di Roberto Diegi
IL SIGNIFICATO DELLA CORONA RADIATA SULLE MONETE TRA IL I E IL III SECOLO d.C. E LE RIFORME DEL SISTEMA MONETARIO ROMANO.
È convinzione diffusa e ben radicata che nella monetazione imperiale romana l’apposizione di una corona radiata, anziché laureata, sul capo dell’imperatore di turno avesse il preciso significato di valore doppio della moneta in questione. In linea di massima ciò è vero, ma non sempre è stato così.
Gli assi coniati da Tiberio per la divinizzazione di Augusto, ad esempio, portano tutti la corona radiata ed è ben certo che queste monete non erano dupondi, cioè due assi. Il notissimo conio che riporto (foto 1), coniato da Tiberio nel 14 d.C., dimostra chiaramente come la corona radiata non avesse, in questo caso, alcun significato di “doppio”. Ma anche sotto Nerone, si hanno indifferentemente assi e dupondi sia con la corona laureata che radiata. Riporto due dupondi, uno con la corona radiata (foto 2) e l’altro con quella laureata (foto 3).
Ma la questione della testa radiata che avrebbe dovuto distinguere le monete di valore doppio crea non pochi problemi anche dopo Nerone. Adriano ha coniato dei bellissimi dupondi dove l’imperatore appare sia con la classica corona laureata che con quella radiata ed è solo in base al peso e alla lega che si possono distinguere gli assi dai dupondi. Le foto 4 e 5 sono emblematiche al riguardo.
La circostanza che nel I e II secolo d.C. la corona radiata non indicasse sempre e necessariamente un valore dopppio è testimoniata anche da questa anomala moneta (foto 6) fatta coniare da Lucio Vero: asse o dupondio? Il peso (9,67 grammi) fa pensare ad un asse, ma il capo di Lucio Vero porta una corona radiata.
Segue: articolo completo in formato pdf da Panorama Numismatico nr.280 – gennaio 2013.