di Gianni Graziosi
Con lo slogan bagliore nella notte viene pubblicizzata la moneta canadese, in lega di rame e nichel, con valore facciale 25 cents 2012 (12,61 g, 35 mm, tiratura 25.000 esemplari). Il pezzo, il primo di una nuova serie di quattro dedicati agli animali preistorici, presenta sul rovescio l’immagine a colori di un dinosauro cornuto, il Pachyrhinosaurus canadensis lakustai, un erbivoro vissuto nel Cretaceo superiore nel nord America; ma ovviamente non è questa la novità. L’innovazione consiste nel fatto che basta esporre la moneta per breve tempo alla luce solare o alla luce di una lampadina, e se poi la si colloca al buio, udite-udite, è possibile vedere lo scheletro dell’animale. Questo perché la reale zecca canadese ha utilizzato smalti fluorescenti. Il risultato è una radiografia virtuale del Pachyrhinosaurus. Dall’altro lato del tondello l’elegante ritratto di Elisabetta II con la sovrana che volge lo sguardo verso destra.
Naturalmente non è la prima volta che i dinosauri vengono rappresentati su monete, soprattutto dopo il grande successo del film Jurassic Park realizzato nel 1993 da Spielberg. Numerose sono le emissioni in cui figurano immagini di questi fantastici animali come, solo per fare qualche esempio: 10 dollari 1997 in argento (28,28 g) dell’Eritrea con il massiccio e cornuto Triceratops; 100 tugrik (tögrög) 1989 (28 g) con Nemegtosaurus mongoliensis erbivoro vissuto nel Cretaceo superiore e 500 tugrik (tögrög) 2001 (25 g) con il piccolo Protoceratops andrewsi, entrambi i pezzi sono in argento della Mongolia; 500 dinari 1993 in rame e nichel della Bosnia-Herzegovina con il notissimo Brontosaurus, nome entrato nell’uso popolare ma errato, per ragioni di precedenza nella scoperta deve essere utilizzato Apatosaurus; 4 dollari 2009 con Tyrannosaurus rex, il grande carnivoro bipede dalla testa enorme, con denti lunghi anche 18 cm, mentre gli arti anteriori erano minuscoli, quasi atrofizzati; 4 dollari 2010 con il carnivoro Dromaeosaurus albertensis che aveva un artiglio affilato sul secondo dito del piede, pezzi in argento (15,87 g) del Canada; 500 won 1993 in argento (31,1035 g) della Corea del Nord con Brontosaurus; 1 corona 1993 in argento (28,28 g) di Gibilterra con Stegosaurus, animale dotato di enormi piastre poste sopra la colonna vertebrale e una potente coda munita di lunghe spine appuntite; 1000 yen 2010 in argento (31,1 g) del Giappone con il carnivoro Fukuiraptor; 5 dollari 2002 in argento (62,5 g) con il gigantesco Seismosaurus di Tuvalu. Naturalmente l’elenco potrebbe continuare a lungo.
Il superordine o clade Dinosauria (dal greco deinos terribile e sauria lucertola) è nato dal paleontologo inglese Richard Owen che lo introdusse, nel 1841, per riunire in un unico raggruppamento i resti dei grandi animali mesozoici che si stavano scoprendo in tutto il mondo. I dinosauri sono un gruppo di rettili molto diversificati che diventarono i vertebrati terrestri dominanti per circa 160 milioni di anni, dal Triassico (ca. 230 milioni anni fa) fino alla fine del Cretaceo (ca. 65 milioni di anni fa). Il piccolo Scipionyx samniticus, noto con il soprannome di Ciro, il primo dinosauro scoperto in Italia, è uno tra i fossili più importanti nella storia della paleontologia per l’eccezionale stato di conservazione, mostra infatti i resti degli organi interni. Ritrovato, nel 1980, a Pietraroja (Benevento), le sue piccole dimensioni (50 cm compresa la coda) e le proporzioni del corpo indicano che era un neonato, probabilmente morì pochi giorni dopo la nascita. Grazie ad una serie dettagliata di esami e analisi è stato possibile determinare che Ciro appartiene alla famiglia dei Compsognatidi, piccoli dinosauri ricoperti di proto-piume evolutesi dallo stesso gruppo che diede origine al mitico Tirannosaurus, ai velociraptor ed agli uccelli. Difficile dire quanto sarebbe cresciuto il neonato Ciro, ma due metri di lunghezza, da adulto, potrebbe essere una buona stima.
Tra le notizie straordinarie, spesso vere bufale, che circolano recentemente ne è apparsa una decisamente divertente ma socialmente imbarazzante. Secondo quanto proposto in sintesi dai media, alcuni scienziati avrebbero scoperto che l’estinzione dei dinosauri sarebbe stata causata dalle loro flatulenze o peti (sì, avete letto bene), perché i gas emessi crearono un effetto serra letale. Il titolo dell’articolo pubblicato su Current Biology, una semplice comunicazione (non è un paper formale), è il seguente: Il metano prodotto dai dinosauri sauropodi potrebbe aver contribuito ad alimentare il riscaldamento del clima del Mesozoico? La realtà è quindi completamente diversa; non si afferma in nessun modo che i peti di queste enormi creature possano averle… uccise. I ricercatori suggeriscono semplicemente che i dinosauri potrebbero aver giocato un ruolo significativo nell’influenzare il clima e non affermano neppure che abbiano causato, da soli, il riscaldamento del mesozoico. I mezzi di informazione, a volte, trattano le notizie in modo approssimativo in nome dello scoop sensazionalistico.
A questo punto è necessaria una precisazione: i dinosauri erano esclusivamente animali terrestri; i rettili marini plesiosauri, mosauri, ittiosauri e quelli volanti pterosauri, pur essendo loro contemporanei, non appartenevano a questo gruppo anche se molto spesso si legge il contrario. L’immagine di un Pteranodon, uno tra i maggiori esemplari di rettili volanti esistiti, aventi una apertura alare di oltre 7 metri, è raffigurato, sulla moneta in rame e nichel da 1 dollaro emessa nel 1993 dall’Eritrea.
Ormai è accertato che esistevano dinosauri piumati e per essi non si esclude la possibilità di brevi voli. Da questi gruppi si sono puoi evoluti gli uccelli. Nel 1861, il paleontologo tedesco Hermann von Meyer, descrisse per la prima volta i resti di Archaeopteryx lithographica, il più antico uccello, scoperti nella roccia litografica del Giurassico superiore (150 milioni di anni fa) di Solnhofen (Baviera). Lo scheletro si presenta molto simile a quello di piccoli dinosauri coevi, come Compsognathus, ma la presenza delle piume lo colloca nella linea evolutiva degli uccelli. La classificazione dell’Archaeoptery è ancora controversa: dinosauro evoluto o primitivo uccello? La Germania, nel 2011, per commemorare i 150 anni della scoperta, ha emesso una bella moneta in argento da 10 euro con la raffigurazione dell’esemplare fossile conservato presso il Museo di storia naturale di Berlino. Attualmente sono noti dieci esemplari, non tutti completi ma tutti ritrovati nel giacimento fossilifero di Solnhofen. Non è la prima volta che l’Archaeopteryx compare sulle monete, si trova anche, per esempio, sul pezzo da 10 dollari 1994 in argento (31,1 g) della Liberia.
Monete che mostrano animali del passato, animali estinti, e rievocano l’evoluzione della vita sul nostro pianeta, rettili che scatenano sentimenti di amorevole terrore, di ammirazione, di curiosità, ci ricordano i terribili draghi delle iconografie di san Giorgio; animali con una varietà grandissima di forme e di dimensioni – chissà quante altre forme sorprendenti ed esotiche restano ancora da scoprire, quante le specie. Saranno certamente stati diversificati per colorazione, magari sgargianti, avranno forse avuto scaglie colorate, abitudini ecologiche particolari, creste colorate, livree nuziali coloratissime ed altro ancora. Ma molto probabilmente una flatulenza di un rappresentante della famiglia dei Titanosauridae, dinosauri sauropodi del Cretaceo, comprendente gli animali più grandi che abbiano mai abitato la terraferma, specie erbivore pesanti forse anche 90 tonnellate, non sarebbe passata sotto silenzio.