di Gianni Graziosi
Un libro scritto con patos e grande coinvolgimento. Cappellari all’inizio prende in considerazione il termine numismatico e, di conseguenza, il concetto di numismatica. Fornendo varie giustificazioni, egli ritiene che la parola numismatico generi confusione perché con lo stesso termine si indicano lo studioso di monete, il collezionista, il commerciante, l’appassionato, in altre parole una mescolanza di ruoli, una sovrapposizione di competenze. Per questo motivo ritiene utile definire ed utilizzare un glossario che ha come radice nummo; in questo modo si hanno a disposizione i termini nummoflilia, nummofilo, nummologia, nummologico, nummologo, nummomane, nummomania, nummoteca, nummotecario. Il significato di nummofilo è definito in questo modo: chi ama le monete in sé stesse, per la loro antichità o rarità, e ne fa collezione. Per il senso degli altri vocaboli, ovviamente, rimando alla lettura del volume. A questo punto mi sorge spontanea una domanda, a quale categoria appartengo? …ma procediamo. Il nummofilo possiede una struttura mentale razionale utile per descrivere scientificamente le monete e, nello stesso tempo, deve anche percepire ed apprezzare che non si trova semplicemente di fronte ad un gelido dischetto metallico. Un intero mondo di emozioni che, anno dopo anno, si sono stratificate come finissimi sedimenti, attendono solamente di essere decifrate, interpretate e portate alla luce. L’appassionato di monete non è un freddo collezionista senza anima, deve essere pervaso da uno spirito emotivo e poetico, che si appassiona anche davanti a un comune dischetto di rame logoro e consunto. Come scrive l’autore, la moneta è un piacevole e gustoso passatempo che ci consente di impugnare innumerevoli maniglie per aprire porte che conducono in mondi inaspettati.
Volume destinato a chi è interessato agli aspetti che riguardano le monete, sia storici che artistici, collegati alla civiltà, al progresso, alle emozioni tangibili, alla poesia e soprattutto a chi è disposto a meditare. L’autore cerca di infondere il fascino delle monete in tutti. Esprime quello che prova. Le argomentazioni presentate sono una riunione di concetti ed esempi dei più disparati, il discorso non procede quindi in modo ordinato e sistemico. Ma non per questo la lettura non risulta piacevole ed interessante, anzi obbliga ad un lavoro di riordino mentale, ad una gradevole riflessione. Cappellari ci ricorda delle ingenti cifre che erano necessarie per il pagamento di opere d’arte, di un quadro, una scultura, un conio per medaglie o monete realizzato da un grande ed affermato maestro. L’artista di fama veniva pagato con monete d’oro o d’argento. Il Vasari, nel passo Dicisi che andando al banco per la provisione, ch’ogni mese da Piero Soderini soleva pigliare, il cassiere gli volse dare certi cartocci di quattrini, et elli non li volse pigliare, rispondendogli: io non sono dipintore da quattrini, ci racconta di Leonardo da Vinci offeso perché pagato con moneta vile, non con luccicanti pezzi d’oro. L’autore si domanda dove sono finiti i tesori accumulati dai potenti alla loro morte. Ad esempio i 232.000 ducati di Bartolomeo Colleoni, detto il Gattamelata, quando si spense nel 1475, oppure i 200.000 fiorini di Niccolò Tolentino (1424). Sono stati fusi e trasformati in gioielli, sono serviti per coniare altre monete, sono finiti, in parte, in alcune collezioni? Impossibile, forse, fornire una risposta certa. Ed ancora, si può leggere che le monete possono riportare stemmi e legende che rivestono carattere di successione, di feudo, ma anche di pretenzione, cioè vantano diritti che i sovrani avevano o pretendevano di avere su domini che in realtà non dominavano più o che mai erano stati occupati. Le monete dei Savoia, per esempio, riportano la scritta re di Sardegna, Cipro e Gerusalemme, mentre Maria Teresa d’Austria, sui famosi talleri di convenzione, è chiamata imperatrice senza essere, in realtà, mai stata nominata ed eletta, semplicemente quale consorte dell’imperatore Francesco I Stefano. Si potrebbe continuare in questo elenco a lungo, ma a questo punto lascio all’interessato il piacere della scoperta. Un libro che non è un manuale per collezionisti né un catalogo e neppure un listino di prezzi, anzi non ne compare alcuno. Non è nemmeno un saggio di numismatica. Semplicemente è un volume scritto in difesa di chi ama le monete in quanto tali, per la loro storia e antichità, per la loro bellezza e il loro fascino, per le mille avventure che racchiudono, per le casualità sorprendenti e le circostanze imprevedibili che ci possono raccontare. Il testo, inoltre, è corredato da riproduzioni a colori di splendide monete nelle dimensioni reali e, per potere apprezzare e gustare anche i più piccoli dettagli, sono state riproposte anche ingrandite. Libro da leggere e meditare che offre un breve squarcio sulla numismatica, esposta in modo inusuale, e mostra la grande passione dell’autore che cerca di trasmettere l’emozione che prova quando, tenendola fra le mani, ammira una moneta, interesse che molti condividono. Concludo citando una frase, fra le tante, inserita nel testo, che mi ha particolarmente colpito: le monete sono telecamere che trasmettono immagini a colori direttamente dal passato.
Damiano Cappellari
EMOZIONI NUMISMATICHE
Ovvero Apologia del Nummofilo. Squarcio breve sulla numismatica
eBook
Per informazioni: ribaldoturrisendossenigo@alice.it