di Gianni Graziosi
Tutti a Venezia sono a conoscenza del fatto che il campanile, che si erge isolato in un angolo di piazza San Marco, di fronte alla famosissima basilica, è una ricostruzione dell’originale. Il simbolo stesso della città, che i veneziani chiamano el paròn de casa, crollò la mattina di lunedì 14 luglio 1902, alle 9,55. La zona era sta precedentemente transennata a causa di evidenti segnali di cedimento e sofferenza della struttura che si erano manifestati già a partire dall’inizio dell’estate. Per fortuna non ci furono vittime; oltre al campanile venne distrutta anche la loggetta posta alla base. L’impatto emotivo sui veneziani fu fortissimo; le immagini d’epoca mostrano un enorme cumulo di macerie che ingombra piazza San Marco.
La sera stessa il Consiglio Comunale, riunito d’urgenza, deliberò la ricostruzione con l’impegno di riedificare il campanile secondo il voto, auspicato da un anonimo cittadino, “come era, dove era”. Ultimato lo sgombro delle macerie, il 25 aprile 1903 ebbe luogo la cerimonia della posa della prima pietra alla presenza di numerose autorità fra cui S.A.R. il principe Vittorio Emanuele di Savoia conte di Torino. La ricostruzione durò parecchi anni, fra i momenti più significativi si possono ricordare: il completamento dei lavori di consolidamento del masso di fondazione (14.10.1905), l’inizio della “struttura fuori terra” (31.3.1906); la fusione delle campane (25.4.1909) andate distrutte nel crollo – di quelle originali si era salvata solamente la più grossa detta il Campanon – e la loro installazione (22.6.1910); il termine della cuspide piramidale (4.1.1912); la ricollocazione dell’angelo, quello originale opportunamente restaurato, sulla cuspide (5.2.1912). Il 25 aprile 1912, in occasione della festa di san Marco, venne effettuata la cerimonia ufficiale per l’inaugurazione del riedificato campanile.
Allo scopo di commemorare il centenario della ricostruzione, l’Azienda Filatelica e Numismatica di San Marino ha emesso una moneta d’oro da 2 scudi (6,451 g, 21 mm, 1.600 esemplari la tiratura). Al dritto compare lo stemma della Repubblica di San Marino, al rovescio la raffigurazione del campanile con, in primo piano, alcuni particolari architettonici di Palazzo Ducale.
Ma non è la prima volta che l’immagine del campanile di piazza San Marco compare sulle monete. Si trova, infatti, sul rovescio della splendida osella fatta battere, nel 1684, dal doge Marco Antonio Giustinian (1684-1688). La raffigurazione presenta una visione prospettica del campanile e di una parte della piazza; in alto la figura di un angelo in volo, verso sinistra, mentre regge il corno dogale; in primo piano la riva del molo con tre galeoni alla fonda nel bacino. Mentre l’osella 1724 del doge Alvise III Mocenigo (1722-1732) mostra sul rovescio l’allegoria della Giustizia coronata e seduta in trono che regge, nella destra, una spada e con la sinistra una bilancia; ai suoi piedi, a destra, il leone alato di Venezia, a sinistra una veduta di piazza di San Marco con il campanile. Ed ancora, nel 2011, le isole Cook hanno emesso una moneta in argento con valore nominale di 20 dollari (93,3 g, 55 mm) che, sul rovescio, raffigura un capolavoro artistico del Canaletto (Giovanni Antonio Canal, 1697-1768), il Rientro del Bucintoro a San Marco nel giorno dell’Ascensione. Nel dipinto si vede la grande galera a remi, usata durante la festa veneziana dello Sposalizio del Mare, mentre rientra nel bacino di San Marco; ovviamente compare l’alta figura del campanile.
Per l’inaugurazione del campanile la ditta Johnson di Milano venne incaricata, dalla Giunta del Comune di Venezia, di coniare una medaglia ufficiale in tre moduli: uno grande di 70 mm di diametro, uno medio di 52 mm e uno piccolo di 43. Le medaglie mostrano al dritto il campanile che si erge sulle cupole della Basilica di San Marco tra la scritta COME ERA DOVE ERA, alla base il leone veneziano, attorno la scritta XXV aprile MCMXII il voto è compiuto.
Naturalmente vennero prodotte altre medaglie celebrative, tra queste una particolarmente apprezzata nota anche come osella del campanile. La medaglia venne ideata e fatta coniare dalla ditta Pallotti e C. di Venezia in oro, argento e bronzo, sul tipo delle antiche oselle veneziane. Al dritto figura il campanile di San Marco con una gloria d’angeli, le date del crollo e dell’inaugurazione, sotto un cartiglio con il motto post fata resurgo (dopo la rovina risorgo); al rovescio la veduta della piazzetta, del molo, del campanile, del bacino, di Palazzo Ducale, della libreria del Sansovino, sormontati dal leone alato tra le nuvole. La medaglia è fornita di un anello portativo.
Anche la storia di un piccolo asteroide, poco appariscente, è strettamente legata a questo evento. L’astronomo triestino Luigi Carnera (1875-1962), il 9 luglio 1902, scoprì un piccolo asteroide, soltanto cinque giorni dopo crollò il campanile di San Marco. L’evento dovette impressionare molto Carnera e soprattutto Elia Millosevich (1848-1919), astronomo veneziano, che suggerì allo scopritore di dedicare il pianetino alla città lagunare così duramente colpita. Il piccolo asteroide, circa 63 km di diametro, che orbita attorno al sole in 4,366 anni ad una distanza media di 2,67 ua (unità astronomica pari a 149.597.870,700 km) venne allora denominato Venetia (487). Non solo monete, medaglie, francobolli, fotografie, disegni ci ricordano il crollo e la riedificazione del famoso campanile veneziano, ma anche un piccolo e oscuro asteroide che, assieme al nostro pianeta, orbita silenziosamente attorno al sole.
Segue articolo in formato PDF tratto da Panorama Numismatico n.284/Maggio 2013 disponibile nello shop online di Nomisma.