La prima giornata di studio sulle banconote antiche e da collezione
Il 26 ottobre 2019, dalle ore 9.30 alle ore 13.00, avrà luogo a Roma la prima Giornata di Studio in Italia dedicata esclusivamente alla cartamoneta antica e da collezione. L’evento si svolgerà presso il Centro Congressi “Cavour”, in via Cavour 50/a.
L’Associazione Italiana Cartamoneta (www.associazioneitalianacartamoneta.it), nata solo due anni fa, è consesso di studiosi, ricercatori, collezionisti, ecc., accomunati dalla passione per le banconote antiche, dovuta fra l’altro alla intrinseca capacità di presentificare la storia. Tutt’oggi è la prima Associazione italiana che ha messo al centro delle sue attività lo studio e la ricerca sulle antiche banconote. Gli studi, gli articoli e i saggi prodotti vengono diffusi attraverso il magazine semestrale cartaceo «AIC Magazine», organ house dell’Associazione.
I vari relatori, proprio perché provenienti esperienze diverse, potranno tratteggiare una prima mappatura del contesto culturale italiano che ruota intorno al mondo della cartamoneta da collezione. Di seguito il nome dei relatori e una sintesi dei loro interventi.
Dott. Stefano Poddi, Presidente dell’Associazione Italiana Cartamoneta, Direttore di «AIC Magazine», ideatore e curatore dell’evento, si occuperà dell’apertura dei lavori, del coordinamento delle relazioni, degli interventi e/o delle domande e della chiusura dei lavori.
Prof.ssa Silvana Balbi De Caro, Direttrice del «Bollettino Numismatico» e Responsabile Scientifico del Nuovo Museo della Zecca di Roma.
Dal metallo alla carta, un difficile cambiamento: la circolazione in Italia al momento dell’unificazione politica, una babele monetaria (tra moneta metallica e valuta cartacea); la situazione politico-economico-finanziaria del nuovo Regno e il confronto con l’Europa; il difficile cammino verso la moneta unica e gli accordi internazionali (Unione Monetaria Latina); la crisi del 1866, il corso forzoso dei biglietti della Banca Nazionale nel Regno e i riflessi sulla circolazione monetaria. A fronte, infatti, di una sempre maggiore incapacità mostrata dai sistemi monetari a base metallica a soddisfare le richieste dell’alta finanza tanto a livello nazionale (infrastrutture e servizi per un territorio da poco unificato) quanto internazionale, l’aumento della richiesta di moneta corrente porterà, nel lungo periodo, a un ribaltamento del rapporto tra la massa della moneta metallica e il volume della valuta cartacea in circolazione, con un sensibile ampliamento la scala dei tagli dei biglietti di banca sia verso il basso, naturale conseguenza di una sempre più capillare penetrazione nella minuta circolazione, sia verso l’alto, anche in esito alla perdita di potere di acquisto da parte della nostra lira. Un cambiamento nelle abitudini degli italiani, quello determinato dalla progressiva scomparsa della vecchia, a tutti ben nota, moneta metallica sostituita, in maniera sempre più massiccia, da biglietti cartacei che, specie nel campo dell’economia familiare, incontrò non poche resistenze, frutto di una naturale diffidenza e di un disagio che la letteratura dell’epoca registra con molta efficacia (da Verga a De Marchi e a molti altri ancora).
Prof.ssa Franca Maria Vanni, Curatrice del percorso espositivo della sezione numismatica della Fondazione Ivan Bruschi di Arezzo.
La cartamoneta in Toscana, prima dell’Unità d’Italia: tra i sovrani che vennero restaurati negli antichi regni, il Granduca di Toscana Ferdinando III fu quello che prestò maggior attenzione al problema della circolazione monetaria e del credito. Durante il suo regno fu istituita la prima banca di emissione nella penisola italiana, la Cassa di Sconto di Firenze. Fondata nel 1816, alla fine del XIX secolo questo istituto formò una cospicua parte della Banca d’Italia. Durante il regno del figlio, Leopoldo II, il regime libertario in fatto di economia favorì lo sviluppo bancario che in quattro anni (1836-1840) portò alla creazione di sei banche di emissione ognuna delle quali operava in modo autonomo in un proprio territorio. La presenza di tutte queste case bancarie in un territorio non ampio indusse il granduca a fondere, nel 1857, i due istituti più importanti, la Cassa di sconto di Firenze e quella di Livorno nella Banca Toscana, con l’incarico di assorbire gradatamente le quattro banche minori della Toscana. Tale operazione si completò alla fine del 1860 con la trasformazione di questi istituti in succursali della Banca Nazionale Toscana.
Dott.ssa Livia Faggioni, Coordinatrice e Consigliere d’Amministrazione della Fondazione Fedrigoni Fabriano.
La forma: l’invenzione che ha scritto la storia: la forma, strumento di duplice conformazione, legno e metallo, tanto importante quando sconosciuto, che produce da otto secoli ininterrottamente ciò che ha cambiato la storia e la sua trasmissione, la carta, il supporto scrittorio più utilizzato al mondo, “impronta digitale” della forma. Un arnese che nella sua semplicità ha generato “risme” di carta di ogni dimensione e grammatura per innumerevoli usi, da quello scrittorio a quello artistico, fino alle carte “di sicurezza” arricchite da quello che nel XIII secolo a Fabriano, la città della carta per antonomasia, era definito signum. Il segno, marchio di fabbrica del cartaio, visibile solo in controluce, peculiarità delle carte occidentali europee e la principale distinzione dalla carta orientale, che nei secoli diventerà l’elemento principale contro la falsificazione, la “filigrana”. Migliaia sono le forme vergate e veline, tutte filigranate, conservate dalla Fondazione Fedrigoni Fabriano (FFF), costruite dal 1782 dalle Cartiere Miliani di Fabriano. Una raccolta che per la varietà dei formati e per le raffinate tecniche di costruzione, permette di seguire l’evoluzione della forma negli ultimi due secoli, confermando l’importanza di Fabriano nello scenario nazionale ed internazionale della carta.
Avv. Giovanni Ardimento, Perito numismatico, storico monetario e finanziario.
CAUTE PERSOLVERE CHARTIS: strumenti finanziari con funzione monetaria, origini, struttura e caratteri: denaro, moneta e soldi, analogie e distinzioni, elementi di tassonomia monetaria, criteri di classificazione delle emissioni, elementi formali e sostanziali della cartamoneta, titoli di credito e strumenti finanziari, strumenti finanziari con funzione monetaria: importanza, valore storico e collezionismo, panoramica delle emissioni nel tempo e nello spazio, analisi di reperti rappresentativi.
Dott. Alfredo Gigliobianco, Ufficio Studi della Banca d’Italia.
Leggere una banconota: le banconote, come le monete loro sorelle, contengono interessanti messaggi. Sono a volte clausole contrattuali (pagabili a vista al portatore…), a volte ammonimenti (la legge punisce i fabbricanti e gli spacciatori…), a volte segni burocratici (il numero di serie), a volte messaggi politici. Le banconote sono talmente parte della nostra vita quotidiana che quasi sempre dimentichiamo di “leggere” questi messaggi. Riprendiamo dunque possesso, per le banconote del presente come per quelle passate, del valore comunicativo della banconota, impariamo a leggerla.
Dott. Paolo Alberto Cardia, studioso della cartamoneta.
Una vita per la cartamoneta, luci e ombre: “il discorso risale a circa trent’anni fa quando le mie figlie, avendo praticamente esaurito la gamma dei regali per le varie festività, ebbero lo spunto da un mercatino che ogni domenica si teneva nella mia città, di potermi omaggiare di alcune banconote che avevano come leit motive la bellezza cromatica, senza altro conoscere di esse. La inusualità del gesto mi colpì molto e fece scattare in me la curiosità di approfondire”.
Fra gli invitati, oltre ai Soci della Associazione Italiana Cartamoneta, ci saranno i Rappresentanti della Direzione Generale della Banca d’Italia, i Rappresentanti del Poligrafico dello Stato, i Soci dell’AFI e di altre Associazioni Numismatiche.
CHARTA NUMMARIA. Quando la carta diventa moneta
Roma, Centro Congressi “iCavour”, via Cavour 50/a, mappa
26 ottobre 2019
Per informazioni: info@associazioneitaliancartamoneta.it