Tra la fine del VI e gli inizi del V secolo a.C.
LA PRESENZA DEL METALLO MONETATO E NON MONETATO, RITROVATO INSIEME IN ACCUMULI DI ETA’ ARCAICA IN MAGNA GRECIA E SICILIA, OFFRE LO SPUNTO PER RIVEDERE IL SIGNIFICATO DEL TERMINE “TESAURIZZAZIONE”.
di Maria Teresa Rondinella
Con il termine “tesaurizzazione” s’intende l’accumulo e la conservazione di ricchezza mobile, di qualsiasi natura o provenienza essa sia, mercantile, militare o anche religiosa. Lo spunto per la trattazione del problema è offerto dai dati ricavabili dallo studio di alcuni tesoretti i quali contengono, oltre a monete di varie zecche, anche metallo prezioso non monetato.
Per quanto riguarda la Sicilia, l’unica preziosa informazione è fornita dal tesoro di Selinunte 1985, contenente 165 monete d’argento, tutte risalenti al periodo arcaico e riconducibili a otto zecche diverse, tesaurizzate insieme a tre frammenti di lingotti, due rettangolari (figg. 1-2) ed uno probabilmente circolare , un lingotto rotondo e un piccolo gettone, anch’essi d’argento. Il fenomeno più interessante è dato dal fatto che il suo proprietario aveva tesaurizzato argento coniato (ben 165 monete) insieme ad argento non coniato. La data di chiusura del tesoretto si pone intorno al 510 a.C. per la presenza di alcune monete incuse di Metaponto a tondello medio, che rappresentano gli esemplari più recenti del ripostiglio. Anche in Magna Grecia abbiamo due rinvenimenti analoghi, il tesoretto di Sambiase (IGCH 1872) e il ripostiglio di Taranto (IGCH 1874), recentemente rivisitati da Attilio Stazio.
Segue: articolo completo in formato pdf da Panorama Numismatico nr.275 – Luglio/Agosto 2012
2 Comments
Vladimiro Para
Ho letto questo articolo per puro caso, ma l’ ho trovato molto interessante.
Quando mi sono imbattuto in argomenti che non conoscevo ho approfondito la ricerca trovando…ulteriori “tesori”. Grazie.
Nico
Un articolo molto interessante, l’autrice riesce a rendere comprensbile un argomento astruso.