L’ANTICA FESTA NATA PER CHIEDERE LA PROTEZIONE DIVINA SUL POPOLO ROMANO E DIVENUTA OCCASIONE PER CELEBRARE L’IMPERATORE E LA SUA DINASTIA, FU RAPPRESENTATA SULLE MONETE DI DOMIZIANO CON DOVIZIA DI PARTICOLARI.
di Gabriele Lepri
Un succinto riferimento di Svetonio e un breve accenno di Tacito costituiscono le uniche notizie presenti nelle fonti letterarie sulla celebrazione dei Ludi Saeculares di Domiziano. Ben tre ludi si erano susseguiti in soli centocinque anni: quelli di Augusto nel 17 a.C., di Claudio nel 47 a.C. e, infine, quelli di Domiziano celebrati nell’88 d.C. L’antica festa, che richiamava la protezione degli dei sul popolo romano all’inizio di una nuova generazione, era diventata un evento piuttosto comune dal momento in cui Augusto l’aveva riorganizzata, facendone un elemento di celebrazione dell’imperatore e della dinastia regnante.
Dei Ludi Saeculares di Domiziano possediamo una documentazione unica nel suo genere rappresentata da diverse tipologie iconografiche nelle quali sono rappresentate i momenti salienti della celebrazione e che in seguito cercherò di spiegare.
Un altro elemento importante per la comprensione delle varie tappe della cerimonia è rappresentata dai resoconti epigrafici incisi su una colonna di marmo collocata nei pressi del Tarentum, pertinenti ai ludi di Augusto e Settimio Severo, e dalla dettagliata descrizione dei tre giorni di festa riportata da Zosimo: questi importanti elementi suggeriscono che la riforma della cerimonia in età augustea costituì il modello seguito nelle linee generali delle celebrazioni successive.
Con i dati in nostro possesso si possono tracciare con buona approssimazione tempi e luoghi della cerimonia. Negli ultimi giorni di maggio i quindicemviri e l’imperatore erano impegnati nella distribuzione ai cittadini di materiale per fumigazioni e nella raccolta di offerte per cereali. I Ludi Saeculares veri e propri prendevano avvio la notte del 1 giugno, con il sacrificio di nove pecore e nove capre alle Moire, seguito nelle due notti successive da quello delle Ilizie con l’offerta di popanae, libum e pthoes e alla Terra Mater che gli veniva sacrificata una scrofa gravida. I sacrifici diurni erano rivolti a Giove Ottimo Massimo e Giunone Regina sul Campidoglio rispettivamente il 1 e il 2 giugno ai quali venivano sacrificati tori e vacche; gli altri sacrifici diurni erano rivolti ad Apollo e Diana sul Palatino il 3 giugno con l’offerta di popanae, libum e pthoes. Le tre notti, poco prima dell’alba, 110 matrone celebravano i sellisternia sul Campidoglio in onore di Giunone e Diana, mentre subito dopo la fine dei sacrifici notturni una scena sprovvista di posti a sedere era destinata ad accogliere delle rappresentazioni teatrali che proseguivano ininterrottamente per i tre giorni e le due notti successive. A questi spettacoli si aggiungevano il 1 giugno i ludi scenici in un teatro ligneo costruito per l’occasione sulle rive del Tevere. Il 2 giugno, dopo il sacrificio dei quindicemviri a Giunone, le 110 matrone celebravano una supplicatio alla dea, mentre il 3 giugno i sacrifici ad Apollo e Diana erano seguiti da una processione di 27 bambini e 27 bambine che procedevano dal Palatino al Campidoglio, cantando l’inno secolare. I ludi si concludevano il 3 giugno con giochi circensi, probabilmente tenuti nel Trigarium, mentre nei giorni successivi prendevano avvio i ludi honorarii, costituiti da rappresentazioni teatrali e seguiti da gare nel circo.
La documentazione numismatica relativa alla celebrazione domizianea permette un confronto stringente con quanto riassunto grazie anche agli acta ludorum saecularium del 17 a.C. e del 204 d.C. Nei rovesci sono rappresentati in maniera particolareggiata tutti gli avvenimenti dei Ludi Saeculares a partire dall’annuncio della cerimonia (su aurei e denari) a opera di un araldo con elmo con doppia piuma, mentre sostiene uno scudo e una bacchetta (fig. 1, denario); la legenda che accompagna questa raffigurazione è COS XIIII LVD SAEC FEC. Su altre tipologie monetali (aurei e denari) troviamo l’araldo accanto a un cippo con sopra iscritto COS XIIII LVD SAEC FEC (fig. 2, denario); mentre in altri aurei e denari vi è raffigurato solamente il cippo iscritto (fig. 3, denario). Queste iconografie relative alla celebrazione dei Ludi Saeculares sono le uniche che compaiono su aurei e denari; tutte le altre furono impresse sui rovesci di sesterzi, dupondi e assi.
In seguito all’annuncio della cerimonia, ci furono le fasi preparatorie dei ludi con la distributio suffimentorum e l’acceptio frugum: la prima immagine è composta dall’imperatore seduto a sinistra su di un palco mentre tende la mano a un cittadino in piedi a destra accompagnato da un bambino, anch’egli in piedi a destra; la scena si svolge davanti a un tempio tetrastilo inciso con prospettiva angolare che ha una corona nel frontone. La legenda che accompagna la scena è COS XIIII LVD SAEC intorno e SVF P D scritto nel palco (fig. 4, sesterzio). Nella seconda scena vi è raffigurato Domiziano seduto su un palco mentre tiene una patera e davanti a lui, ai piedi del palco, ci sono due cittadini che sostengono le patere, mentre lo sfondo è caratterizzato da un tempio tetrastilo con corona nel frontone visto in prospettiva angolare. La legenda che accompagna tale iconografia è COS XIIII LVD SAEC A POP intorno e FRVG AC scritto nel palco (fig. 5, sesterzio).
Dopo i preparativi cerimoniali ci furono i tre giorni veri e propri dei Ludi Saeculares e nella notte fra il 31 maggio e il 1 giugno ci fu il sacrificio di nove pecore e nove capre alle Parche; la scena impressa su monete è composta da Domiziano in piedi a sinistra che sacrifica con una patera sopra l’altare ed è accompagnato da un citaredo, un flautista e un victimarius nell’atto di tenere ferma una pecora; sullo sfondo è presente un tempio esastilo con un’aquila nel frontone. La legenda è COS XIIII LVD SAEC FEC (fig. 6, dupondio).
Nel primo giorno (1 giugno) si svolgeva il sacrificio diurno di due tori rivolto a Giove Ottimo Massimo davanti al tempio capitolino; la scena che descrive questo evento è composta dall’imperatore che sacrifica con una patera sopra un altare, accompagnato da un citaredo e un flautista; a destra della scena c’è un assistente che tiene fermo un toro mentre il victimarius procede al sacrificio con un’ascia. Il tutto si consuma davanti a un tempio esastilo avente una corona nel frontone, e la legenda è COS XIIII LVD SAEC FEC (fig. 7, asse).
La seconda notte, fra il 1 e il 2 giugno, vennero effettuati i sacrifici alle Ilizie con l’offerta di popanae, libum e pthoes; nel materiale numismatico questa scena è raffigurata con Domiziano in piedi a sinistra che sacrifica con una patera sopra un altare, accompagnato da un citaredo e un flautista; a sinistra c’è la rappresentazione divina del Tevere sdraiato a destra e lo sfondo è caratterizzato da una struttura complessa: ci sono ai lati due tetti a spiovente con i frontoni decorati da una corona, una cupola o un arco che collega i due tetti e un colonnato continuo, che unisce i tetti, composto da quattro colonne in primo piano e quattro in secondo (fig. 8, dupondio).
Il 2 giugno vennero immolate due vacche in onore di Giunone davanti al tempio della triade capitolina. Nello specifico questa scena non compare sulle monete emesse in occasione dei Ludi Saeculares perché l’iconografia venne assimilata a quella del sacrificio in onore di Giove, dato che la scena si svolse nel medesimo luogo e la razza animale sacrificata era la stessa, ma cambiava il sesso.
Nella terza notte si svolse il sacrificio di una scrofa gravida alla Terra Mater e tale scena venne raffigurata con Domiziano in piedi a destra che sacrifica con una patera sopra un altare, accompagnato da un citaredo, un flautista e un victimarius che conduce una scrofa all’altare; a sinistra c’è Terra Mater sdraiata a destra mentre sostiene una cornucopia e delle spighe di grano con papaveri (fig. 9, sesterzio).
Il 3 giugno ci fu l’ultimo sacrificio in onore di Apollo e Diana dove vennero offerti popanae, libum e pthoes forse davanti al tempio di Apollo Palatino. Le monete che raffigurano tale scena mostrano Domiziano in piedi a sinistra che sacrifica con una patera sopra un altare alla presenza di un citaredo e un flautista; la scena si svolge davanti a un tempio esastilo che ha nel frontone una corona e la legenda che compare sulla monete è COS XIIII LVD SAEC FEC (fig. 10, asse).
Sulle monete compare anche la scena delle 110 matrone che dopo i sacrifici notturni, poco prima dell’alba, celebravano i sellisternia sul campidoglio in onore di Giunone e Diana. Il rovescio impresso su sesterzi mostra Domiziano in piedi a destra che tende la mano destra nell’atto di scandire la preghiera alle tre matrone inginocchiate davanti a un tempio tetrastilo visto con prospettiva angolare; il frontone del tempio è decorato con una corona e la legenda che accompagna la scena è COS XIII LVD SAEC FEC.
L’ultima scena che caratterizza il ciclo iconografico dei Ludi Saeculares è la rappresentazione della processione dei 27 bambini e 27 bambine che procedevano dal Palatino al Campidoglio cantando l’inno secolare dopo l’ultimo sacrificio ad Apollo e Diana. Questa processione venne raffigurata su sesterzi con Domiziano in cammino verso destra, accompagnato da un personaggio togato, che segue tre bambini in processione sostenenti un ramo ciascuno; la legenda è COS XIIII LVD SAEC FEC (fig. 11, sesterzio).
Segue articolo completo in formato PDF tratto da Panorama Numismatico n. 284/maggio 2013