di Luigi Feruglio – da Panorama Numismatico nr.79/ottobre 1994 – articolo richiesto da un ns. lettore
Introduzione
Il nome di Enrico Dandolo occupa un posto di prim’ordine nell’elenco dci dogi di Venezia. Fu lui che, ormai 94enne quasi cieco, condusse i soldati cristiani nella IV Crociata alla presa di Costantinopoli. Eletto il 21 giugno del 1192 (o, secondo altre fonti, il 1° gennaio del 1193, oppure ancora nel 1194), uomo forte e deciso nonostante l’età e la cecità, nel 1202 partì da Venezia con l’ intento di raggiungere Bisanzio. Conquistata Zara, il 17 luglio dell’anno successivo, inseguito ad un breve assedio, Costantinopoli venne presa, derubata e distrutta.
Per i Veneziani la Crociata fu molto proficua: oltre a numerosi tesori e opere d’arte trafugate, Venezia ottenne numerosi territori, grazie ai quali per la prima volta poteva dire di possedere un vero impero : fino al 1356 i dogi ebbero il titolo di “dominator quartae partis dimidiae imperii Romaniae”. Il I° giugno del 1205 il doge quasi centenario morì, lasciando alla sua repubblica immense ricchezze che la resero uno degli stati medioevali più potenti.
La riforma monetaria
Tra le varie innovazioni che caratterizzarono questi anni, vi è una delle più importanti riforme monetarie di tutta la storia di Venezia: l’introduzione del Grosso, la moneta-simbolo del medioevo veneziano. Pesante 2.2 grammi, con un titolo eccezionale di 965‰, contrastava nettamente con i denari precedenti, e dovette segnare una svolta decisiva nei commerci e nell’economia della Serenissima, II grosso, chiamato in seguito anche ducato d’argento o matapan, nacque come multiplo del denaro: all’inizìo forse valeva 24 denari, ma in seguito si fermò sul valore di 26 denari, come conferma il cronista Marino Sanudo nelle sue Vitae Ducum Venetorum.
Segue: articolo completo in formato PDF (1,6 MB).
Il dipinto “Lights of Venice” è opera di Ricardo Massucatto, per informazioni vedi questo sito