di Giuseppe Carucci
LA STORIA DEI SOVRANI DI BULGARIA E DELLE LORO CONIAZIONI TRA LA SECONDA META’ DELL’OTTOCENTO E IL 1946, QUANDO L’ULTIMO ZAR VENNE DEPOSTO A FAVORE DELLA REPUBBLICA.
Il paese deve il suo nome ai bulgari, popolazione di origine unna che si stabilì nel V secolo nei territori a nord del mar Nero, tra i fiumi Volga e Don. I due gruppi fondamentali dei Kutriguri e Utriguri si riunirono nel regno della Grande Bulgaria, dissolto nel VII secolo dall’invasione dei cazari; il nucleo principale dei bulgari emigrò verso i Balcani dove, fondendosi con gli slavi locali, diedero vita a uno stato federativo bulgaro-slavo a scapito dei bizantini.
La Bulgaria divenne lo stato più fiorente dei Balcani sotto i regni di Boris I (853-889) e Simeone (893-927). Fu durante il regno di Boris I che i santi Cirillo e Metodio introdussero l’alfabeto glagolitico, detto anche cirillico. In seguito, sottomessa nuovamente dai bizantini dopo i torbidi scoppiati al decadere del primo regno bulgaro, tornò indipendente nel secolo XII sotto la dinastia degli Asen (fig. 1) per essere infine assoggettata dai turchi sul finire del secolo XIV.
Il dominio turco durò cinque secoli ma i forti movimenti indipendentisti, con l’appoggio decisivo della Russia, portarono nel 1878 a una parziale indipendenza della Bulgaria e il suo primo sovrano, in qualità di principe, fu Alessandro di Battenburg (1879-1886) cui successe, nel 1887, Ferdinando di Sassonia-Coburgo-Gotha (fig. 2), appassionato di filatelia e botanica. Durante un soggiorno nell’isola di Rodi egli notò una varietà di orchidea non ancora descritta dai botanici e da lui questo fiore prese nome di ophrys speculum regis ferdinandii.
Nonostante avesse parecchi detrattori, tra cui la regina Vittoria, sua lontana cugina, egli si dimostrò un buon regnante e la sua politica estera, diretta dal liberale Stefan Stambolov, fu tesa soprattutto all’allontanamento dalla Russia che si riteneva la protettrice della Bulgaria in quanto nazione cristiano-ortodossa. Nel 1893 Ferdinando sposò, a Lucca, Maria Luisa di Borbone-Parma (fig. 3), figlia di Roberto I di Parma, e dalla coppia nacquero quattro figli.
Intanto, in seguito all’assassino di Stambolov, la Bulgaria si riavvicinò alla Russia e l’erede al trono, Boris, si convertì al cristianesimo ortodosso.
Nel 1908 la Bulgaria proclamò l’indipendenza assoluta dall’Impero ottomano e Ferdinando I assunse il titolo di zar. Durante la Grande guerra si alleò con l’Austria-Ungheria, imperi tedesco e ottomano e, conseguentemente, dopo la sconfitta, abdicò in favore del figlio Boris.
Durante il regno di Ferdinando furono coniate monete da 1 stotinka (1 leva= 100 stotinki) e fino a 100 leva, nei tre metalli canonici. Il rame-nickel fu usato per i valori da 1, 2, 5, 10 e 20 stotinki, in argento 835 furono coniati i tipi da 50 stotinki, 1 e 2 leva (fig. 4), mentre l’oro fu impiegato per i nominali da 10, 20 e 100 leva (fig. 5). Tutte le monete a nome di Ferdinando furono coniate secondo gli standard dell’Unione monetaria latina eccetto il 4 ducati d’oro (fig. 6) degli anni 1912-14 avente le stesse caratteristiche di titolo, peso e diametro del più famoso 4 ducati austriaco. Finita la guerra e sconfitta la Bulgaria, lo zar Ferdinando abdicò a favore del figlio primogenito Boris, lasciò il paese e si rifugiò nella nativa Coburgo, dove morì il 10 settembre 1948, in tempo comunque per essere testimone della morte del figlio Boris, della fucilazione dell’altro figlio Kirill, della deposizione del nipote Simeone II e della instaurazione del regime comunista in Bulgaria ad opera di Gheorghij Dimitrov.
Quindi Boris III (nome completo, Boris Clemente Roberto Maria Pio Stanislao Saverio) divenne zar nel 1918 all’età di 24 anni. Fu estremamente popolare e uno dei personaggi chiave della storia balcanica a cavallo delle due grandi guerre. Nel 1930 sposò Giovanna, figlia quartogenita del re d’Italia Vittorio Emanuele III. Il matrimonio venne celebrato dapprima ad Assisi (fig. 7) con rito cattolico e poi a Sofia con rito artodosso.
Fino al 1934 la Bulgaria visse momenti molto torbidi e autoritari. Boris venne, in pratica, esautorato dai primi ministri Stamboliski prima e Zankov poi, finché lo zar non ristabilì la sua piena autorità sul paese a seguito di un colpo di stato militare attuato il 19 maggio 1934. Fino al 1940 la Bulgaria fu un satellite politico della Germania e più volte Boris incontrò Hitler. Tuttavia, poiché la stragrande maggioranza della popolazione era filorussa, la Bulgaria non dichiarò mai guerra all’Unione Sovietica e non inviò truppe sul fronte orientale. Inoltre lo zar salvò 50 mila ebrei dalla deportazione impiegandoli come manodopera in lavori di pubblica utilità.
Boris morì all’improvviso d’infarto nel 1943 e gli successe il figlio Simoneone II con la reggenza di Kirill, fratello minore del defunto zar.
Durante il regno di Boris furono coniate monete da 50 stotinki in alluminio-bronzo, da 5 e 10 leva in rame-nickel, da 20, 50 e 100 leva in argento 500 ( fig. 8 ) e, nel 1926, il tipo da 4 ducati d’oro.
Simeone II, zar dal 1943, fu deposto nel 1946 a seguito di un referendum popolare sulla forma istituzionale che vide l’opzione repubblicana trionfare su quella monarchica con il 91% dei voti.
La Prima guerra mondiale segnò la fine dei grandi imperi europei, il russo, il tedesco e l’austro-ungarico. Prima ancora dello scoppio della Seconda guerra si dissolse la monarchia iugoslava. La Seconda guerra mondiale spazzò via i regni di Romania e Bulgaria. La Prima guerra mondiale spazzò via il plurisecolare zarismo russo, la Seconda eliminò il più giovane zarismo bulgaro: in Europa non ci furono più zar!