I TESORI NASCOSTI DI ROMA – La millenaria caccia alle ricchezze sepolte
Nella storia dell’umanità, sin dai tempi più antichi, trovare un tesoro è sempre stato un sogno, un miraggio, fino a diventare, a volte, una feroce ossessione. Con questa frase inizia l’introduzione di un bel volumetto, il diminutivo si riferisce solamente alle dimensioni, che ci propone un affascinante viaggio fra i tesori sepolti, nel corso dei secoli, nel sottosuolo di Roma. Un itinerario attraverso la storia ed il tempo che si apre con le leggende medievali, passa per le scoperte del Rinascimento, del Barocco, della Roma umbertina e fascista, fino ad arrivare ai più recenti ritrovamenti. Oggetti nascosti per motivi diversi negli edifici pubblici, nelle case, nelle tombe, in campagna. Nascondigli dimenticati e mai più recuperati con monete d’oro, d’argento, di bronzo, gioielli. Dietro a gran parte dei tesori si nasconde o si intravede una vicenda tragica; il proprietario non lo ha riavuto, non ha fatto ritorno, forse è stato assassinato, in ogni caso non ha potuto riprenderlo né avvertire i propri cari. L’autore ha raccolto le ricerche, i rinvenimenti, i crimini, gli aneddoti, le leggende che hanno come protagonisti accumuli di monete ed oggetti preziosi nascosti a Roma.Il più comune tesoro è il classico “ripostiglio monetale”, inteso come riserva di beni preziosi di una famiglia o di una comunità. In genere erano normalmente gestiti, per motivi di sicurezza e per avere a disposizione una certa liquidità, dalle famiglie benestanti o dai commercianti. I nascondimenti aumentavano di numero e consistenza in caso di pericolo imminente, di una minaccia militare, in momenti di instabilità e grave crisi economica. Altri tesori si possono essere formati per eventi accidentali e tragici come naufragi, incendi, terremoti, un esempio su tutti l’eruzione del Vesuvio (79 d.C.) che ha sepolto Pompei ed Ercolano. Anche i corredi funerari hanno restituito tesori, soprattutto le tombe di personaggi di alto rango, aristocratici, sacerdoti o facoltosi. Oggetti preziosi sono stati rinvenuti pure presso mausolei, templi o altri edifici pubblici importanti. La creazione di un tesoro può quindi essere provocata da cause diverse. Senza dubbio gli assedi del V-VI secolo e il sacco di Roma del 1527, ad opera dei Lanzichenecchi di Carlo V, hanno rappresentato eventi tra i più drammatici nella storia della città ed hanno provocato numerosi nascondimenti.
In questo agile libro, l’archeologo Fabio Giovannini traccia un’appassionante mappa topografica delle principali scoperte di monete e gioielli avvenute a Roma. La ricchezza dei materiali riportati alla luce ha dato origine a leggende e superstizioni, a spiriti e libri magici. Nel passato si sono visti all’opera personaggi eccentrici, cercatori illegali che si contrapponevano all’autorità cittadina; oggi le scoperte sono effettuale dagli archeologi oppure provengono da ritrovamenti fortuiti. Tra le numerose notizie e curiosità riportate si può leggere, ad esempio, che nel XIII secolo la Legenda Aurea di Jacopo da Varazze riporta la voce secondo la quale il Pantheon fosse stato costruito riempiendo la struttura con terra frammista a monete fino alla realizzazione dell’ardita cupola. Questa soluzione sarebbe stata ideata per poterlo svuotare rapidamente una volta terminata l’opera, infatti i cittadini vennero invitati a portare fuori la terra dal tempio, in cambio avrebbero potuto tenersi le monete che vi avessero trovato. Si legge pure che Benvenuto Cellini acquistava frequentemente cammei e monete trovate dai contadini per farne collane che rivendeva ricavandone grossi guadagni.
Un aspetto, poco noto e particolarmente curioso, che ha contribuito alla formazione di tesori è collegato ad un’antica credenza: la celebrazione di un rito augurale per l’inizio di una nuova costruzione. Al momento della realizzazione di un edificio era consuetudine deporre nelle fondamenta alcune monete emesse in quell’anno. Man mano che, nel XV secolo, la città diventava più ricca questa usanza cominciò a diventare più elaborata fino ad arrivare alla coniazione di apposite medaglie in metallo prezioso da utilizzare per questo scopo. A seguito di ciò, nel territorio urbano, esistono numerosi tesoretti di cui si conosce perfettamente l’ubicazione ed il contenuto ma che, nello stesso tempo, sono non recuperabili in quanto collocati nel basamento. Ad esempio “il 25 settembre 1586 fu effettuato lo scavo per le fondazioni dell’obelisco vaticano, e alla profondità di 7,75 metri vennero murate nel calcestruzzo due cassette di travertino con dentro dodici medaglie ciascuna”. Tesori custoditi quindi dall’integrità dell’edificio che, in alcuni casi, sono stati ricuperati durante demolizioni, ristrutturazioni o lavori di restauro.
In diverse occasioni gli scopritori di tesori furono protagonisti della loro fortuna, altre volte invece il ritrovamento fu causa di vicende sfortunate. Secondo una leggenda, ad esempio, fu grazie ad una grande quantità di monete d’oro, rinvenute vicino a una grande colonna, che ebbe origine la fortuna della famiglia che prese il nome Colonna.
Nel corso di interventi di modifica del contesto urbano, di realizzazioni edilizie, di rifacimento di palazzi e chiese, ma anche di abbattimento di antichi monumenti, vi furono rinvenimenti, in alcuni casi, anche cospicui. Durante i lavori voluti da Sisto V al Laterano fu scoperto un tesoro imponente di monete bizantine dell’epoca di Eraclio. Un altro tesoro fu scoperto poco dopo nella stessa area, le fonti documentarie riportano che, il 27 giugno 1587, il papa donò ai cardinali “le 125 monete d’oro di s. Helena ma piccole… trovate in una cassetta di ferro tra le mura abbattute a s. Giovanni in Laterano”. All’epoca delle demolizioni di via Alessandrina, per aprire quella che oggi è via dei Fori Imperiali, il 22 febbraio 1933 venne ritrovato il tesoro più importante del Novecento. Gli oggetti d’oro rinvenuti. anelli, monete imperiali, bizantine, medievali, di Filippo III e Filippo IV, di Giulio II, Napoleone III, Pio IX, Umberto I, pesavano complessivamente quasi diciassette chili. Si scoprì che il tesoro era stato nascosto da un importante antiquario di fine Ottocento, Francesco Martinetti, deceduto nel 1896.
In conclusione l’evoluzione urbanistica della città di Roma, la sua storia sono costellate da numerosi tesori seppelliti tanto da trasformarla, parafrasando Robert Louis Stevenson, in un sorta di “isola del tesoro”; per questo durante i secoli è stata frequentata da avventurieri, cercatori di fortuna, alchimisti e maghi che, grazie a riti improbabili, formule complicate o presunte mappe del tesoro, credevano di essere in grado di ritrovare le ricchezze disperse nel sottosuolo o negli edifici.
Il volume ci illustra i più importanti e consistenti ritrovamenti di tesori di Roma, utilizzando uno stile che cattura l’attenzione del lettore unito ad una rigorosa documentazione storica e bibliografica. Le numerose note esplicative permettono agli appassionati di approfondire i dettagli dei vari ritrovamenti. Naturalmente la lista di tesori descritta, nonostante il vaglio delle fonti, non ha la pretesa di essere esaustiva, non potrebbe esserlo, ma presenta quelli che spiccano. Un buon libro che certamente potrà interessare ai numismatici anche se non viene descritta nessuna moneta in particolare.
F. Giovannini
I TESORI NASCOSTI DI ROMA
La millenaria caccia alle ricchezze sepolte
Mursia, 2010
156 pp., 14 x 21 cm
12,00 Euro