La storia di una città raccontata anche attraverso la numismatica
In un’originale iniziativa, nata per stimolare la curiosità di alcuni alunni della scuola secondaria di I grado “Dante Alighieri” di Ferrara raccontando loro la propria città da un punto di vista “diverso”, sono stati proposti, nel triennio 2013-2016, alcuni incontri di approfondimento della conoscenza del territorio da punti di vista non tradizionali, quali la letteratura, l’urbanistica, l’arte militare, l’araldica, la produzione di ceramica, e, in particolare, la numismatica. I promotori dell’iniziativa sono stati alcuni genitori, che avendo passioni in comune, hanno deciso di condividere le conoscenze acquisite con i propri figli e gli altri alunni.
Tutto trae origine con l’iniziativa di Piergiorgio Tartari, appassionato di ceramica graffita ferrarese, che, grazie alla disponibilità offerta dalla Professoressa Simonetta Sacchetto, matura l’idea di portare alla scuola di suo figlio alcuni reperti, conoscenze ed esperienze che aveva acquisito. In poco tempo l’iniziativa si allargò in modo inaspettato, con il coinvolgimento di altri genitori, tra cui Roberto Faveri, appassionato di numismatica.
Così è nato il progetto Io vengo da Ferrara che è consistito in un ciclo di lezioni in classe aventi ad oggetto architettura, arte, urbanistica, numismatica, letteratura, storia militare e tradizioni, diventato una sorta di dispensa cartacea e multimediale grazie al contributo di un altro genitore, Giovanni Accetta.
Tralasciando gli altri argomenti, evidenziamo che nelle moltissime pagine di interesse numismatico vengono ripresi vari aspetti per far comprendere che la moneta che tutti i giorni siamo abituati a utilizzare e che, spesso, ci sembra ovvia è invece ricca di storia, di significati profondi e per molti versi affascinanti. Per restare in tema con l’argomento principale degli interventi, gli autori iniziano con una sintetica storia della zecca di Ferrara e della sua produzione monetaria dalle origini, conseguenti a un privilegio concesso da Federico I, fino alla chiusura disposta durante il pontificato di Benedetto XIV. Vengono pertanto citati i primi denari ferrarini, piccole monetine d’argento caratterizzate dalla sola presenza di lettere e simboli; le successive monete rinascimentali, ricche di fedelissimi ritratti, di elaborate figure, di ricercate leggende e innumerevoli imprese; le più monotone emissioni papali, iconograficamente limitate alla sola presenza del ritratto o dello stemma del pontefice regnate e, sul rovescio, alla raffigurazione dei santi protettori della città, San Giorgio e San Maurelio, o al solo valore. Conclude l’intervento sulla monetazione locale un richiamo ad un corposo tesoretto di monete rinascimentali (in buona parte ferraresi) scoperto nel 1923 a Ro Ferrarese.
Successivamente, supportati da un corposo insieme di immagini e disegni, vengono trattati i seguenti altri aspetti della numismatica: la produzione dei tondelli nelle varie epoche; i metalli più frequentemente utilizzati per la coniatura; i molti esempi di contraffazioni monetarie; le falsificazioni e la tosatura; la tecnica di coniazione dall’antichità al periodo moderno.
Un più corposo intervento riguarda invece la storia della moneta. Partendo dal baratto, gli autori ci raccontano, utilizzando un ricco apparato fotografico e tabelle riepilogative dei vari sistemi monetari tempo per tempo vigenti, l’evoluzione della moneta dalla sua introduzione (presumibilmente presso i Lidi, popolo che viveva nell’odierna Turchia, tra il VI e il VII secolo prima di Cristo), fino all’unità d’Italia. Sfogliando queste pagine il lettore potrà conoscere e apprezzare delle vere e proprie opere d’arte che hanno affiancato l’umanità nella sua lunga storia.
L’opera è dedicata ad uno degli autori che, dopo una breve e dolorosa malattia, ci ha prematuramente lasciati: «A Roberto Faveri che con la sua intelligenza e la sua passione ci ha insegnato a guardare con occhi diversi ciò che ci circonda».