Nel periodo tardo imperiale Ravenna fu una città la cui importanza crebbe fino a diventare la sede della corte imperiale e quindi anche sede di zecca, nonostante le difficoltà economiche di quei momenti abbiano portato sicuramente ad una drastica diminuzione delle emissioni. In particolare si tratta di produzioni di monete in oro destinate ad avere una ampia circolazione e a diventare monete da tesaurizzazione, o di bronzo, destinate invece ad una circolazione locale per i piccoli pagamenti quotidiani. Proprio quest’ultima è l’oggetto del libro in esame, opera di due appassionati collezionisti e ricercatori, padre e figlio, che non è la prima volta che pubblicano qualcosa sull’argomento avendone già dato alle stampe una prima edizione nel 2006 cui ha fatto seguito anche un supplemento.
La prima moneta ad essere censita è un nummo dell’imperatore d’Occidente Maioriano (457-461). L’ultima moneta è invece il noto e rarissimo bronzo emesso dal re longobardo Astolfo (749-756). Nel 739 i Longobardi avevano invaso il territorio ravennate e nel 751 occuparono definitivamente Ravenna ponendo fine alla dominazione bizantina dell’esarcato.
Questo libro si confronta con diversi, numerosi, altri che coprono lo stesso argomento o aree limitrofe. Ricordiamo per esempio che nel 2006 è stato pubblicato un volume sulla monetazione ravennate antica. Ricordiamo anche i diversi testi di riferimento sulle monete tardoimperiali prima e bizantine poi, come i cataloghi del British Museum, della Bibliothèque Nationale o della Dumbarton Oaks Collection. Nonostante la notevole mole di studi precedenti, il libro si propone con idee e spunti nuovi e, soprattutto, sarà degna di massima attenzione da parte degli specialisti la pubblicazione di numerosi esemplari di grande rarità, se non addirittura inediti, provenienti da collezioni private che talvolta aprono orizzonti inaspettati per la monetazione ravennate sulla quale pesa spesso la scarsità di esemplari noti o la loro scarsa conservazione.
Per ogni imperatore è riportata una succinta biografia alla quale seguono le schede delle monete di bronzo emesse nel periodo (per Costantino V, però, viene riportato anche un tremisse eccezionalmente raro). Ogni moneta è datata e descritta con l’indicazione della bibliografia di riferimento. Le fotografie sono, ove possibile, tutte a colori e con ingrandimenti. Ogni rovescio è anche disegnato poiché spesso il disegno permette più agevolmente della fotografia di identificare monete di bassa qualità. Di ogni moneta vengono anche indicati il grado di rarità e la presenza nei cataloghi di riferimento o in aste recenti. Numerosissime sono le note, le proposte e le considerazioni innovative proprie degli autori, frutto di un entusiasmo lodevole e, sicuramente, del grande amore per il collezionismo. Leggendole, altri autori troveranno di certo spunti interessanti.
Con la conquista longobarda e la fine dell’esarcato bizantino finì anche una monetazione ancora oggi oscura e di grande rarità che questo libro, pubblicato in tiratura limitata di 500 copie, sicuramente aiuta a far meglio conoscere e che susciterà grande interesse nei numerosi appassionati del settore.
Eugenio e Enrico Baravelli
IL BRONZO ANTICO DELLA ZECCA DI RAVENNA
Pisignano di Cervia 2013
288 pp.
40 euro
17 x 24 cm
Edizione a tiratura limiata
Info a questo link