CI SONO LIBRI DI NUMISMATICA CHE SONO IL RITRATTO DI UN’EPOCA. VI PRESENTIAMO UNA PICCOLA PUBBLICAZIONE CHE RAPPRESENTA IL COME ERAVAMO DEGLI ANNI VENTI DEL NOVECENTO.
di Antonio Pesaresi
Una proposta oggi impossibile
Come cambiano i tempi! Mi è venuto da pensare così sfogliando l’Annuario italiano per i numismatici e raccoglitori di monete e medaglie pubblicato da Memmo Cagiati nel 1926.
Questo Annuario, secondo le parole del suo curatore, era destinato ad informare i varii lettori del movimento degli studii, delle iniziative più importanti e dei risultati delle istituzioni scientifiche, dei congressi, dei dibattiti, delle questioni, che più appassionano o che più urga di risolvere. Sarebbero tante le notizie interessanti per i lettori degli anni Duemila, per esempio, le critiche all’aspetto artistico della nuova moneta da 100 lire emessa per celebrare la vittoria nella Grande Guerra. Quello che invece mi preme sottolineare e ricordare ai lettori è l’elenco dei raccoglitori italiani. Stupisce in effetti che un tempo il mondo fosse così diverso e che il modo stesso di vivere la collezione ed il collezionismo fossero quasi agli antipodi dei nostri. Il Cagiati infatti, come del resto avevano già fatto i fratelli Gnecchi nella loro Guida Numismatica Universale, riportò gli indirizzi di centinaia di raccoglitori e l’oggetto e la consistenza delle loro raccolte! Chi mai oggi farebbe pubblicare il proprio indirizzo insieme a ciò che si possiede?
Probabilmente nessuno…
Scorrendo così l’elenco dei nomi, troviamo tutti coloro che avevano o avrebbero firmato degli studi oppure che avrebbero messo in vendita le loro raccolte tramite cataloghi d’asta poi passati alla storia della numismatica. A Genova, per esempio, in via Cairoli, abitava Valerio Traverso che collezionava monete romane repubblicane ed imperiali, italiane medievali e moderne, specie della Repubblica genovese. Il suo nome si troverà poi su un catalogo d’asta di Michele Baranowsky del 17 maggio 1932.
Tantissimi poi i nomi dei numismatici milanesi famosi. Cominciamo con Ercole Gnecchi (il fratello Francesco era già morto) di cui era ricordata la corposa bibliografia e segnalato come collezionista appassionato di monete medievali italiane avendo formato la preziosa raccolta di cui è rimasto ricordo nel relativo catalogo, oggi sempre ricercato. Si segnalano poi Federico Johnson la cui raccolta di medaglie e di monete romane arrivava a circa 10.000 pezzi, Lodovico Laffranchi, con una raccolta di circa 20.000 monete antiche, Pietro Sormani, nuovo, fortunato possessore della collezione Verri, il principe Alberico Trivulzio (che venderà nel 1931 e nel 1932 tramite Baranowsk), Marco Strada, Pietro Tribolati ed altri ancora.
A Zoppola, in provincia di Udine, era citata la famosa raccolta del conte Francesco Panciera di Zoppola ricca di circa 14.000 monete italiane, raccolta poi dispersa negli anni Settanta. E poi ecco a Trieste Arturo Cuzzi la cui raccolta verrà ceduta ancora tramite Baranowsky nel 1929. A Fusignano, provincia di Ravenna, incontriamo poi Carlo Piancastelli, la cui grande collezione di monete antiche e medievali fu poi donata alla città di Forlì.
Di ognuno di questi nomi era indicata il tipo e la grandezza della raccolta e persino l’indirizzo: chi mai immaginerebbe oggi una disponibilità tale da parte dei raccoglitori?