Un nostro lettore ci ha segnalato novità circa la notizia del ritrovamento di monete a Pantelleria risalente all’anno passato. Trovandole interessanti abbiamo fatto una piccola ricerca. Abbiamo scoperto che, nella zona, già da tempo è stato creato un percorso di visita subacqueo tra relitti antichi e moderni che il sito della Soprintendenza per i Beni Culturali e Ambientali del Mare descrive attentamente insieme ai dettagli dei ritrovamenti. Nel frattempo le ricerche sono continuate ed è stato portato avanti un progetto di valorizzazione del sito attraverso scavi e studi.
Al largo di Cala Tramontana, sulla costa orientale dell’isola, dove già erano state segnalate le tracce di un relitto, nel giugno dello scorso anno è stato recuperato un tesoretto che, inizialmente, contava circa 600 monete bronzee, individuato dal ricercatore subacqueo Francesco Spaggiari. Nel corso delle operazioni di scavo ne sono emerse altre fino a raggiungere il numero di più di 3.000 monete. Esse recano tutte la stessa iconografia: su un lato la dea Tanit con la testa rivolta a sinistra e l’acconciatura sostenuta da una corona di grano e sull’altro una protome equina rivolta a destra e affiancata dai simboli di un caduceo e di una stella.
Queste monete, piuttosto diffuse, risalgono con ogni probabilità all’epoca sardo-punica e siculo-punica, ossia tra il 264 e il 241 a.C., quando i romani stavano completando la conquista della Sicilia e Pantelleria rappresentava l’ultimo baluardo cartaginese. La datazione coincide con quella del materiale anforario ritrovato nello stesso contesto, per lo più anfore greco-italiche e cartaginesi risalenti alla seconda metà del III secolo a.C.
Il fatto che siano monete dello stesso tipo fa pensare che si sia trattato non del frutto di una transazione commerciale ma di un pagamento ufficiale, ossia del carico di monete di una nave cartaginese di stanza a Pantelleria pronta a salpare alla volta della Sicilia, che avrebbe dovuto finanziare la missione antiromana presso i partiti punici dell’isola. Per la natura e la composizione dei ritrovamenti, piuttosto che a un naufragio si è pensato, da subito, a una nave che si è trovata al centro di uno scontro bellico durante il quale il mercantile è stato costretto a buttare il carico, un’operazione di alleggerimento dell’imbarcazione che serviva a rendere la nave più veloce e agile.
Le ipotesi interpretative sui reperti, il contesto di Cala Tramontana e la distribuzione territoriale del potere durante la Seconda guerra punica sono stati i temi al centro del Convegno I tesori archeologici di Cala Tramontana a Pantelleria, organizzato presso il Castello dell’isola lo scorso agosto. Intanto le monete puniche sono state formalmente acquisite al patrimonio regionale e si provvederà presto a una consona collocazione espositiva.