Una storica e illuminata tradizione
Se state leggendo questa rivista molto probabilmente siete dei collezionisti, cioè delle persone che amano le monete, le raccolgono, le selezionano e le studiano. Se già una sola moneta può essere una collezione, non è detto che mille monete lo siano. Perché si formi una collezione di monete ci vuole, appunto, il collezionista che gli dia un criterio e una logica.
Perdonerete il giro di parole ma collezionare monete è una cosa seria. Per questo ci vogliono, da una parte, collezionisti competenti, dall’altra, professionisti altrettanto esperti. Il collezionismo di fatto è inscindibile dalla numismatica, sembrerebbe quasi che le monete siano fatte apposta… per essere collezionate.
È stata perciò un’ottima iniziativa quella dell’associazione Numismatici Italiani Professionisti (NIP) di ricordare in un volume i più grandi collezionisti che tra Otto e Novecento hanno reso grande la numismatica italiana. Ovviamente per grandi collezionisti non consideriamo persone facoltose che comprano monete a man bassa ma persone accorte, sicuramente dotate di disponibilità economiche ma più che altro sensibili e caparbie nel raggiungere i loro obiettivi. Spesso questi collezionisti hanno fatto fruttare le loro raccolte scrivendo articoli e monografie ma non hanno avuto sempre i riconoscimenti che si meritavano, complice qualche ombra sul commercio.
«Troppo spesso», scrive Paolo Crippa, presidente della NIP, nella sua presentazione, il commercio numismatico, anche se professionale, «viene erroneamente considerato, in modo superficiale e pregiudiziale, un’attività prevalentemente economico-speculativa, controproducente alla cultura e alla tutela.»
Il libro pubblicato dalla NIP è quindi una serie di biografie di collezionisti ognuna affidata a soci della NIP stessa oppure ad altri collezionisti.
I primi due contributi sono sul collezionismo in generale. Rossella Pera tratta delle Collezioni numismatiche nell’antichità mentre Federica Missere Fontana scrive su Ordinare le monete antiche nel XVII secolo. I precetti de La Science des Médailles di Louis Jobert.
La rassegna dei collezionisti numismatici italiani non poteva che iniziare col primo e più famoso, Francesco Petrarca. Magdi Nassar ne ha tracciato un profilo partendo dalla passione per le antichità che sul finire del Medioevo stava nascendo nelle corti e negli ambienti colti della penisola. «Spesso in Roma», scriveva il poeta, «io mi vidi venire innanzi un lavoratore di vigna con in mano un’antica gemma o una moneta d’argento o d’oro che fresco fresco mostrava il solco della mazza o dell’aratro, affinchè la comperassi e vedessi il modo di riconoscere le scolpite effigie de’ prischi eroi». Per Petrarca il fascino maggiore delle monete risiedeva nel poter ammirare le fattezze degli antichi imperatori in un oggetto di piccole dimensioni, maneggiabile ma di grande raffinatezza. Nel 1534 egli donò all’imperatore Carlo IV, di passaggio a Mantova, «alcune monete d’oro e d’argento con l’effigie dei nostri antichi imperatori e con inscrizioni in caratteri minutissimi e antichissimi che m’erano assai care; tra esse ve n’erano alcune, con l’effigie di Cesare Augusto; viva e spirante. “Ecco, dissi, o Cesare, quelli ai quali tu sei successo; ecco quelli che devi cercar d’imitare, conformandoti ai loro pensieri e alle loro persone”».
Seguono, nel volume, gli interventi di Giuseppe Ruotolo su Francesco Carelli, Luca Alagna sul canonico Giovanni Spano, Maria Caccamo Caltabiano su Bartolo Baldanza, Mario Limido su Camillo Brambilla, Antonio Fusi Rossetti su Solone Ambrosoli e la Società Storica Lombarda, Silvana Crippa su Pietro Verri e la sua attività collezionistica, Marco Callegari su Nicola Bottacin, Gerarluigi Rinaldi su Eugenio Sacchi e gli albori del Circolo Numismatico Napoletano, Andrea Cavicchi sul conte Nicolò Papadopoli Aldobrandini, Franco D. Bompieri sul conte Alessandro Magnaguti, Claudio Gallo su Andrea Pautasso, Carlo Poggi su Carlo Piancastelli, Roberto Ganganelli su Ada Bellucci Ragnotti, Lucia Travaini su tre grandi collezionisti: Vittorio Emanuele III, Philip Grierson e Stefano Borgia, infine Raffaele Iula su Giuseppe de Falco.
Per quanto riguarda le collezioni pubbliche, Daniele Ricci e Guido Rossi trattano delle collezioni numismatiche del Comune di Genova, Fiorenzo Catalli del Monetiere del Museo Archeologico Nazionale di Firenze, Isabella Nobile De Agostini della collezione numismatica del Museo di Como, Claudia Perassi di quella dell’Università Cattolica di Milano. Riguardo i vari aspetti del collezionismo, Andrea Saccocci affronta il tema del commercio di monete antiche nella Venezia dell’Ottocento, Giovanni Gorini quello del collezionismo numismatico novecentesco; Giovanni Paoletti, in ultimo, introduce il tema del passaggio delle collezioni private alla fruizione pubblica.
Il libro è di piacevolissima lettura. Ogni biografia rappresenta una storia affascinante, ancora viva ai nostri giorni e ben ha fatto la NIP a ricordare tutti questi personaggi. Tra cento anni, ne siamo sicuri, un gruppo di collezionisti degli anni Duemila sarà oggetto di un secondo volume!
IL COLLEZIONISMO NUMISMATICO ITALIANO
Una storica e illuminata tradizione – Un patrimonio culturale del nostro paese
Numismatici Italiani Professionisti 2014
pp. 256
21 x 30 cm
Distribuito gratuitamente
Info: www.numismaticinip.it
segreteria@numismaticinip.it