di Federico De Luca
VENDUTA ALL’ASTA, A UNA QUOTAZIONE RECORD, UNA DELLE PRIMISSIME MONETE CONIATE DAGLI STATI UNITI, UN CENTESIMO DEL 1792, CHE DETIENE L’ULTERIORE PRIMATO DI ESSERE LA PRIMA MONETA BIMETALLICA DELLA STORA.
Il 19 aprile 2012 è stato venduto all’asta dalla Heritage Auctions di Dallas (U.S.A.) ad oltre un milione di dollari (esattamente 1.150.000 dollari, compresi i diritti d’asta) una rarissima moneta da un centesimo di dollaro coniata dalla zecca di Filadelfia nel 1792, l’anno della sua stessa istituzione.
La creazione di una zecca moderna ed efficiente come quella di Filadelfia era un passaggio necessario nel processo di organizzazione del nuovo soggetto politico degli Stati Uniti d’America in cui si erano organizzate le tredici colonie britanniche sulla costa atlantica nordamericana quando ottennero l’indipendenza dalla madrepatria con la firma del trattato di Versailles nel 1783. Solo mezzo secolo più tardi la crescita del Paese ed il conseguente maggior fabbisogno di circolante resero necessaria la creazione di altre tre zecche: nel 1838 furono infatti istituite la zecca di Charlotte (North Carolina), la zecca di Dahlonega (Georgia) e quella di New Orleans (Louisiana).
La zecca di Filadelfia fu istituita con una legge (Mint Act) approvata dal Congresso americano il 2 aprile 1792 e ed appena dodici giorni dopo il presidente George Washington ne offrì la direzione a David Rittenhouse, noto scienziato ed inventore. L’attività dell’officina monetale iniziò a pieno regime solo verso la fine del febbraio 1793, dopo che furono ultimati tutti e tre gli edifici destinati ad accoglierla.
La sezione 9 della legge istituiva della zecca di Filadelfia aveva precisato che essa avrebbe dovuto coniare monete da un centesimo che dovevano contenere 11 pennyweight di rame puro (il pennyweight è una misura di peso per metalli preziosi che corrisponde a 1,555 grammi), pari a 264 grani (17,1069 grammi; ogni grano corrisponde a 0,0648 grammi). La dimensione teorica del tondello del centesimo doveva essere della stessa grandezza di quello della moneta aurea da venti dollari coniata mezzo secolo più tardi (detta “Double Eagle”), vale a dire 34 mm. Rittenhouse e gli altri operatori della zecca osservarono subito che la dimensione del tondello della moneta da un centesimo era esageratamente grande e proprio perché ciò apparisse chiaro prepararono nel dicembre del 1792 dei modelli di prova di centesimi delle dimensioni indicate nel Mint Act da mostrare ai membri del Congresso.
Furono preparati anche alcuni esemplari di centesimi in esecuzione di un progetto del capo coniatore della zecca appena nominato, Henry Voigt, che suggerì di coniare delle monete che fossero una combinazione di due metalli: rame e argento. Precisamente Voigt propose di inserire al centro di un disco di rame del valore di ¼ di centesimo un piccolo tondino d’argento del valore di ¾ di centesimo (“Silver Center Cent”). Furono realizzati anche pochi altri esemplari fondendo insieme le stesse quantità di argento e di rame utilizzate per realizzare i campioni del progetto di Voigt (“Fusible Alloy Cent”) ed un altro piccolo numero di centesimi di solo rame delle stesse dimensioni dei precedenti. Rispetto a questi ultimi tre gruppi di centesimi, gli esemplari in rame realizzati nelle dimensioni ordinate dal Congresso erano più grandi di ben quattro volte.
Il Mint Act aveva specificato che il dollaro d’argento doveva contenere 416 grani di argento standard (89,24% d’argento e 10,76% di rame) o 371,25 grani di argento puro per cui ad ogni centesimo corrispondevano 3,71 grani di argento puro. Da ciò derivava che l’inserto di argento nel centesimo di rame realizzato su progetto di Voigt, avendo il valore di ¾ di centesimo, doveva pesare 2,78 grani di argento puro che corrispondono ai ¾ dei 3,71 grani di argento puro che compongono un centesimo. Ora l’argento ha una densità di 10,49 gr/cc, pari a 0,138 grani per millimetro cubico. Il peso dell’inserto in argento diviso per la sua densità dà un volume teorico di 17,17 millimetri cubici. Se dividiamo il volume di 17,17 millimetri cubici per 1,21 millimetri, che è lo spessore del Silver Center Cent, otteniamo che l’inserto in argento doveva essere un cilindro dall’altezza di 1,21 mm e dalle due basi di 14,31 millimetri quadrati. Un cerchio della superficie di 14,31 millimetri quadrati avrebbe un raggio teorico di 2,13 mm ed un diametro di 4,26 mm. Ma questo diametro teorico dell’inserto in argento risulta più grande di quello che si riscontra sugli esemplari conosciuti di Silver Center Cent. Oltretutto bisogna considerare che i modelli prova di centesimi bimetallici che ci sono pervenuti presentano l’inserto in argento con un diametro più ampio al diritto e più stretto al rovescio per cui è da ritenere che il perno d’argento abbia forma conica. Poiché allora l’inserto in argento presenta la forma di tronco di conio la cui base inferiore (più ampia della base superiore) presenta comunque un diametro più piccolo del diametro teorico per una quantità di 2,28 grani d’argento inserita in un tondello di rame dello spessore di 1,21 mm, ne deriva che la quantità d’argento immessa nei Silver Center Cent è inferiore a quella che avrebbero dovuto contenere. Ciò è avvenuto perché i pezzi coniati avevano la sola funzione di esmplari-prova da mostrare ai membri del Congresso: solo in caso di approvazione da parte di quest’ultimo si sarebbe proceduto ad inserire nei tondelli di rame la quantità esatta d’argento. Non è quindi escluso che la quantità di argento inserita nel tondello di rame sia piuttosto variabile da esemplare ad esemplare.
Il fatto che il cerchietto d’argento al centro del centesimo di rame sia di forma conica consente di comprendere quale sia stato il procedimento per il suo inserimento: al centro del tondino in rame non ancora coniato veniva praticato un foro in cui veniva inserito un tappo d’argento di lunghezza maggiore rispetto allo spessore del tondello che lo aveva accolto; successivamente il tondello veniva stretto in una pressa a vite: la pressione faceva sì che la parte d’argento sporgente andasse a posizionarsi nello spazio che rimaneva inevitabilmente vuoto tra argento e rame perché il tappo d’argento non aderiva perfettamente alle pareti del foro. In seguito alla pressione, quindi, i due metalli si fondevano in uno ed il tondello bimetallico così ottenuto veniva poi coniato e riceveva l’impronta delle immagini predefinite.
La notizia della proposta di Voigt ebbe una certa risonanza anche sulla stampa dell’epoca. Il Baltimore Evening Post del 28 dicembre 1792 ne dava l’annuncio in questi termini: Al fine di realizzare una monetazione in rame dal valore effettivamente pari a quello nominale e, al tempo stesso, ridurre il pezzo ad una dimensione conveniente, è stato proposto da personale della zecca degli Stati Uniti di introdurre un perno d’argento di una certa dimensione nella moneta attraverso un buco nel suo centro e, dopo questa operazione, coniare la moneta in modo che l’argento dovrebbe recare parte dell’impressione. L’idea è certamente ingegnosa e il miglioramento, si assicura, non è di difficile esecuzione né comporta un aumento del lavoro nelle varie fasi di trattamento del materiale. Un’obiezione a questa modalità di coniazione colpisce a prima vista: se cioè essa potrebbe costituire una tentazione alla falsificazione e cioè a coniare monete contraffatte che contengono perni di metallo bianco non pregiato. Ma forse l’argento risparmiato in questo modo non può eguagliare la spesa di coniazione per cui l’obiezione decade.
Tuttavia il progetto di Voigt, nonostante da più parti se ne riconosceva l’ingegnosità e l’utilità, non trovò mai realizzazione. Il 14 gennaio del 1973, infatti, il Congresso dopo aver esaminato i campioni di centesimi predisposti dalla zecca di Filadelfia emendò il Mint Act del 1792 riducendo il peso del centesimo da 264 a 208 grani per cui divenne possibile coniare monete da un centesimo in solo rame non troppo ingombranti, senza dover più ricorrere a combinazioni di rame e di argento.
Il Silver Center Cent è la moneta più significativa e storicamente importante mai coniata dalla zecca di Filadelfia. Mentre altre monete ufficiali degli Stati Uniti (in particolare la moneta da 5 centesimi d’argento del 1792, il c.d. “1792 half dismes”) furono coniate in altre sedi prima del dicembre 1792, il centesimo bimetallico è stata la prima moneta coniata all’interno della zecca di Filadelfia, dopo il completamento del secondo edificio dello stabilimento avvenuto nel mese di settembre del 1792 (il terzo ed ultimo edificio fu ultimato agli inizi del 1793).
Scott Rubin ha stilato un elenco accurato di tutti gli esemplari noti di Silver Center cent nel libro America’s Copper Coinage, 1783-1857 pubblicato nel 1985 dall’American Numismatic Society di New York. Basandosi su questo fondamentale lavoro la Heritage Auctions in occasione della vendita all’asta dell’aprile 2012 (che è stata la cinquantaquattresima asta di un Silver Center Cent dalla prima che si svolse nel 1862) ha individuato in maniera ancora più dettagliata quattordici esemplari di centesimi bimetallici conservati soprattutto in collezioni private ma anche in qualche collezione pubblica: un Silver Center Cent è ad esempio conservato presso lo Smithosonian Institution di Washington ed un altro è stato donato ad un dipartimento di Polizia da un benefattore rimasto anonimo. Non è la prima volta che un Silver Center Cent spunta quotazioni sostenute: nel 2011 l’esemplare individuato dalla Heritage Auctions come “Norweb Specimen” è stato venduto addirittura a due milioni e mezzo di dollari e, sempre nel corso dello stesso 2011, è stato poi rivenduto a duemilioni e ottocentomila dollari.
L’esemplare venduto il 19 aprile 2012 è individuato dalla Heritage Auctions come “Morris Specimen” e proviene da una prestigiosa collezione privata. L’ultimo passaggio in asta di questa moneta risale al 1974 ad opera della Pine Tree Rare Coin Auction Sale. Al diritto reca il busto della Libertà rivolta a destra con i capelli sciolti e fluenti all’indietro; sotto il busto è riportato il millesimo (1792) e sul bordo la legenda “LIBERTY PARENT OF SCIENCE & INDUSTRY”, “La libertà è la madre della scienza e dell’industria”.
Al rovescio vi è una corona di alloro legata con un nastro; intorno alla corona è riportata la legenda “UNITED STATES OF AMERICA”; al di sotto della corona è riportato “100” e, al suo interno, “ONE CENT”.
Bibliografia
Scott Rubin, America’s Copper Coinage, 1783-1857. American Numismatic Society.New York 1985.
www.heritageauctions.com