InAsta terrà la sua asta n. 84 mercoledì 30 ottobre presso la propria sede a San Marino. La vendita sarà composta di 844 lotti di tutte le epoche, con pezzi molto rari e in alto grado di conservazione.
Tra le monete antiche possiamo trovare una bella dracma delle Isole della Caria (lotto 50) in eccezionale stato di conservazione; da notare come la patina iridescente faccia risaltare la testa di Helios al dritto (qFDC, stima 350 euro). L’octadracma con il busto di Arsinoe II in ottima conservazione è un altro pezzo da tenere in considerazione (lotto 63), coniato tra i regni di Tolomeo VI e Tolomeo VIII (qSPL, stima 7.800 euro). I dettagli dell’imponente viso di Medusa con le sue serpi, al dritto del denario coniato nel 47 a.C. (lotto 151), affascinerà sicuramente più di un collezionista (FDC/qFDC, stima 750 euro). Altro importante esemplare è il denario repubblicano di Q. Pomponius Rufus (lotto 156): al rovescio compare la figura di un’aquila stante su scettro e di fianco un gambero (BB+, stima 2.000 euro).
Durante il regno dell’imperatore Servio Sulpicio Galba, che durò solo due anni, è stato coniato un aureo rarissimo (lotto 207) con, al dritto, la testa nuda di Galba e, al rovescio, la scritta SPQR / OBCS (BB+, stima 6.500 euro). Un altro aureo molto raro presenta al dritto il busto drappeggiato e corazzato di Adriano (lotto 228); di particolare interesse sono le figure del Nilo sdraiato e di un ippopotamo (BB+, stima 6.500 euro). Con una stima più bassa di quella precedente, l’aureo ridotto di Gallieno (lotto 278) è una opportunità per chi volesse avere una moneta imperiale d’oro e di grande qualità (SPL/FDC, stima 4.000 euro).
Tra le monete longobarde si troverà un tremisse di Maurizio Tiberio di eccezionale qualità (lotto 301). I Longobardi, quando si stanziarono nei territori dell’Impero romano, hanno coniato monete che imitavano quelle bizantine e in questo esemplare si può vedere tale influenza (qFDC, stima 1.200 euro).
Per i collezionisti di monete estere, sarà offerto il denaro della zecca di Agen (Aginno) coniato da Carlo Magno in Francia (lotto 315): dopo le invasioni barbariche, infatti, Carlo Magno riuscì a riunificare la monetazione a livello europeo con il denaro come unica unità monetaria (SPL, stima 3.000 euro). Un altro pezzo di notevole interesse è lo speciedaler norvegese di Cristiano IV (lotto 347): il suo regno, durato 59 anni, è stato il più lungo della monarchia scandinava (1588-1648) e questo magnifico esemplare, raro da trovare in questa conservazione, risale a tale periodo (SPL, stima 2.400 euro).
Tra le monete di zecche italiane troviamo un grosso di Cesana (lotto 389), talmente raro che nel MIR non sono riportate né la stima né l’immagine (MB, stima 950 euro). Seguirà , al lotto 409, una quadrupla di Genova del 1619 in cui, al dritto, è raffigurato il classico castello, presente nella monetazione genovese per lungo tempo (qSPL, 2.000 euro). Enrico VII di Lussemburgo fu incoronato re d’Italia il 6 gennaio 1311 a Milano. Il grosso da 2 soldi con l’immagine di San Gervasio e San Protasio al dritto (lotto 427), è stato coniato durante il suo regno, durato fino alla sua morte nel 1313; questa moneta d’argento molto rara conserva ancora i dettagli delle figure tanto nel dritto come nel rovescio (BB/SPL, stima 1.500 euro). Della zecca di Modena, opera dello zecchiere Joseffo Teseo, segnaliamo i 4 scudi d’oro di Francesco d’Este (lotto 440) il quale compare nel dritto della moneta mentre, al rovescio, è raffigurata la Beata Vergine in atto di adorare il Bambino (qSPL, stima 4.200 euro). Da segnalare, inoltre, un denaro di Carlo Magno (lotto 484), rarissima moneta in ottima conservazione (qSPL, stima 3.500 euro). Tra le coniazioni di Venezia evidenziamo una osella d’oro da 4 zecchini datata 1722 anno I, moneta estremamente rara che presenta stupendi disegni sia nel dritto che nel rovescio (lotto 569, BB, stima 3.000 euro).
Come sempre, le emissioni dei Savoia e del Regno d’Italia rivestono particolare interesse per tanti collezionisti. Tra le monete presentate da InAsta segnaliamo il 100 lire 1842 Torino di Carlo Alberto (lotto 604), estremamente raro e in ottima conservazione (qSPL/SPL, stima 2.500 euro).
Le monete del “Re Numismatico” trovano collezionisti in tutto il mondo e, per loro, InAsta presenta diversi pezzi di grande rarità e bellezza. Tra le monete in oro si distingue il 100 lire 1925 Vetta d’Italia (lotto 643), in condizione eccezionale (FDC, stima 5.000 euro). Nel 1928 venne coniato, per commemorare il decennale della vittoria della Prima guerra mondiale, il 20 lire Elmetto, anche conosciuto come Cappellone a causa del particolare busto del re Vittorio Emanuele III nel dritto. Prima di essere messa in circolazione è stata coniata una prova di stampa in argento estremamente rara (lotto 655, FDC, stima 5.000 euro). Un’altra rarità è il 5 lire Quadriga del 1914 (lotto 688). Questa moneta, catalogata come R2, ha uno dei rovesci più belli e ricercati della numismatica, grazie all’opera dell’incisore Calandra (qSPL/SPL, stima 4.000 euro).
Infine presentiamo il 2 lire Aquila Sabauda 1901 (lotto 672) sigillato da Angelo Bazzoni con la nota “Eccezionale” (FDC, stima 9.000 euro).
InAsta 84, 30 ottobre 2019
Presso: InAsta
Via A. Giangi 16, Dogana, RSM
Info: tel. (+39) 0549 970146 – fax (+39) 0549 970163 – e-mail: info@inasta.com – sito web: www.inasta.com
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