IL SUO GIORNALE: ” IL CORRIERE PADANO”
Un altro aspetto molto importante per Balbo era rappresentato dalla carta stampata, in quanto veicolo propagandistico per eccellenza in grado di raggiungere vaste platee.
Infatti Balbo ancora giovanissimo, dopo alcune esperienze giornalistiche, accarezzò l’idea di dotare il fascismo ferrarese di un organo di stampa prestigioso che non si limitasse a riportare i fatti di cronaca nazionali o locali ma che fosse altresì finalizzato ad amplificare il pensiero fascista ed il suo in particolare.
L’ idea si potè concretizzare solo agli inizi del 1925 quando Balbo riuscì ad ottenere l’appoggio finanziario della ricca moglie Emanuella Florio, della società Saccarifera Eridania di Genova, che aveva notevoli interessi nel ferrarese, dell’Associazione degli Agricoltori, dell’Ente del Turismo e della Fondazione Cevasco.
Fissata la sede in una modesta e piccola casa nella città vecchia, il 5 aprile uscì il primo numero de “II Corriere Padano”, formato di soli quattro fogli e con una tiratura di 3000 copie.
Tre anni dopo questo inizio stentato il giornale tirava già oltre 30.000 copie e aveva assorbito un concorrente storico: La Gazzetta Ferrarese. Nel frattempo la sede era stata trasferita in uno stabile appositamente costruito in viale Cavour, una delle vie più signorili della città.
Sin dai primi numeri furono molteplici le occasioni in cui Balbo manifestò il proprio pensiero, spesso in forte contrasto con lo stesso Mussolini, al punto che quest’ultimo tentò in vari modi di staccarlo dal suo giornale.
Quando Balbo fu nominato sottosegretario all’economia nazionale, la direzione passò al suo caporedattore, Nello Quilici, uno dei giornalisti italiani più famosi ed importanti.
Nato a Livorno nel 1890, Nello Quilici, nel 1913 era già inviato speciale a Vienna, Berlino, Lugano e Berna per il Resto del Carlino.
Dopo la parentesi bellica, che lo vide capitano d’artiglieria, lavorò brevemente al “Tempo” come caporedattore per poi ritornare, nel 1921, a “Il resto del Carlino”, dove ottenne in poco tempo la direzione.
Dopo la marcia su Roma, a seguito di alcune divergenze, abbandonò il “Carlino” e divenne caporedattore del giornale romano “Corriere Italiano”. Pur essendone completamente estraneo rimase coinvolto nel delitto Matteotti e si ritrovò in poco tempo disoccupato. Per Balbo fu pertanto abbastanza facile legarlo al suo nuovo giornale.
Sotto la sua direzione il giornale raggiunse le 40.000 copie pur contrastato da “Il Resto del Carlino” quotidiano da decenni ben radicato nell’Emilia Romagna.
Nel periodo di massima diffusione il giornale disponeva di redazioni a Faenza, Forlì, Ravenna e Verona, di uffici di rappresentanza in molte altre città italiane, e di un servizio estero di ottimo livello grazie alla collaborazione con la “Gazzetta del Popolo”.
Quello che caratterizzava questo quotidiano nel vasto panorama editoriale del periodo era però la “Terza Pagina”, grazie alla collaborazione di importanti autori, tra cui Ungaretti, Vittorini , De Pisis, Quasimodo, Bassani, Soldati, Antonioni.
Molti furono i numeri monografici, i supplementi su argomenti culturali, gli inserti sulla letteratura straniera. Questo affermazione fu possibile in quanto Balbo aveva un sacro rispetto per gli uomini di cultura e amava lasciarli fare, badando a coprire loro le spalle.
Medaglia n. 34
D/ Nel campo: veduta d’ insieme di alcun i macchinari dell’opificio da cui escono delle copie del Corriere Padano di cui si legge la sola intestazione.
R/ Nel campo: targa a tutto campo avvolta in alto da ramo di alloro ed in basso da ramo di quercia e sovrastata sulla sinistra da fascio consolare.
Autore: non indicato; Coniazione: Picchiani; Bordo: liscio
Diametro: mm 33; Metallo: bronzo e argento dorato
Riferimenti: Casolari manca
LE MANIFESTAZIONI DEL 1933
Il binomio Quilici-Balbo divenne il promotore di un’intensa vita culturale cittadina: la mostra sulla pittura ferrarese, la creazione del Museo Archeologico, la riedizione del palio estense, il convegno di studi corporativi e soprattutto le celebrazione ariostesche.
Queste ultime durarono ben cinque anni, dal 1928 al 1933 e furono caratterizzate da un importante convegno di studi sull’Ariosto, a cui parteciparono intellettuali provenienti da tutto il mondo e da importanti manifestazioni sportive e folcloristiche.
Medaglia n. 35
D/ Nel campo: busto dell’Ariosto rivolto verso destra, in forte rilievo e vigorosa modellatura.
Ai lati: LVDOVICO – ARIOSTO In calce: E. Boninsegna
R/ Nel campo: guerriero su cavallo impennato, andante verso destra, in procinto di calare un fendente a un avversario che lo assale, in forte rilievo e vigorosa modellatura.
Sulla destra, ai piedi del cavallo, su due righe: 1933 / A. XI
In calce, lungo il bordo: FERRARA
Autore: Egidio Bon insegna; Coniazione: Lorioli; Bordo: liscio
Diametro: mm 32 con appiccagnolo e mm 90 senza appiccagnolo; Metallo: bronzo
Riferimenti: Casolari manca
Di questa medaglia è nota una varietà con la scritta del rovescio riportata interamente su due righe: FERRARA / 1933 . XI
Medaglia n. 36
D/ Nel campo: guerriero su cavallo impennato, andante verso destra, in procinto di calare un fendente a un avversario che lo assale, in forte rilievo e vigorosa modellatura.
Sulla destra, ai piedi del cavallo, su due righe: 1933 / A. XI
In calce, lungo il bordo: FERRARA
R/ Nella metà del campo superiore, su quattro righe: ACCADEMIA / D’ARMI / ITALO BALBO / TORNEO ARIOSTESCO
Nella restante parte del campo: Composizione con elementi di araldica ferrarese
Autore: Egidio Boninsegna; Coniazione: Lorioli; Bordo: liscio
Diametro: mm 32 con appiccagnolo; Metallo: bronzo
Trattasi della medaglia ufficiale del “Torneo Ariostesco” del 1933
Medaglia n. 37
D/ Nel campo: guerriero su cavallo impennato, andante verso destra, in procinto di calare un fendente a un avversario che lo assale, in forte rilievo e vigorosa modellatura.
Sulla destra, ai piedi del cavallo, su due righe: FERRARA / 1933.XI
In calce, su due righe: ACCADEMIA D’ARMI I ITALO BALBO
R/ Nella metà del campo superiore, su cinque righe: AI CAMPIONI I NELLE VIRTV DELL’ARMI I CAVALLERESCHE / CHE L’ARIOSTO / ESALTO’
Nella restante parte del campo: Composizione con elementi di araldica ferrarese
Autore: Egidio Boninsegna; Coniazione: Lorioli Milano; Bordo: liscio
Diametro: mm 32 con appiccagnolo; Metallo: argento
Trattasi della medaglia ufficiale utilizzata per le premiazioni degli atleti partecipanti al tornei del 1933.
IL LEGAME CON LA CITTA’ DI FERRARA
Senza ombra di dubbio la città di Ferrara era per Italp Balbo una sorta di “feudo”.
Nel ventennio gli ingenti capitali fatti dirottare sul territorio favorirono un notevole sviluppo industriale che raggiunse l’apice poco prima dello scoppio del secondo conflitto mondiale principalmente con l’affermazione delle industrie chimiche e di quelle legate alla trasformazione dei prodotti agricoli.
Questo sviluppo fu accompagnato da cospicui investimenti in infrastrutture e opere urbanistiche la cui particolare iconografia caratterizza tuttora il paesaggio ferrarese.
In parallelo con questo sviluppo e con il rifiorire culturale della città, di cui abbiamo già fatto cenno, si ebbero anche notevoli interventi mirati a migliorare il benessere della popolazione con la creazione di sanatori, campi estivi per ragazzini, società sportive, circoli e con l’organizzazione di gare e manifestazioni di ogni genere.
Poiché il tutto gravava naturalmente nell’orbita di ltalo Balbo, molte di queste iniziative portavano il suo nome o erano a lui dedicate.
Spilla n. 38
D/ Nel campo, tra una piccozza sulla sinistra e un fascio di corde sulla destra: paesaggio montano
In alto: stemma della città di Ferrara con due fasci e due stelle alpine ai lati.
Alla sinistra dello stemma: F.I.E
In calce, su tre righe: TENDOPOLI FERRARESE / “ITALO BALBO” / PALUS S. MARCO – A. VIII
R/ Nel campo, su tre righe: P. LANDI I MILANO I VIA COMELICO 18.
Autore: non indicato; Coniazione: Landi; Bordo: liscio
Misure: mm 25 x mm 20; Metallo: bianco
Riferimenti: Casolari manca
Pur non trattandosi di una medaglia abbiamo inserito questo “reperto” in quanto lo riteniamo molto rappresentativo dell’influenza di Balbo nella “sua” Ferrara.
Medaglia n. 39
D/ Nel campo: schermitore rivolto verso destra. Anepigrafo.
R/ Nel campo, su sette righe: ACCADEMIA D’ARMI I ITALO BALBO / FERRARA / – / CAMP. NAZ. III CAT. / 15-20 FEBB. / XVI
In calce: NELLI – FIRENZE
Autore: Nelli Mario; Coniazione: non indicata; Bordo: liscio
Diametro: mm 32 con appiccagnolo; Metallo: bronzo
Riferimento: Casolari XVI/77
Questa accademia ebbe un notevole seguito di gioventù e fu promotrice di molte manifestazioni anche a carattere nazionale che contribuirono a fare di Ferrara una delle città più attive durante il regime.
Medaglia n. 40
D/ NelI campo: ritratto di Italo Balbo rivolto verso sinistra.
Lungo il bordo: B A L B O
Sotto il ritratto, su due righe: MARIO I MOSCHI
R/ Nel campo: stemma coronato del comune tripartito.
Nel quadro superiore, smaltato di rosso, fascio circondato da rami di alloro
l due restanti quadri riportano i colori della città di Ferrara: nero e bianco.
Lungo il bordo superiore: COMITATO PROVINCIALE DEL C.O.N.I.
In basso, nel giro , all’infuori: . FERRARA .
Autore: Mario Moschi; Coniazione: non indicata; Bordo: liscio
Diametro: mm 30 con appiccagnolo; Metallo: bronzo dorato
Riferimenti: Casolari manca
Trattasi della medaglia utilizzata dal C.O.N.I. ferrarese per le premiazioni delle varie manifestazioni sportive.
Medaglia n. 41
D/ Nel campo: ritratto di Italo Balbo rivolto verso sinistra.
Lungo il bordo: B A L B O
Sotto il ritratto, su due righe: MARIO I MOSCHI
R/ Nel campo: stemma coronato del comune tripartito.
Nel quadro superiore: fascio circondato da rami di alloro.
I due restanti rappresentano lo stemma della città di Ferrara.
Lungo il bordo superiore: COMITATO PROVINCIALE DEL C.O.N.I.
In basso, nel giro, all’infuori: . FERRARA .
Autore: Mario Moschi; Coniazione: non indicata; Bordo: liscio
Diametro: mm 30 con appiccagnolo; Metallo: bronzo e bronzo argentato
Riferimenti: Casolari manca
Trattasi della medaglia utilizzata dal C.O.N.I. ferrarese per le premiazioni delle varie manifestazioni sportive.
Medaglia n. 42
D/ Nel campo: ritratto di Italo Balbo rivolto verso sinistra.
Lungo il bordo: B A L B O
Sotto il ritratto, su due righe: MARIO I MOSCHI
R/ Nel campo: stemma coronato del comune tripartito.
NeI quadro superiore, smaltato di rosso, fascio circondato da rami di alloro
I due restanti quadri riportano i colori della città di Ferrara: nero e bianco.
Lungo il bordo superiore: TIRO A SEGNO NAZ. FERRARA
Autore: Mario Moschi; Coniazione: non indicata; Bordo: liscio
Diametro: mm 30 con appiccagnolo; Metallo: bronzo argentato
Riferimenti: Casolari manca
Medaglia n. 43
D/ Nel campo: ritratto di Italo Balbo rivolto verso sinistra.
Lungo il bordo: B A L B O
Sotto il ritratto, su due righe: MARIO I MOSCHI
R/ Nel campo: stemma coronato del comune tripartito.
Nel quadro superiore, smaltato di rosso, fascio circondato da rami di alloro
I due restanti quadri riportano i colori della città di Ferrara: nero e bianco.
Lungo il bordo superiore: TIRO A SEGNO – NAZ. FERRARA
Lungo il bordo inferiore, all’infuori: A.XVIII
Autore: Mario Moschi; Coniazione: non indicata; Bordo: liscio
Diametro: mm 30 con appiccagnolo; Metallo: argento
Riferimenti: Casolari manca
Medaglia n. 44
D/ Nel campo: busto di Italo Balbo con berretto e occhiali da aviatore rivolto verso sinistra.
Sulla sinistra, lungo il bordo: ITALO BALBO
R/ Nel campo: castello estense e ala avvolta da fiamme sovrastati da atleta impegnato in un esercizio di atletica leggera.
Lungo il bordo, dall’alto verso destra: TROFEO l. BALBO
Autore: non indicato; Coniazione: non indicata; Bordo: liscio
Diametro: mm 24 con appiccagnolo; Metallo: bronzo e argento
Riferimenti: Casolari manca
L’ala avvolta nelle fiamme, presente sul rovescio ci fa ritenere che questo trofeo sia stato organizzato dopo la morte di Italo Balbo in sua memoria.
IL NIPOTE LINO BALBO
Uno dei familiari a cui Balbo fu sempre molto legato fu il nipote Lino Balbo, figlio del fratello Fausto, nato a Lugo di Romagna il 18 febbraio 1909.
Fu un legame molto forte in conseguenza del fatto che alla morte del padre, avvenuta nel 1912 ad appena 27 anni per un tumore al cervello, Lino fu praticamente adottato da Italo.
Grazie all’appoggio dello zio, a venticinque anni era vice federale di Ferrara, un anno dopo segretario federale. Naturalmente divenne uno dei personaggi più influenti di Ferrara.
L’amore per il nipote era talmente forte che Italo Balbo lo aveva sempre al suo seguito. Morirono infatti assieme sull’aereo abbattuto per errore nei cieli di Tobruch.
Medaglia n. 45
D/ Nel campo: busto di Lino Balbo rivolto a sinistra.
Attorno: LINO – BALBO
A sinistra, in basso: COSTANTINO AFFER
R/ Nel campo: C.O.N.I. sormontato dal simbolo coronato dell’ente.
Lungo il bordo: COMITATO PROVINCIALE . FERRARA
Autore: Affer Costantino; Coniazione: non indicata; Bordo: liscio
Diametro: mm 28 con appiccagnolo; Metallo: bronzo
Riferimenti: Casolari manca
Medaglia n. 46
D/ Nel campo: busto di Lino Balbo rivolto a sinistra.
Attorno: LINO – BALBO
A sinistra, in basso: COSTANTINO AFFER
R/ Nel campo: su sette righe: CAMPO FEDERALE / ALLIEVI ISTRVTTORI / PREMILITARI E GRADVATI / “LlNO BALBO” / PORTOGARlBALDI / 5 . 30 SETTEMBRE / XIX
Autore: Affer Costantino; Coniazione: non indicata; Bordo: liscio
Diametro: mm 28 con appiccagnolo; Metallo: bronzo
Riferimenti: Casolari manca
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Vedi anche:
Italo Balbo, una vita raccontata dalle medaglie – Parte I
Italo Balbo, una vita raccontata dalle medaglie – Parte II
Italo Balbo, una vita raccontata dalle medaglie – Parte III
Italo Balbo, una vita raccontata dalle medaglie – Parte IV
Italo Balbo, una vita raccontata dalle medaglie – Parte V