel 1976, il titolo di docente di lingua e letteratura russa con diploma rilasciato dall’Università statale Lomonosov di Mosca. Dal settembre 1976 al marzo 2000 risiede a Mosca come agente di commercio internazionale e rappresentante di varie aziende italiane produttrici di macchinario industriale e beni di largo consumo. Collabora inoltre con le case editrici sovietiche “Progress” e “Raduga” come traduttore dal russo in italiano di libri e materiali vari. Appassionato di numismatica sin dalla giovane età, dopo il rientro in Italia avvenuto nel 2000, collabora con la rivista «Monete Antiche» dal 2004 al 2008 e, dal 2002 inizia la collaborazione, ormai ventennale, con la rivista «Panorama Numismatico», mensile di Numismatica, Medaglistica e Cartamoneta, con la pubblicazione di articoli di carattere storico-numismatico. Vive attualmente nell’agro di Martina Franca in compagnia di numerosi amici pelosi a quattro zampe.
Giuseppe Carucci
La Russia degli Zar. Storia & monete
Artebaria Edizioni 2021
pp. 192, ill. – 40 euro – 25 x 33 cm
ISBN: 9788896711958
Info: pinocarucci@libero.it