di Giuseppe Carucci
La figura 1 presenta il diritto di una moneta del tradizionale pezzo aureo da 5 sterline coniato nel 1998 a nome di Elisabetta II.
La scritta circolare recita: ELISABETH II DEI GRA(TIA) REGINA FID(EI) DEF(ENSTRIX). Ecco, la regina del Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord è difensore della fede! Come mai questo titolo e cosa esso significa? Bisogna risalire agli anni di Enrico VIII (anni di regno 1509-1547).
Costui (fig. 2), è noto nella storia per aver avuto ben sei mogli, la prima delle quali fu Caterina d’Aragona, figlia di Isabella di Castiglia e Ferdinando d’Aragona. Enrico, agli inizi, fu fervente cattolico e autore di un trattato intitolato Assertio Septem Sacramentorum (Difesa dei sette sacramenti), scritto con l’aiuto di alcuni consiglieri tra cui l’umanista Tommaso Moro (il cui vero nome, essendo inglese, era Thomas More) che aveva la carica di lord cancelliere. In questo trattato il re difendeva in particolare il sacramento del matrimonio e la supremazia del papa, in contrasto con le idee di Martin Lutero.
Per questa posizione papa Leone X, nel 1521, conferì ad Enrico VIII e alla moglie Caterina d’Aragona il titolo di defensor fidei, ovvero difensore della fede. Purtroppo Caterina non riuscì a dare ad Enrico un erede maschio e il re si rivolse a papa Clemente VII per ottenere l’annullamento del matrimonio con Caterina e sposare in seconde nozze Anna Boleyn (Anna Bolena). Papa Clemente rifiutò e, nel luglio 1533, scomunicò Enrico VIII. Nel 1534 papa Paolo III tolse al re inglese il titolo di Difensore della fede ma nel 1547 tale titolo, già nella versione inglese defender of the faith, fu riconfermato dal parlamento inglese al nuovo re Eduardo VI.
Questo scontro tra Enrico VIII e il papato portò alla nascita della Chiesa anglicana che ha come primate l’arcivescovo di Canterbury ma il titolo di supreme governor (governatore supremo) di detta chiesa spetta al sovrano. Infatti nel 1563 la regina Elisabetta I (anni di regno 1558-1603), figlia di Enrico VIII e Anna Bolena, promulgò l’Act of Supremacy nel quale si stabiliva che il re era il supreme governor della Chiesa anglicana. Come a dire, restando ai giorni nostri, che il primate della Chiesa anglicana è l’arcivescovo Justin Welby (fig. 3) con Elisabetta II nel ruolo di papessa, sebbene laica!
La prima menzione del titolo di defensor fidei su una coniazione inglese risale al 1555 con una medaglia d’oro del peso di 151,80 grammi (fig. 4), opera del medagliere italiano Jacopo Nizzola da Trezzo, coniata a nome della regina cattolica Maria (anni di regno 1553-1558), detta la Sanguinaria (fig. 4), figlia di Enrico VIII e Caterina d’Aragona, mentre fu con Giorgio I Hannover (anni di regno 1714-172) che il titolo cominciò ad apparire anche sulle monete, come risulta dalla figura 5 che riporta un pezzo in oro da 5 ghinee del 1717.
Il titolo appare nella sua scrittura integrale soltanto sulla citata medaglia della regina Maria: …FIDEI DEFENSATRIX, mentre sulle monete a partire da Giorgio I ci si deve accontentare della versione abbreviata, o acronimo, di F D oppure FID DEF, con uno o due puntini tra le due abbreviature.
Una precisazione: nel caso di regnante donna o regina, l’abbreviatura D oppure DEF può essere scritta per intero come DEFENSTRIX o DEFENSATRIX, essendo le due versioni sinonimi. A voler essere pignoli DEFENSTRIX = protettrice, e DEFENSATRIX = difenditrice, secondo il vocabolario latino-italiano “Ferruccio Calonghi”. Se invece il regnate è un uomo, quindi un re, il termine è DEFENSOR, senza alternative. Del resto, si sa, l’universo femminile è sempre più problematico di quello maschile!