Nell’asta numismatica che Bolaffi ha tenuto il 5 e 6 giugno scorsi è stata posta in vendita, per la prima volta, la medaglia “sbagliata” coniata nell’autunno 2013 dall’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato per il primo anno di pontificato di Papa Francesco, la cui estrema rarità è dovuta a un refuso grossolano nell’incisione del rovescio che ha costretto il Vaticano a ritirarla dal commercio a pochi giorni dall’emissione. Secondo quanto comunicato dalla sala stampa vaticana, complessivamente ne sono stati venduti solo quattro esemplari.
La medaglia, coniata in circa 6.000 pezzi, in oro, argento e bronzo, con un diametro di 44 millimetri, è opera dell’artista Mariangela Crisciotti.
L’esemplare in asta, partito da una base di 3 mila euro, ha realizzato 5.300 euro. Sul diritto è raffigurato il volto del pontefice frontale, benedicente, con zucchetto e stola. Attorno all’immagine, la scritta: “FRANCISCUS PONT. MAX. AN. I”. A destra, il cognome dell’artista mentre, sul bordo, compaiono la dicitura “E CIVITATE VATICANA” e il numero della medaglia.
Il retro rappresenta, invece, la chiamata di Matteo e, attorno, vi è una frase tratta dalle Omelie di san Beda il Venerabile: VIDIT ERGO JESUS PUBLICANUM ET QUIA MISERANDO ATQUE ELIGENDO VIDIT, AIT ILLI SEQUERE ME. Ma, sulle medaglie sbagliate, al posto della lettera «J» di Jesus è stata incisa una lettera «L». La frase è stata scelta per l’importanza che rivestì nella vita del pontefice, dato che segnò il giovane Jorge Mario Bergoglio quando, diciassettenne, il giorno della festa di san Matteo del 1953, in seguito a una confessione, accolse la chiamata divina alla vita religiosa.
L’Istituto Poligrafico dello Stato, dopo il ritiro della medaglia, ha subito precisato di aver ricevuto da Roma il “creator”, ovvero il gesso dal quale viene ricavato il conio e, quindi, la stampa. L’errore sembra essersi originato proprio in Vaticano.