L’Archivio di Stato di Lucca possiede una cospicua collezione di conii e punzoni della zecca locale. Si tratta di 258 pezzi che vanno dal Cinquecento fino al Settecento: sono 99 punzoni, 156 conii, dei quali 95 per il bilanciere e 62 per la trafila, 2 contromarche e un utensile non meglio identificato.
È ovvio che un così cospicuo gruppo possa gettare non poca luce sulla gestione della zecca di Lucca. Si deve essere molto grati perciò a Franca Maria Vanni, grande conoscitrice della monetazione toscana, d’averne pubblicato il catalogo. L’autrice non si è però limitata ad un mero elenco del materiale. Ha invece indagato con attenzione nelle carte dell’Archivio di Lucca alla ricerca di tutto ciò che potesse fornire maggiori informazioni proprio sull’origine e sull’utilizzo dei conii e dei punzoni che andava a presentare.
Perciò questo libro costituisce anche un nuovo, importante contributo alla conoscenza della zecca lucchese che è stata tra le più attive e longeve di tutta la storia monetaria italiana potendo vantare le prime emissioni in età longobarda per proseguire fino ad Ottocento inoltrato, alle soglie della costituzione del Regno d’Italia, passando per tutte le fasi più importanti della storia italiana. La moneta lucchese, ad esempio, era tra le più diffuse in età medievale e costituiva una valuta veramente internazionale.
La fabbricazione dei punzoni e dei conii era un momento di fondamentale importanza nella produzione della moneta. Anche in passato, infatti, città e principi erano orgogliosi della bellezza della propria moneta che dava lustro e prestigio anche a distanza.
La meccanizzazione della zecca di Lucca inizia nel 1667 quando il Consiglio grande della Repubblica deliberò che si cercassero contatti per l’acquisto delle attrezzature necessarie per abbandonare la produzione manuale delle monete come già molto tempo era avvenuto nella vicina zecca di Firenze e come ormai stava avvenendo in quasi tutte le principale zecche della penisola. In quell’occasione fu iniziata anche a Lucca la battitura del luigino destinato ad essere esportato in Levante.
Il libro rappresenta anche la storia degli incisori lucchesi fin dai primi di cui si conosce il nome risalendo fino al XIV secolo. Tra tutti questi incisori un posto di rilievo merita sicuramente Giovan Battista Tonelli che, considerato il suo talento, a spese della Repubblica, nel 1755 fu inviato a Roma per far pratica in quella zecca.
Il catalogo vero e proprio è strutturato secondo un presumibile ordine cronologico del materiale raggruppando, ove possibile, i punzoni con i relativi conii. Completano il bel volume una appendice dove sono stati trascritti documenti d’epoca riguardo conii e punzoni.
Franca Maria Vanni
CREAR MONETE
Conii e punzoni dell’Archivio di Stato di Lucca
Archivio di Stato di Lucca
Lucca 2015
pp. 157
17 x 24 cm
s.i.p.