Una testimonianza di vita all’arrivo di Napoleone in Italia
Come tutti i ritrovamenti di tesori, scrive Chiara Guarnieri in apertura del libro, anche il gruzzolo di Faenza nasconde una storia che merita di essere raccontata. Il suo rinvenimento, nel 1993, è stato del tutto casuale. Lasciamo alle parole di Vittorio Gambi, lo scopritore, la descrizione di che cosa è avvenuto: «Durante un piccolo lavoro di ristrutturazione nello scantinato di casa, in un angolo di pavimento, senza rendermene conto ho colpito con il martello una ciotola di terracotta che si trovava in una nicchia creata tra le pietre. La ciotola rotta nella parte superiore vicino al coperchio di ferro, lasciava cadere per terra delle monete. Una volta estratta dal muro, ho notato che la parte rimasta intatta della ciotola conteneva ancora molte monete, sistemate in verticale e incastrate in modo ordinato tra loro. Con grande stupore e curiosità ho estratto le monete, erano moltissime e non mi capacitavo di come potessero essere tutte contenute in quella piccola ciotola».
Cosciente del valore storico di quel rinvenimento, il proprietario decise di consegnarlo alla Soprintendenza di Bologna. Si trattata di ben 1175 monete in argento, mistura e rame, la maggior parte delle quali pontificie, in quanto Faenza faceva parte dello Stato della Chiesa. Le monete datano dalla seconda metà del Seicento al 1796. Per Michele Chimienti, che ha curato la parte più strettamente numismatica del libro, si tratta del frutto di prolungati risparmi di una famiglia occultati in tutta fretta all’avanzare dell’esercito francese che, ovunque andava, imponeva requisizioni e faceva razzie.
Chimienti svolge una preziosa indagine numismatica su questo ripostiglio ricostruendone il valore nominale e indagandone, in particolare, i contesti economico e monetario che hanno portato alla sua formazione. Soprattutto viene esaminata la politica monetaria dello Stato della Chiesa nel Settecento con riferimento alle emissioni in argento e in mistura, che videro attive le zecche di Roma, Bologna e, in minor misura e fino a Clemente XI, Ferrara.
Il catalogo che segue è molto dettagliato. Interessante notare le più antiche monete contenute nel ripostiglio: un mezzo grosso di Clemente VIII (1592-1605), vecchio perciò di quasi due secoli rispetto all’ultima moneta datata 1796, e produzioni di Innocenzo X (1644-1655): due grossi, un mezzo grosso e un mezzo baiocco del tutto logoro.
Purtroppo, l’apparato iconografico non raggiunge lo stesso livello: solo una minima parte delle monete è stata fotografata e in condizioni non ottimali e, per di più, le immagini sono riprodotte fuori scala (le monete sono tutte più piccole della dimensione reale). Nonostante questa pecca, l’opera rimane un riferimento molto importante per la numismatica e la storia monetaria pontificia del Settecento.
M. Chimienti, C. Guarnieri
IL GRUZZOLO DI FAENZA
Una testimonianza di vita all’arrivo di Napoleone in Italia
Bononia University Press
Bologna 2013
pp. 159
21 x 30 cm
23 euro
Per informazioni:
Bononia University Press
via Farini 37
40124 Bologna
Tel. 051 232882