di Maurizio Carsetti
È QUELLO CHE I CONFEDERATE STATES OF AMERICA, I SUDISTI DELLA GUERRA CIVILE AMERICANA, CONIARONO, IN SOLI QUATTRO ESEMPLARI, PER POI RENDERSI CONTO CHE TROPPI ERANO I PROBLEMI PER POTER GARANTIRE UNA PRODUZIONE ADEGUATA ALLA CIRCOLAZIONE. MA L’ONORE, ALMENO QUELLO, ERA SALVO… ANCHE IL VECCHIO SUD AVEVA AVUTO LA SUA MONETA.
A non essere salvi, oggi, sono i portafogli dei collezionisti, che se volessero togliersi lo sfizio di mettere una di queste quattro monete in collezione, dovrebbero prepararsi a sborsare oltre 800.000 dollari: tale è stato il realizzo dell’ultima apparizione in asta di un mezzo dollaro Confederato, nel gennaio 2015. Con questa cifra, però, non si entrerebbe in possesso di una semplice moneta, poiché, come scriveva il collezionista L.L. Wilson nel 1915, questo tondello d’argento rappresenta L’unica testimonianza numismatica di una nazione di nove milioni di abitanti, che ha mantenuto un’esistenza precaria per lo spazio di quasi quattro anni e mezzo. Ben poche monete, oggi, possono classificarsi di pari interesse di questo mezzo dollaro, con il suo autorevole dritto degli Stati Uniti, e lo stemma degli Stati Confederati al rovescio. Una tale combinazione, unica nelle emissioni ufficiali di due grandi potenze nemiche, probabilmente non ha un altro parallelo nella storia.
Segue: articolo completo in formato pdf tratto da Panorama Numismatico nr.319 – luglio e agosto 2016
One Comment
Angelo
ne ho 3 quindi sono ricco