Titus Flavius Vespasianus
Titus Flavius Vespasianus (Titus)
Titus Flavius Domitianus
Titus Flavius Vespasianus
Titus Flavius Vespasianus nacque a Reate nel 9 d.C. da una famiglia dell’ordine equestre. Il padre era stato esattore delle tasse; suo fratello maggiore Sabino era divenuto senatore ed era prefetto di Roma quando fu ucciso durante gli ultimi giorni di strenua resistenza di Vitellio e dei suoi seguaci.

Foto 1. Aureo di 7,39 grammi coniato a Roma nel 75-76. Al diritto testa laureata e legenda IMP CAESAR VESPASIANUS AUG. Al rovescio mucca a destra (scultura di Mirone?) e sopra COS VII. Cohen 117, R.I.C. 96.
Nel 40 Vespasiano divenne pretore e successivamente ebbe altre cariche, grazie alla protezione del potente liberto Narciso, ministro ai tempi di Claudio.
Come comandante di legioni si distinse, nel 43-44, nella campagna per l’invasione della Britannia; nel 51 fu proconsole in Africa dove meritò molti elogi per la sua buona e onesta amministrazione. Nel 67 fu nominato gvernatore della Giudea, con l’incarico di domare la rivolta degli Ebrei: alla metà del 68 Vespasiano aveva ridotto all’obbedienza quasi tutto quel turbolento paese, con l’eccezione della capitale Gerusalemme e di alcune fortezze periferiche: le operazioni furono sospese alla notizia della morte violenta di Nerone e Vespasiano riconobbe Galba come nuovo imperatore.
La guerra civile scoppiata a Roma, con l’uccisione di Galba, lo scontro tra Otho e Vitellio e l’assunzione al trono di quest’ultimo, indussero però Vespasiano ad intervenire, tramite i suoi due generali Gaio Licinio Muciano e Marco Antonio Primo: specialmente Muciano preparò il terreno a Vespasiano, che alla morte di Vitellio fu proclamato imperatore.

Foto 5. Sesterzio di 23,49 grammi coniato a Roma nel 71. Fa parte della numerosa serie dedicata alla conquista della Giudea, prodotta nei tre metalli. Al diritto IMP CAES VESPASIAN AUG P M TR P P P COS III e testa laureata . Al rovescio l’imperatore stante armato di fronte ad una palma ai cui piedi è seduta una figura femminile rappresentante la Giudea prostrata: la legenda recita IUDAEA CAPTA; in exergo S C. Cohen 239, R.I.C. 427.
Per quanto concerne più in particolare il sanguinoso periodo di questa guera civile, rimando qui alla “scheda” dedicata all’anno dei quattro imperatori (il 69) già pubblicata su Panorama Numismatico.
Era il dicembre dell’anno 69 quando si concluse tragicamente il breve regno di Vitellio, ma Vespasiano entrò in Roma solo nell’ottobre del 70, dopo che suo figlio Tito, nel settembre dello stesso anno, aveva definitivamente sottomesso la Giudea con la distruzione di Gerusalemme e del suo famoso tempio: molte monete dei Flavi commemorano questo avvenimento.
Vespasiano regnò per dieci anni, morì infatti nel giugno del 79, ma seppe preparare assai bene la sua successione a favore dei figli Tito e Domiziano, dando inizio alla prima vera dinastia familiare nella storia dell’impero.
Il governo di Vespasiano è ricordato per molte importanti riforme ma soprattutto per aver posto fine ad un periodo assai turbolento per Roma e per l’impero. La pace ristabilita fu ricordata dallo splendido tempio della Pace fatto erigere nel foro ed annoverato da Plinio il Vecchio tra le sette meraviglie del mondo. Anche la monetazione di Vespasiano ricorda spesso il tema della pace e della libertà. Ad Oriente Tito aveva posto fine alla rivolta degli Ebrei, mentre a settentrione il generale Ceriale aveva domato definitivamente l’insurrezione gallo-germanica, capeggiata da Giulio Civile.

Foto 14. Sesterzio di circa 24 grammi coniato a Roma o a Lugdunum nell’80. Al diritto IMP T CAES DIVI VESP F AUG P M TR P P P COS VIII e testa laureata. Al rovescio Marte avanzante con lancia e trofeo ed S C. Cohen 203, R.I.C. 182. (n)
La pace era ristabilita in tutto l’impero, ma Vespasiano curò in modo particolare i rapporti con l’esercito, dando luogo ad una riforma intelligente, destinata ad evitare il ripetersi di spinte autonomiste specie al nord: ridusse a 29 il numero delle legioni, quante erano al tempo di Nerone, e fece in modo di ridistribuire tra le diverse legioni, e quindi separare quelle truppe che avevano combattuto per Vitellio. Sciolse anche le legioni del Reno, un po’ troppo turbolente, e le ricostituì con nuove reclute. Le legioni furono prevalentemente stanziate nelle province dalle quali proveniva la maggior parte dei legionari in modo da garantire gli stessi sul versante dei legami familiari e degli interessi personali.
Vespasiano sciolse le coorti pretorie e quelle urbane, ricostituendole con elementi tratti dall’esercito ma dimezzandone il numero.
Aprì le porte dell’esercito a tutti coloro che avessero la cittadinanza romana, disponendo però che gli ufficiali facessero esperienza presso diversi corpi armati ed in province diverse, in modo da allentare i vincoli di appartenenza alla terra d’origine: chi aveva incarichi di comando doveva sentirsi legato solo a Roma e all’impero prescindendo dalle sue origini.
Questa attenzione per l’esercito è anche dimostrata dal fatto, significativo, che Vespasiano stabilì che la data della sua assunzione al trono non fosse quella in cui il Senato lo aveva riconosciuto imperatore, alla fine di dicembre del 69, ma il 1° luglio 69, quando era stato acclamato tale dai suoi soldati in Giudea.
Segue: articolo completo in formato pdf tratto da Panorama Numismatico nr.226/febbraio 2008. Articolo richiesto da un ns. lettore.