Il 2013 è stato un anno particolare per gli amanti dell’opera lirica, sono stati infatti commemorati sia il centesimo anniversario della prima rappresentazione di Aida all’Arena romana di Verona che il duecentesimo anniversario della nascita di Verdi.
Giuseppe Fortunato Francesco Verdi (1813-1901) è stato un compositore italiano, tra i più celebrati di tutti i tempi, autore di melodrammi che fanno parte del repertorio operistico mondiale. Ne musicò 28, tra i suoi capolavori Rigoletto (1851), Il Trovatore (1853), La Traviata (1953), ma il più noto e il più rappresentato, anche per la sua spettacolarità è, probabilmente, Aida (1871).
La prima rappresentazione dell’opera è andata in scena, il 24 dicembre 1871, al Teatro khediviale dell’Opera del Cairo (Egitto), diretta da Giovanni Bottesini. La vicenda narra dell’amore contrastato fra una schiava etiope, Aida (in realtà una principessa), e Radames, un giovane condottiero egiziano, il quale avrebbe dovuto sposare la figlia del Faraone Amneris. Il dramma si sviluppa in seguito all’accusa di tradimento da parte di Radames che sarà condannato ad essere sepolto vivo. La bella Aida, volontariamente, preferirà condividere con il suo amato la terribile sorte. Il successo della prima fu notevole tanto che a Verdi venne assegnato il titolo di Commendatore dell’Ordine Ottomano.
L’8 febbraio 1872 ebbe luogo la prima italiana nel Teatro alla Scala di Milano. Per iniziativa del tenore veronese Giovanni Zenatello (1876-1949), la sera di domenica 10 agosto 1913, nella grande Arena di Verona per commemorare il centenario verdiano, fu rappresentata la grandiosa opera – ballo in 4 atti – AIDA. L’idea del tenore veronese di trasformare l’Arena in un grande teatro all’aperto per le opere liriche ebbe successo tanto da trasformare Verona, nell’arco di un secolo, nella capitale mondiale della musica operistica e del melodramma. Il frontespizio del libretto originale fornisce molti particolari sulla prima rappresentazione di Aida all’Arena: 5 le recite previste, la prima domenica 10 agosto, alle ore 20,45, le altre martedì 12, venerdì 15, domenica 17 e martedì 19; in caso di pioggia la recita sarebbe stata rinviata alla sera successiva. Tullio Serafin fu il Maestro Concertatore e Direttore d’Orchestra; imponente il cast che comprendeva 7 artisti, un suggeritore, un direttore di scena, un violino di spalla, un coreografo, una prima ballerina, 120 professori d’orchestra, 180 coristi d’ambo i sessi, 40 ballerine, 40 ragazzi, 280 comparse, 12 trombettieri, 50 corifee, banda sul palcoscenico, trombe egiziane, 30 cavalli, buoi. I posti distinti costavano 5 lire, mentre i primi posti 3 lire, i secondi 2 e i terzi indistintamente 1 lira; i palchi di platea 20 lire escluso l’ingresso.
Per celebrare l’Arena di Verona e il Festival del Centenario, la Repubblica di San Marino ha fatto coniare una moneta commemorativa da 5 euro 2013 in argento (18 g, 32 mm, 12.000 esemplari). Al rovescio campeggia la raffigurazione di un profilo femminile ed elementi egizi esemplificativi dell’Aida, in secondo piano un particolare dell’anfiteatro romano veronese, mentre le gradinate diventano idealmente un pentagramma; al dritto lo stemma della Repubblica di San Marino.
Anche altre monete celebrano il melodramma verdiano come il pezzo in argento da 5 pounds non datato (1987) dell’Egitto, i 50 euro 1996 in oro dell’Isola di Man emessi per il 125° anniversario della prima rappresentazione di Aida. Naturalmente all’opera sono state dedicate anche splendide medaglie come il pezzo in oro del 1971 per il centenario: su un lato la raffigurazione di Giuseppe Verdi, tratta dal celebre ritratto dipinto da Giovanni Boldini nel 1886; sull’altro lato una scena del melodramma, in alto la scritta CENTENARIO DELL’AIDA, sotto ARENA DI VERONA; in esergo CAIRO 1871 – VERONA 1971.
L’arena di Verona è un anfiteatro romano che è stato costruito, molto probabilmente, prima della fine del I secolo ma la mancanza di fonti documentarie relative alla sua inaugurazione rende molto difficile una cronologia certa. Con il tempo è diventato una icona della città veneta assieme alle figure di Giulietta e Romeo, la tragica storia d’amore resa immortale dalla prosa scritta da William Shakespeare. Durante il periodo estivo l’anfiteatro viene utilizzato per il Festival Lirico Areniano e per altre manifestazioni come concerti di musica leggera. L’opera più rappresentata è l’Aida (55 stagioni) che, a partire dal 1992, viene regolarmente inserita nei cartelloni di ogni stagione, al secondo posto la Carmen (24 stagioni) di Georges Bizet (1838-1875) e al terzo il Nabucco (20 stagioni), terza opera di Verdi che ne decretò il successo.
Anche il bicentenario della nascita del compositore Giuseppe Verdi è stato ricordato con l’emissione di monete datate 2013. L’Italia ha reso omaggio al Maestro di Roncole di Busseto (Parma) con il pezzo bimetallico da 2 euro di uso comune (tiratura 10.000.000 di pezzi), che è anche inserito nella serie divisionale. Città del Vaticano, a nome di papa Benedetto XVI, ha dedicato all’avvenimento una moneta da 20 euro in argento (26 g, 11.000 pezzi), mentre le isole Niue hanno coniato un pezzo in oro del valore di 10 dollari (15,56 g, 28 mm), la mezza oncia è stata progettata dallo scultore Vladimír Oppl. Ed ancora la Banca Centrale della Federazione Russa ha emesso una grossa moneta, diametro 60 millimetri, in argento nella serie Tesori della cultura mondiale dedicata a Verdi. Il pezzo, del valore di 25 rubli (155,5 g, 1.000 esemplari), presenta al dritto l’aquila a due teste con le ali rivolte verso il basso, mentre sul rovescio è raffigurato Giuseppe Verdi, il teatro Bol’šoj Kamennyj Big Stone di San Pietroburgo, sullo sfondo il contorno della fortezza di Pietro e Paolo, un frammento di una partitura d’opera e un facsimile della firma del compositore.
Il 10 novembre 1862 l’opera in quattro atti, La forza del destino, di Verdi venne rappresentata per la prima volta al teatro imperiale di San Pietroburgo; il debutto italiano avvenne a Roma il 7 febbraio 1863. Anche nel 2001, per commemorare il centenario della morte di Verdi, è stata coniata una moneta in argento con valore 1.000 lire. Al dritto la figura del busto di Giuseppe Verdi, al rovescio la facciata del Teatro alla Scala di Milano, a sinistra una fascia a spirale con in rilievo il nome del compositore e l’anno della morte.
All’inizio degli anni ‘60 del secolo scorso si rese necessario avviare un programma di ammodernamento della circolazione cartacea per tenere conto delle nuove esigenze dei cittadini (valore dei tagli, dimensioni delle banconote) e, per prevenire i pericoli delle falsificazioni, si cominciarono a utilizzare tecniche di stampa innovative. In questo modo nacque la serie degli uomini illustri con ritratti di Michelangelo, Raffaello, Tiziano, Leonardo da Vinci, Cristoforo Colombo, Alessandro Manzoni. Per il taglio da 1.000 lire venne scelto il ritratto di Giuseppe Verdi, impresso in calcografia sul recto, sull’altro lato una fantasia di disegni policromi realizzati a guilloche. Questa bella banconota, emessa dal 1962 al 1968, ha rappresentato il taglio maggiormente diffuso fra tutta la popolazione, i pezzi autorizzati furono 850 milioni.
La necessità di mantenere aggiornati i sistemi di sicurezza per contrastare in modo più incisivo l’attività dei falsari indusse la Banca d’Italia, nel 1968, a modificare la tipologia dei biglietti da 1.000 lire introducendo alcune innovazioni nella produzione, come l’inserimento, per la prima volta, nell’impasto della carta filigranata di un filo metallico di sicurezza posto verticalmente. Il biglietto da 1.000 lire II tipo presenta, al recto, un pregevole ritratto di Verdi e la riproduzione dell’arpa estense conservata nel Museo di Modena, mentre al verso è raffigurato il teatro alla Scala di Milano. I nuovi biglietti vennero emessi dal 1969 al 1981, ne furono autorizzati 1.972 milioni di pezzi.
Monete e banconote che ricordano il genio del celebre compositore italiano. Gloria all’Egitto ad Iside che il sacro suol protegge… e risuonano le note immortali della marcia trionfale; la memoria mi riporta al 30 luglio 1980 quando, per la prima volta, ho potuto vivere ed apprezzare l’Aida nell’esaltante ed inebriante Arena di Verona. Esperienza indimenticabile che auguro a chiunque.