di Sandrino Bruno – da Panorama Numismatico nr.250/Aprile 2010
NELLO STEMMA DELLA FAMIGLIA SPINOLA C’E’ UN MISTERO CHE UNA ATTENTA OSSERVAZIONE DELLE MONETE ORA HA RISOLTO!
Nel catalogo n. 55 dell’asta Varesi di Pavia dell’8 e 9 aprile 2010 ho notato con grande meraviglia un importante nucleo di monete degli Spinola. Per me, piccolo collezionista e studioso delle monete coniate a Tassarolo, questa è stata una bella occasione per poter ammirare dal vero degli autentici pezzi rari nonché poter confrontare e cercare eventuali difetti, errori o varianti proprio in questi tipi di conio (come è successo con il luigino del 1658 con la scritta PALLAT anziché PALAT di cui ho già scritto precedentemente1).
Mi sono subito soffermato sul lotto n. 1153 che evidenzia il bellissimo “ongaro della rosa” di Filippo Spinola di Tassarolo in quanto è l’unica moneta che conosco dove sia raffigurato un fiore (la rosa gallica o pendulina) anziché i soliti busti del conte, il volto di una donna, uno stemma, San Nicolao Patrono di Tassarolo o qualche ricorrenza particolare come il martirio di Carlo Spinola in Giappone. Ho continuato a consultare il catalogo e mi ha incuriosito ancora di più il lotto n. 1161 dove è presentato lo scudo di Ronco con al rovescio una pregiatissima esecuzione dello stemma con aquila imperiale e al diritto il conte Napoleone Spinola raffigurato con un fiore, uguale e identico a quello sull’ongaro di Filippo, nella mano sinistra e con un bastone da passeggio nella mano destra, oltre naturalmente alla solita spada al fianco. La domanda che mi sono posto è stata: cosa ci fa il conte di Ronco, marchese di Roccaforte e Rocchetta, signore di Borgo Fornari e Busalla vestito con l’armatura da guerra, spadone sul fianco, con un fiorellino e un bastone “da funghi” come se stesse arrivando da una scampagnata e non in atteggiamento che ne esalti tutta la sua nobiltà e la sua autorità come giustamente rappresentato in altri tipi di conio? E il tutto in una moneta di “prestigio” destinata a pagamenti in altri feudi o addirittura da donare all’imperatore. Cosa potrebbero avere in comune le due monete?
Per prima cosa ho riletto e ricontrollato le descrizioni e le figure degli stessi coni nel libro dell’Olivieri Monete e medaglie degli Spinola, in altri testi simili e in innumerevoli riviste numismatiche per scoprire qualcosa su questi dettagli ma non ho trovato nulla. Allora ho interpellato l’amico marchese Oberto Spinola di Tassarolo e dopo un attento esame ed un’ampia discussione la sentenza è stata unanime. Si tratta dei simboli del misterioso ordine dei Rosacroce, uno dei successori dei cavalieri templari, il cui emblema è rappresentato proprio da una rosa e da una croce. Nell’ongaro c’è la rosa il cui gambo e rami formano la X mentre nello scudo di Napoleone, oltre al fiore, magia delle magie, proprio l’intersezione della spada e del bastone formano una croce.
Questi oggetti “fuori luogo” apparentemente non c’entrano nulla nel contesto della moneta. Almeno per noi o per i comuni utilizzatori del tempo erano difficilmente interpretabili, mentre avevano una loro sottile funzione subliminale per qualcuno. Non sono nemmeno tanto chiari come nel caso del dollaro di Washington. E’ più semplice ed immediato riscontrare gli errori e le varianti potendosi eseguire numerose comparazioni.
Nelle monete di Filippo di Tassarolo è ricorrente nella figura dello stemma un giglio anziché la classica spina in quanto anche questo fiore è il simbolo della confraternita già ricordata.
A conferma di questa tesi non ho potuto fare a meno di continuare il discorso sui Templari a Tassarolo con il marchese Oberto il quale, alla fine, mi ha permesso di raccontare o meglio precisare alcuni dettagli riguardo la storia della sua Stirpe mostrandomi un albero genealogico da lui stesso redatto (fig. 3).
Gli Spinola hanno origine nella Regione della Mark (contea del Sacro Romano Impero in Germania) nel VII secolo. L’arrivo della famiglia, già col titolo di visconti, a Genova nel 950 è storia conosciuta così come la partecipazione del famoso Guido alla prima Crociata nell’XI secolo. E’ probabilmente Lui, secondo il mio parere, uno dei primi adepti all’ordine dei cavalieri templari.
Si è sempre creduto che la spina dello stemma fosse proprio l’origine del cognome Spinola. Da secoli infatti si discute sulla derivazione di questo nome e anche gli storici più illustri sono sempre stati concordi sulla “spina” della corona di Cristo Crocefisso portata in Italia dagli Spinola durante le crociate. La “spina” dello stemma altro non sarebbe che la croce templare che nei secoli è stata costantemente modificata dando origine alla croce dell’ordine di Santiago (sorto a protezione dei pellegrini che si recavano a Santiago di Compostela) il cui braccio inferiore è stilizzato a forma di spada. Questo particolare simbolo si nota benissimo negli stemmi originali non sbiaditi o consunti. Da notare che nello stemma della Contea di Mark non c’è la spina, mentre è presente in quello degli Spinola di Genova.
Non ancora soddisfatto mi sono fatto accompagnare in castello dove sono ben visibili degli affreschi riproducenti la croce di Santiago, nascosti nel XIII secolo con intonaco e librerie, per non destare sospetti e sfuggire all’inquisizione iniziata dal re di Francia Filippo IV, e rinvenuti fortunatamente alcuni anni fa durante dei lavori di restauro.
Ho scritto questo articolo con vera soddisfazione e, mi sia consentito, con un pizzico di orgoglio perché sono convinto di aver interpretato al meglio la numismatica proprio come studio scientifico delle monete in tutte le sue forme e di aver scoperto, in questi specifici tipi di conio, notizie storiche assolutamente nuove ed interessanti, partendo proprio da alcuni messaggi occulti.
La tecnologia moderna offre indubbi vantaggi per uno studioso ma la fortuna di poter contare sempre su una miniera di informazioni quale il marchese Oberto conosce è sicuramente insostituibile. E’ dunque all’ultimo custode e depositario delle memorie storiche e archivistiche dell’illustre famiglia Spinola che vanno i miei più vivi ringraziamenti per la preziosa collaborazione (e autorizzazione), che mi ha permesso di stendere queste brevi note.
Note
- S. Bruno, Un’inedita e curiosa variante in un luigino degli Spinola di Tassarolo, in Panorama Numismatico nr 243, settembre 2009, pp. 19-21.
5 Comments
Maurizio Buonfantino
Sono uno studioso del medioevo e in paricolare sto aprofondendo i legami dei Templari con le città che sono state recentemente chiamate Repubbliche marinare, e in particolare Genova ed Amalfi. abbiamo in programma un incontro da svolgersi nella città di genova entro la fine di marzo. In tale quadro gradirei incontrarla per approfondire eventuali aspetti della presenza templare in Liguria. distinti saluti.
maurizio Buonfantino
Massimo Bosi
Buongiorno sig.Buonfantino,
ho girato la mail all’autore.
Cordiali Saluti
Massimo Bosi
Daniele Ricci
Buondì
complimenti per l’interessante articolo.
Mi sono perso il passaggio della certa individuazione della rosa pendulina. E’ per il fatto che sia diffusa sui monti liguri ?
Di galliche ce ne sono a bizzeffe
felice stabile
ciao mi trovo in possesso di monete dei templari come fare x capire il valore grazie x contati n. 3294926294
Renato Carnevali
C’è una croce di Santiago di Compostela nel comune di Costacciaro (PG) nascosta dietro una tela. La chiesa ha un origine templare e i reperti trovati sono veramente numerosi.
Possiamo sentirci per eventuali scambi di info
Renato Carnevali