La materia dei falsi d’epoca suscita molto interesse tra i collezionisti. Si tratta di piccoli pezzi di storia che sanno di vita vissuta ancor più delle monete autentiche, quelle che hanno circolato di mano in mano. Le monete false invece hanno dietro il fascino dell’ignoto. Quasi sempre poi si presentano in pessimo stato di conservazione per il metallo vile di cui sono composte oppure per le prove cui furono sottoposte per verificarne la bontà.
In questo suo lavoro Biagio Ingrao, appassionatissimo collezionista e studioso di monete sabaude, ha voluto studiare proprio i falsi d’epoca nella monetazione dei Savoia dal Medioevo (la prima moneta in catalogo è un quarto di Ludovico 1440-1465) fino al Regno d’Italia, periodo cui ovviamente spetta il maggior numero di pezzi. In totale gli esemplari censiti sono 189.
Le monete sono elencate in ordine cronologico specificando i dati tecnici ed in particolare il sistema utilizzato per produrre i falsi.
Le tecniche utilizzate erano essenzialmente due: quella a martello, anche se spesso i coni erano di stile piuttosto grossolano, e la fusione ottenuta da una matrice ricavata a sua volta da una moneta autentica. Quest’ultimo sistema fu molto in voga a partire dalla seconda metà del Settecento e fino al Novecento. Era infatti molto pratico, veloce e non produceva rumore come invece faceva la battitura.
Un altro aspetto molto interessante riguarda i metalli utilizzati dai falsari. Qui occorrerebbero conoscenze chimiche piuttosto avanzate ma l’autore che per falsificare l’argento si utilizzavano leghe contenenti piombo, stagno ed antimonio. Lo stagno dava lucentezza ed un colore simile all’argento mentre il piombo dava alla lega maggior peso specifico ma se aggiunto in quantità significative conferiva alla moneta un colore eccessivamente scuro. Infine l’antimonio induriva la lega conferendole un suono simile all’argento.
L’autore fornisce anche una rarità per i falsi censiti.
E’ questo perciò un libro molto interessante e c’è solo il rammarico che non siano stati illustrati tutti gli esemplari citati limitandosi ad un catalogo per tipi perché i falsari sicuramente hanno avuto più inventiva degli incisori ufficiali delle zecche legati com’erano a severe disposizioni di legge.
B. Ingrao
I FALSI D’EPOCA NELLA MONETAZIONE SABAUDA
Associazione Culturale Nummus et Historia XIX, 2010
17 x 24 cm,
62 pp., s.i.p.
Per informazioni:
cinunumras@hotmail.com
2 Comments
pier alessandro boni
Ho una bella collezione di falsi d’epoca dal medioevo, ormai limitata a causa di realizzi, fino ad una interessante sul regno Vittorio Emanuele II° e III° ed Umberto I° oltre alla Repubblica. Molte anche straniere sopratutto europa ( Francia, Germania e Confederazione germanica, Svizzera, Spagna,ecc )
Ho quasi tutte le tipologie e varianti. Se incuriositi avrei intenzione di monetizzare per rivolgermi ad altre raccolte.
Cordialmente
Pier Alessandro
admin
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