di Gianni Graziosi
Negli ultimi tempi si parla molto di economia globale, di uso delle risorse naturali, di perdita della biodiversità. La repubblica di Nauru è formata da una sola piccola isola di 21,4 chilometri quadrati che si trova nell’oceano Pacifico meridionale, poco a sud dell’Equatore. Indipendente dal 1968, è il terzo stato più piccolo del mondo sia per estensione che per popolazione, poco più di 10.000 gli abitanti. Fino a poco tempo fa l’unica risorsa era costituita dai locali giacimenti di fosfati che, con una produzione di 2 milioni di tonnellate l’anno, hanno fatto la fortuna dell’isola. Ora che i giacimenti sono quasi esauriti, in seguito all’eccessivo sfruttamento, lo stato, vista la scarsità di materie prime e di terreno coltivabile (importa derrate alimentari e produce acqua potabile con un unico impianto di dissalazione), è sull’orlo del collasso finanziario. Per risollevare l’economia dell’isola il governo ha cercato di rendere il paese un paradiso fiscale incoraggiando la registrazione di imprese e banche in regime di offshore. La piccola nazione, per evitare la bancarotta, ha avuto un aiuto economico dall’Australia ed è diventata una sorta di protettorato e, in questo modo, rischia di perdere la propria indipendenza. Dal 1992, per cercare di aumentare le entrate statali, si è cominciato ad emettere monete per collezionisti; la valuta ufficiale è il dollaro australiano.
Scarica l’articolo completo in formato PDF tratto da Panorama Numismatico nr.286 / Luglio e Agosto 2013