La figura di Dominique Vivant Denon, di cui ricorrerà l’anno prossimo il duecentenario della morte (Givry, Chalon-sur-Saône, 1747 – Parigi 1825), è quanto mai complessa: diplomatico, incisore, scrittore, collezionista, conobbe Napoleone grazie alla sua attività di incisore e disegnatore di monete e medaglie, e ne divenne il consigliere artistico seguendolo poi nella campagna d’Egitto di cui narrò le imprese nel Voyage dans la haute et basse Egypte (1802). Direttore generale dei Musei di Parigi dal 1804, grande conoscitore d’arte e ricercatore instancabile, fu anche collezionista di particolare raffinatezza, mettendo insieme una notevole raccolta di opere, poi dispersa. Fu in contatto con i maggiori intellettuali e artisti della sua epoca, da Voltaire a Jacques-Louis David, compresi molti valenti incisori come Andrieu, Brenet, Manfredini, Droz, Jeuffroy.
La pubblicazione del suo carteggio riferito all’attività di riorganizzazione e gestione della Zecca delle Medaglie, a cura di Alain Borghini, permette dunque di entrare nel vivo di un’epoca straordinaria per vitalità e innovazione. Dominique Vivant Denon Direttore della Zecca delle Medaglie di Parigi attraverso la sua corrispondenza ufficiale 1802-1815 raccoglie circa 235 lettere selezionate tra i circa 4.000 documenti riconducibili al suo periodo di attività parigina conservati presso istituti culturali francesi.
Per comprendere il ruolo e l’opera di Dominique Vivant Denon è necessario fare riferimento anzitutto al contesto storico in cui visse. Alain Borghini, nell’ampia e approfondita introduzione, esordisce parlando della figura di Napoleone e dell’importanza che svolsero l’arte e la medaglistica nel suo programma politico, come testimoniano le epistole. Considerando come il potere di Napoleone si basasse sui tre principi di forza, prestigio personale e consenso, e quanto ognuno di essi fosse strettamente correlato agli altri due, è facile comprendere il ruolo che ebbero, in tutto ciò, le immagini e la propaganda attraverso strumenti di divulgazione quali le medaglie. Il progetto napoleonico di creazione del consenso, scrive Borghini, «si modulò con infinite declinazioni a tutte le componenti della società francese prima ed europea poi. Non solo il linguaggio ed il messaggio proposto, ma gli stessi strumenti con cui essi venivano diffusi erano attentamente studiati per essere adatti al pubblico che ne era destinatario».
In linea con gli ideali del suo tempo e la sua idea di progresso, per Napoleone l’arte doveva svolgere anche una funzione educativa, volta a formare le coscienze e diffondere quell’idea di progresso sociale che si accompagnava alla secolarizzazione e al rinnovamento ideologico, civile, politico della società propugnata dall’Illuminismo. Lo stesso Museo del Louvre doveva servire a questo scopo, quale luogo di cultura e di espressione del genio umano. In quest’ottica, il sovrano aveva necessità di affidarsi a una persona di grande cultura e capacità artistiche «che avrebbe dovuto svolgere contemporaneamente il ruolo di vero e proprio ministro della cultura e della propaganda», quale si rivelò essere Vivant Denon. Nelle note biografiche, il curatore sottolinea le doti artistiche e diplomatiche che permisero a Vivant Denon di entrare nelle grazie del giovane generale Corso, e la sua infaticabile attività in ogni ambito, fosse speculativo o eminentemente pratico.
I contatti epistolari tra Vivan Denon e Napoleone mostrano chiaramente quanto il sovrano volesse essere coinvolto in prima persona nella selezione dei temi e delle legende sulle medaglie. Ad esempio, il 14 luglio 1803, scrivendo a Napoleone Primo Console dopo l’assedio della Francia alle coste inglesi, Vivant Denon dice: «I busti dei generali e degli aiutanti di campo che mi avete ordinato di far eseguire sono quasi tutti nelle mani degli artisti. […] È tenendomi occupato in questo modo, generale, che rimpiango meno di non aver seguito la vostra marcia trionfale e la vostra nuova serie di conquiste. Spero che in un’altra spedizione non meno gloriosa, mi permetterete di essere presente ancora una volta sul campo di battaglia a raccogliere e registrare per il futuro gli eventi della vostra storia».
Il corpus di lettere è diviso in tre parti, relative all’argomento: quelle a carattere amministrativo, a carattere artistico e a carattere finanziario. La precisione e la rapidità erano principi fondamentali portati avanti secondo un sistema efficiente che sovrintendeva a tutti i processi di produzione, dalla selezione dei temi alla loro realizzazione. Da ogni documento emergono, con vivezza, le difficoltà del direttore nel coniugare esigenze artistiche e necessità pratiche, l’amore per l’arte e l’alto livello di consapevolezza dell’importanza dei materiali ai quali nello stabilimento parigino si dava vita, tramandando ai posteri e rendendo imperituri le vicende e i personaggi di quel glorioso periodo. In veste di direttore della Zecca delle Medaglie, Vivant Denon svolse parte attiva nel progetto propagandistico napoleonico. Sua fu l’idea di una Histoire Métallique, una “storia metallica” della vita di Napoleone che ne celebrasse le imprese, sull’esempio di quella coniata durante il regno di Luigi XIV.
Denon continuò a celebrare la vicenda di Napoleone anche dopo l’esilio sull’Isola d’Elba e durante l’avventura dei cento giorni, «impegnandosi probabilmente a chiudere la sua Histoire Métallique anche una volta cessato il suo incarico, grazie a collaborazioni oltremanica».
La passione per l’arte non venne meno con il decadere del suo ruolo di direttore dei Musei e anche dopo la caduta di Napoleone e fino al 1815, cercò di preservare i tesori del Louvre per salvare il frutto di tanti anni di studio, ricerca e raccolta. Nell’Epilogo, Alain Borghini ricostruisce l’attività di Vivant Denon dopo il 1814 fino alla morte nel 1825, periodo sul quale la documentazione è più carente, attingendo materiali da fonti diverse e facendo luce, in particolare, sui rapporti personali e sul lavoro grazie ai quali cui portò «a compimento quell’Historia Metallica che insieme al Louvre, può essere, senza tema di smentite, considerata la sua più grande impresa».
Alain Borghini, Dominique Vivant Denon Direttore della Zecca delle Medaglie di Parigi attraverso la sua corrispondenza ufficiale 1802-1815
Midgard Editrice, Perugia 2024
pp. 370, 14,5 x 20,5 cm
euro 20,00
ISBN 978-88-6672-300-4
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