di Antonio Loteta
LA STORIA E LE MONETE BATTUTE SOTTO UN VICERE’ MOLTO AMATO MA CHE FINI’ MISERAMENTE NELLE CARCERI SPAGNOLE.
Le finanze siciliane, sotto i regnanti spagnoli Filippo II (1556-1598) e Filippo III (1598-1621), furono prosciugate per sovvenzionare le continue guerre di espansione.
Nel gennaio del 1610 Filippo III nomina Don Pedro Tellez Giròn III duca di Ossuna, viceré di Sicilia.
Don Pedro Giron nasce a Ossuna il 17 dicembre 1574 dal matrimonio tra Juan Tellez Giron II, Duca di Ossuna, e Ana Maria Fernandez de Velasco. La duchessa Catalina Enríquez de Ribera y Cortés, moglie di Don Pedro, alla fine di maggio del 1610 dà alla luce una bimba e la battezza Antonia. Tutti e tre si imbarcano a Barcellona diretti a Genova, per poi raggiungere Palermo. Dopo aver toccato il porto di Genova, arrivano a Napoli il 24 dicembre 1610, dove si fermano per un lungo periodo a causa delle cattive condizioni sia del tempo e sia della nave che li ha portati fin lì. Nel marzo del 1611 giungono a Milazzo e poi proseguono verso Messina. Infine, Don Pedro Giron prende possesso del Viceregno di Sicilia a Palermo il 2 aprile 1611. Una volta giunto in Sicilia, il Viceré trova una situazione disastrosa. Si rende conto che l’isola non ha una sufficiente flotta navale, che la delinquenza dilaga senza essere fronteggiata dalle istituzioni e che le casse del regno sono vuote. Dopo aver ispezionato Messina, Catania e Siracusa, ne fortifica le coste per fronteggiare le continue incursioni da parte dei turchi e contemporaneamente amplia la flotta siciliana.Per contrastare la delinquenza, fa eseguire condanne esemplari e vieta la circolazione nelle città di uomini armati.
Nonostante la sua giovane età, Don Pedro governa con fermezza in Sicilia e fronteggia l’invasione turca con l’aiuto del capitano di origini siciliane Ottavio d’Aragona.
Ottavio d’Aragona Tagliavia nasce a Palermo nel 1565. Il padre Carlo D’Aragona Tagliavia, Vicere di Sicilia per due mandati dal 1556 al 1558 e dal 1571 al 1577, lo avvia alla milizia. Re Filippo III riconosce il suo valore militare e lo nomina regio consigliere in Sicilia, il viceré Duca di Feria lo promuove con il titolo di luogotenente e stratigò governatore in Messina nel gennaio 1607. Nel 1611 Il nuovo viceré di Sicilia, Don Pedro Giron, appena giunto a Messina, lo nomina generale delle galere.
Il potenziamento della flotta e la nomina a generale di Ottavio d’Aragona portano al viceré onore e gloria. Ottavio d’Aragona infligge forti perdite alla flotta turca, portando a Palermo ingenti bottini e navi prese al nemico, e libera centinaia di cristiani fatti schiavi dai turchi.
Il 23 settembre 1613 il viceré organizza una festa a Palermo in onore di Ottavio d’Aragona, presente il cardinale Giannettino Doria, il quale è stato per pochi mesi viceré di Sicilia prima dell’insediamento di Don Pedro Giron. Per dare una nota di colore, riporto la descrizione dell’abbigliamento di Don Pedro Giron alla festa: Con un vestito nero ricamato d’argento, con spada argentata avente una fascia nera, con un cappello nero con una piuma bianca, con una gorgiera argentata, un bastone nero foderato d’argento, scarpe con speroni.
Al suo arrivo in Sicilia il nuovo viceré trova una situazione economica disastrosa. Il banco pecuniario di Palermo è da poco fallito e per poter far fronte alla richiesta di denaro dei creditori, che sono sia privati e sia pubblici, organizza una raccolta di argento che manda alla zecca di Messina per produrre nuova moneta. Il viceré, inoltre, fa arrestare e poi impiccare dal boia i due notabili responsabili del fallimento del banco e, per catturare il cassiere, un certo Francesco Gatti che si era reso latitante, fa arrestare alte cariche che ne avevano protetto la latitanza.Riavvia le Tables o Tavole a Palermo e a Messina dove si può cambiare la vecchia moneta tosata con la nuova a peso.
Il 7 febbraio del 1612 il viceré fa giustiziare due fratelli napoletani, Andrea e Vincenzo Mulè, responsabili di aver prodotto moneta falsa. A tradirli è un loro amico, anche lui venuto da Napoli, che rivela dove erano ammucciati nascosti. Trovati in flagranza di reato con moneta falsa e i cunei per produrla, i due vengono arrestati e poi giustiziati. L’impegno messo dal nuovo viceré nel perseguire il reato di falsificazione di monete è dettato dalla necessità di rendere credibile e onorabile la moneta e quindi il regno.
Segue: articolo completo in formato pdf da Panorama Numismatico nr.266/ottobre 2011