RIPERCORRENDO LA STORIA DELL’UCRAINA SI SCOPRE COME IN QUESTA TERRA DI CONFINE ABBIANO CIRCOLATO MOLTISSIME MONETE CHE HANNO LASCIATO ANCHE UNA IMPRONTA NELLA LINGUE LOCALE.
di Giuseppe Carucci
L’Ucraina è oggi uno stato sovrano, prima era una repubblica socialista facente parte dell’Unione Sovietica, prima ancora repubblica sovietica indipendente che il 30 dicembre 1922 insieme a Russia, Bielorussia ed alla repubblica confederata del Caucaso del nord diede vita all’Unione Sovietica. In precedenza parte dell’impero zarista dal 1654, prima ancora territorio del Regno unificato polacco-lituano, ancor prima caduta sotto il dominio tartaro-mongolo, ed in questo andare a ritroso nel tempo giungiamo finalmente al periodo più luminoso della storia ucraina e cioè alla Rus di Kiev che nei secoli X e XI fu la più importante entità statale antico-russa. Ancora oggi la capitale Kiev è chiamata madre di tutte le città russe.
La Russia di Kiev, o Rus come si diceva allora, ebbe una certa importanza negli equilibri geopolitici del tempo. Nel 1048 il vescovo di Cholons venne inviato nella Rus e dopo una permanenza di tre anni tornò indietro con la principessa Anna, figlia del granduca Jaroslav di Kiev, che andò sposa ad Enrico I e venne consacrata regina di Francia a Reims.
Come già accennato, nel XIII secolo le orde tartaro-mongole distrussero questa importante entità statale e distaccarono Kiev ed il suo territorio dal resto della Rus che si estendeva fino al Mar Baltico. La stessa Mosca gravitò per molto tempo nell’orbita del Khan mongolo divenendone uno stato quasi vassallo.
I principi ucraini coalizzati di Kiev, Galic, Cernigov e Smolensk subirono una disastrosa sconfitta sulle rive del fiume Kalka sulla sponda occidentale del Mar d’Azov il 31 maggio 1222; in quell’occasione fu saccheggiata la fattoria genovese di Soldaja, oggi Sudak nella penisola di Crimea. Anni dopo, verso il 1240, i mongoli tornarono in Ucraina; dopo aver saccheggiato Cernigov essi posero l’assedio a Kiev abbattendone infine le mura con possenti mangani ed altre macchine da guerra. Benché abbandonati dal loro principe Danijl scappato in Ungheria, gli abitanti della città resistettero disperatamente finché il 6 dicembre la città sacra della Rus cadde e fu quasi completamente distrutta; essa non riacquistò mai più l’importanza di un tempo.
Nel secolo XV le terre russe si liberarono finalmente in maniera definitiva dal giogo mongolo e si aggregarono una dopo l’altra intorno al granducato di Mosca. La maggior parte dell’Ucraina rimase però fuori da questa riunificazione poiché fu fagocitata prima dallo stato lituano e poi da quello unificato polacco-lituano secondo gli accordi di Lublino del 1569.
Alla fine del XIV secolo, quando i principati russi del centro-nord coniarono proprie monete, anche lo stato lituano si mise a coniarne di molto somiglianti a quelle russe e addirittura con scritte in russo poiché il sistema monetario lituano aveva preso come esempio il rublo di conto. Il principato di Kiev, passato nello stato lituano, coniò anch’esso monete con scritte in russo sotto il principe Vladimir Olgherdovic, come anche il principato di Cernigov durante il regno di Dimitri Koribut. Più tardi iniziarono a circolare monete dello stato unificato polacco-lituano e altre monete straniere come talleri e ducati. La figura 1 riporta un tallero del re polacco Vladislao IV con data 1636 coniato a Danzica, dove nella scritta circolare presente al diritto figura anche la parola RUS riferita alla Russia di Kiev.
Nel 1654 i cosacchi ucraini capeggiati da Bogdan Khmelnitski si affrancarono dal dominio polacco e rientrarono nella grande famiglia russa. Nel 1954, in occasione dei 300 anni dalla ricongiunzione dell’Ucraina alla Russia, fu coniata dalla zecca di Leningrado una medaglia celebrativa in bronzo dorato di grande modulo (fig. 2).
Noi pronunciamo la parola Ucraina senza conoscerne l’etimologia. Il termine slavo kraj vuol dire limite o confine ed il caso di declinazione di stato in luogo di questa parola è ukraja, e di qui deriva il termine Ucraina che vuol dire quindi terra limite o di confine essendo la terra russa di confine meridionale. Anche a livello linguistico l’ucraino, detto anche piccolo-russo, è la parlata che insieme al granderusso (per intenderci quello di Mosca) e al biancorusso o bielorusso forma il gruppo di lingue slave orientali, o più semplicemente il russo. Dopo la Rivoluzione del 1917 l’ucraino ed il bielorusso si imposero come lingue a sé, non più come dialetti del granderusso. Quindi nel 1654 l’Ucraina rientrò nella grande famiglia russa e naturalmente iniziò il flusso di monete russe che insieme alle tante altre che già vi circolavano determinò una babele monetaria destinata a durare quasi cinquant’anni. Per ovviare a questa confusione il governo russo alla fine del XVII secolo organizzò l’acquisto sistematico delle monete ormai straniere ed inoltre orefici ed argentieri locali cominciarono a fonderle per ricavarne metallo da destinare alla produzione di altri oggetti. Infine una notevole quantità di monete d’argento di grande modulo, come talleri e ducati, andò ad ornare le icone nelle chiese ortodosse.
Segue: articolo completo in formato PDF, tratto da Panorama Numismatico n.227/marzo 2008.